E'
POSSIBILE RICREARE I PRATI DELLA NOSTRA INFANZIA?
di
Pia Meda (Gardenia, maggio 2005)
Sì,
basta avere a disposizione i semi giusti. Lo affermano Silvia
Assolari ed Elisa Tomat
dell'Università di Udine, a conclusione di una ricerca
svolta nella pianura friulana
"Quando
tre anni fa, abbiamo cominciato a studiare i prati stabili,
quelli cioè destinati a fieno per gli animali, volevamo
solo valutarne
l'importanza ecologica all'interno di un paesaggio
agrario molto segnato dall'attività dell'uomo. Ben presto
ci siamo accorte che questi ambienti seminaturali, caratterizzati
da un alto numero di specie per unità di superficie,
stanno scomparendo. Sono infatti molto fragili: basta
che non vengano regolarmente sfalciati oppure che siano disturbati
con arature o concimazioni eccessive, e il loro equilibrio si
altera e le specie rare, che magari hanno impiegato decenni
per insediarsi, prima o poi finiscono per soccombere. Belli
da vedere e preziosi per la biodiversità che o
custodiscono, una volta alterati questi prati impiegano almeno
50 anni per tornare alle condizioni di partenza. Di fronte a
questo stato di cose, abbiamo pensato che, oltre a tutelare
i prati stabili già esistenti mediante le misure legislative
del caso (creazione di Siti di importanza comunitaria, Parchi
comunali, eccetera), si poteva forse incrementarne il numero,
migliorando quelli degradati o avviandone di nuovi.
Ma da quale materiale partire? Visto che nella nostra
regione era difficile reperirlo, abbiamo deciso di fornirlo
noi stesse a chi fosse interessato. Abbiamo quindi cominciato
a raccogliere i semi delle specie dei prati stabili; da questi
abbiamo ottenuto piante madri, che hanno a loro volta prodotto
semi su cui abbiamo condotto prove in campo e in laboratorio.
Dopo tre anni di lavoro abbiamo oggi a disposizione un certo
quantitativo di semi di specie autoctone e conosciamo bene le
esigenze di crescita di queste piante. Di conseguenza a breve,
probabilmente da ottobre, saremo in grado di fornire
a chi vuole avviare un prato stabile i semi e tutte le indicazioni
del caso
.
Ci piace pensare che il nostro lavoro possa rivelarsi utile
in Friuli, per eseguire corretti ripristini ambientali,
ma anche in altre parti d'Italia, dove si vorranno usare alcune
delle nostre piante a scopo ornamentale a livello sia
di verde pubblico che privato, dando vita a prati non certo
all'inglese, ma belli, fioriti e, dal momento che richiedono
solo un paio di tagli all'anno, a bassa manutenzione.
Attendiamo quindi di essere contattate, ricordando però
che creare un prato stabile o una sua 'versione ornamentale'
non è impresa da tempi brevi, ma che comunque usare le
piante che lo caratterizzano vuole dire tentare di salvarle."
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Chi
sono
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Silvia
Assolari (silvia.assolari@uniud.it)
ed Elisa Tomat (tomat@uniud.it)
si occupano di ecologia agraria presso il Dipartimento
di scienze agrarie e ambientali dell'Università
di Udine. Biologa la prima e agronoma la seconda, per
la loro ricerca volta alla "salvaguardia dei prati
stabili del Friuli in via di estinzione" hanno vinto
il Premio Nonino Risit d'Aur 2005.
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