LE
ROSE ANTICHE ITALIANE
DALLA PROSPETTIVA ANGLOSASSONE
di Charles Quest-Ritson
(foto Rose Barni)
La prima considerazione che voglio fare è quella relativa
al bisogno che avete, secondo me, voi italiani, di una cultura
veramente italiana riguardo alle rose.
Sono convinto che voi italiani dovete capire meglio la vostra
importante tradizione di coltivare e di ottenere le rose, e
non inginocchiarvi davanti alle tradizioni di inglesi, americani,
francesi o tedeschi.
Quando trovo un vivaio toscano con una lista di 400 rose tutte
prese dal Peter Beales in Inghilterra, io sospiro. Penso alla
maniera in cui il Beales ha selezionato questa sua lista per
il clima inglese, un clima dove non c'è sole, e non c'è
quasi mai neanche la neve. Poi penso alle rose italiane: le
cinesi dell'Ottocento, gli ibridi di Rosa banksiae dei
Mansuino. E sono convinto che dovrete creare uno stile di pensare
alle rose italiano, italianissimo.
Walter Branchi ha fatto molto. Ha identificato, salvato. propagato
e introdotto di nuovo tantissime vecchie qualità di rose.
Lui ha capito l'importanza di capire le vostre tradizioni storiche,
e dovrete conoscere quali siano le rose più adatte alle
condizioni italiane.
A
PROPOSITO DI LIBRI
Parliamo dei libri. Quasi tutti i libri che voi leggete sono
inglesi.
C'è il "Graham Thomas" - adesso tradotto in
italiano. Il Thomas non conosceva affatto il mondo oltremanica.
E' andato una sola volta, per un week-end, a Parigi, nel 1951,
e non gli è molto piaciuto.
C'è il "Peter Beales", molto bravo, ma scrive
per un pubblico inglese.
Ci sono il "David Austin", ed il "Phillips e
Rix" - tutti grandi amici miei e tutti .... inglesissimi.
Voi avete bisogno di una tradizione forte indigena italiana
riguardo ai libri sulle rose. Dovreste abbandonare la vostra
credenza che gli anglosassoni sanno meglio. E un nuovo Stelvio
Coggiati, il migliore ambasciatore per la scena italiana che
mai avete avuto. E' la stessa cosa, come con la scelta e la
coltivazione delle rose. La rosa 'Graham Thomas' da noi è
un arbusto, uno metro di altezza. Nei climi caldi, è
rampicante, alta tre o quattro metri. Se io cerco un punto di
vista mediterraneo, devo comprare un libro o californico o australiano.
Dove sono i grandi scrittori italiani? Perché non trovo
dei begli studi della rosa italiani? O patria vostra, la gloria
non vedo.
LA
STORIA DELLE ROSE IN ITALIA
La
storia delle vostre rose è nobile e lunga. E' una storia
orgogliosa. Qualche anno fa, l'Associazione Italiana della Rosa
ha pubblicato un articolo fatto da un certo Cibò intorno
all'anno 1540. Da questo studio sappiamo - anche se abbiamo
alcuni dubbi - che nel 1550 c'era già in Italia la Rosa
Mundi (Rosa gallica 'Versicolor') e la rosa 'Portland'.
Il problema è che questo articolo è sconosciuto
fuori d'Italia.
Poi c'era il Giovanni Battista Ferrari che scriveva il suo libro
botanico nell'anno 1630. Lui ci offre la prima descrizione della
Rosa damascena 'Bifera' - la detta "rosa di ogni mese".
Non è la rosa 'biferae' di Paestum, della quale
scrive il Virgilio. Quella rosa non esiste più. Non possiamo
identificare nessuna rosa con certezza dal tempo antico romano.
Prima del 1400, non troviamo nei vecchi disegni rose che conosciamo
adesso. La storia antica è una fantasia. Senz'altro queste
rose esistevano, ma non possiamo dire che esistono ancora.
Dovrete poi conoscere la storia delle centinaia di rose cinesi
allevate in Italia all'inizio dell'Ottocento. La più
famosa è la 'Manetti', che si usa anche oggi come innesto.
AICARDI,
MANSUINO, CAZZANIGA, BARNI
Passiamo ai tempi moderni: chi si ricorda del Domenico Aicardi?
Era sindaco di SanRemo negli anni fascisti. Non ha creato l'industria
della floricultura ligure, ma ha contribuito al suo sviluppo.
I suoi ibridi - le rose ottenute dai suoi incroci - hanno avuto
un grande successo, una fama internazionale. La sua 'Signora
Piero Puricelli' è uscita nel 1936, anche negli Stati
Uniti, dove c'era già prima dell'ultima guerra un sistema
di brevettare le rose. Anche 'Eterna Giovinezza', del 1937,
è venduta bene.
Poi dopo la guerra l'Aicardi ha scritto un libro 'Le rose moderne'
(1951) forse il più interessante studio della rosa dell'ultimo
secolo - in tutte le lingue. A tutto dà una prospettiva
italiana di grande interesse attuale. Allora, di nuovo vi chiedo,
dove sono gli Aicardi dei giorni nostri?
