Nuove
frontiere per la coltura dei rododendri
di
Elena Accati - Università degli studi di
Torino
(Rododendrinforma settembre
2007)
Potremo coltivare rododendri in terreno basico?
I rododendri che sono tra le più amate piante per i
nostri giardini e parchi hanno però una limitazione
alla loro diffusione; richiedono, infatti, un terreno acido
come è presente nel biellese e nel Lago Maggiore e nel
lago di Como, per citare solo alcune zone in cui sono largamente
presenti. Per questo pare interessante citare alcuni studi
volti ad approfondire la possibilità, attraverso
lavori di ibridazione, di ottenere rododendri adatti al terreno
basico.
Alcune ricerche sono state effettuate presso il Centro per
il Miglioramento genetico di Ahrensburg in Germania dove è stato
ottenuto un portainnesto resistente al calcare. Questo è disponibile
per ora in numero limitato e viene commercializzato attraverso
un consorzio di produttori sotto il marchio di Inkarho.
Duecento
varietà di rododendri sono state innestate
su questo portainnesto e donate alla Royal Horticultural Society
di Wisley nel Surrey, per essere sperimentati essendo quello
un luogo in cui il terreno è notoriamente basico. Un'altra
interessante ricerca è stata avviata in Giappone
da Valentina Scariot (Università di Torino) con
Nobuo Kobayashi dell'Università di Shimane. Questi
studiosi hanno reperito in natura su di un terreno vulcanico
a pH intorno a 7,6 il Rhododendron ripense.
Sono stati raccolti i semi
e fatti germinare a differenti valori di pH. Questo rododendro
sembra una preziosa risorsa genetica in quanto risulta
anche tollerante al freddo e alla siccità. Quindi
lo si sta testando anche in prove in vitro, in condizioni
di stress per poterlo impiegare in futuri programmi di ibridazione
che tutti quanti ci auguriamo siano promettenti, anche
se si è ben consapevoli della difficoltà di
tali studi e dei costi che comportano.
La
foto è stata presa dal sito: www.bg.s.u-tokyo.ac.jp/nikko/5_jokyo/list2007/070519.html