TRA
I DISCEPOLI DELL'AICARDI C'ERANO I MANSUINO E I CAZZANIGA
I Mansuino hanno introdotto uno squisito ibrido della Rosa
banksiae che fiorisce continuamente per tutto l'anno - la
'Purezza' - nel '61. E' una rosa importantissima: questa 'Purezza'
era la progenitrice di una razza di piccoli arbusti, molto rifiorenti
e resistenti alla siccità - cioè alla mancanza
d'acqua - le dette "rose mansuine" - come 'Generosa'
(1964). Sono sconosciute fuori dall'Italia; direi quasi dimenticate
anche qui.
Poi c'era il Giuseppe Cazzaniga, lombardo, morto nel 1970. Ha
introdotto oltre 50 nuove rose. La
sua 'Rose of Life', un ibrido di tè rosso, ha vinto il
premio della "rosa dell'anno 1965" ed è stata
proclamata "la più bella rosa d'Italia". L'anno
dopo è venuta 'Tiziana', di colore rosa, che ha vinto
gli stessi premi a Monza.
Adesso chi le coltiva?
II professor Fineschi senza dubbio, ma chi altro? Sono queste
le rose che affrontano l'estinzione, non quelle belle dell'Ottocento
che hanno molta popolarità e sono sempre disponibili
nei vivai.
Parliamo adesso dei Barni. I Barni sono beni nazionali. Si vede
il vivaio, almeno l'ufficio, dall'autostrada, andando da Firenze
verso Pisa. Tra le loro prime novità erano i gemelli
'Castore' e 'Polluce', usciti nell'87, che fioriscono continuamente.
Sono arbusti, molto simili ai vecchi Hybrid Musks - ibridi di
moschata - del Pemberton. Il 'Rinascimento' di Barni era di
gran lunga la migliore rosa strisciata nel mondo quando è
stata introdotta nell'89. E 'Rosita
Missoni', uscito nel '98, ha delle bellissime striscie di rosso
e giallo. Poi i Barni hanno introdotto una miriade di rose che
combinano la forma e il profumo delle rose vecchie con il vigore
e il carattere di rifiorire delle moderne. Tra loro forse i
migliori sono 'Stile '800' (1999) e 'Bella di 'Todi' (2000).
L'ottenimento delle nuove rose adesso è la responsabilità
di Beatrice Barni, giovane, bella, e bravissima ibridatrice.
Ha già prodotto degl'ibridi di tè di un vigore
e di una grandezza incredibili, con fiori di 20 cm di diametro.
Produce ogni anno oltre 60.000 piantine sementi, tanto che i
Barni sono tra i più grandi ibridatori del mondo. Ma
poco conosciuti all'estero.
I
CONCORSI DI ROSE NUOVE IN ITALIA
I concorsi internazionali a Monza occupano una sola giornata.
E' una bella riunione, con molta pubblicità. C'è
sempre una madrina, quasi sempre un'attrice, famosa per essere
famosa. I giudici non sono tutti esperti delle rose.
In Inghilterra e negli Stati Uniti, lo facciamo in modo molto
differente. Le prove continuano per tutta la stagione. Dalla
Royal National Rose Society le rose sono valutate da una ventina
di giudici. Ognuno - ogni giudice - deve visitare e valutare
le rose ogni tre settimane - 6 o 7 giudici ogni settimana -
dall'inizio della nostra stagione (alla fine di maggio) all'inizio
di ottobre. Questo continua per tre anni. Ci sono oltre 200
qualità inedite all'anno, quindi ci sono oltre 600 in
totale.
Negli
Stati Uniti c'è un altro elemento - il fatto che il clima
americano è di una variabilità enorme, come quella
di tutta l'Europa, da Mosca a Palermo a Dublino. Quindi le rose
nuove sono messe alla prova in 26 giardini, dalla Florida, al
Minnesota,
all'Arizona. Anche voi avete bisogno di altre prove in altre
regioni.
Il sistema americano è molto rigoroso:forse tre o quattro
rose ogni anno arrivano alle All-America Rose Selections.
I
ROSETI ITALIANI
Parliamo dei vostri giardini di rose. Avete bei giardini. Famoso
è il roseto di Monza, alla Villa Reale. Il roseto fiorentino
ha una bella situazione, ma poche rose e anche pochi cartellini.
Il roseto di Roma è migliore, ma l'annuario dell'Associazione
Italiana della Rosa non pubblica mai i risultati delle prove
romane.
Poi ci sono rose belle nei giardini famosi come Ninfa a Latina,
e La Landriana, non tanto lontana da Ninfa, dove la Marchesa
Taverna ha piantato tutta una collina di una sola qualità,
la famosa rosa 'Mutabilis'. All'inizio di maggio è una
vista senza paragoni. Ci sono rose vecchie anche a Villa Hanbury
alla Mortola, vicino a Ventimiglia. Ma La Mortola, almeno secondo
me, ha dei problemi enormi con la mancanza di 'know-how' fra
gli
impiegati del giardino.
L'unico roseto italiano d'importanza, l'unico di fama internazionale,
l'unico per il quale facciamo una visita particolare in Italia
è quello del professor Fineschi, il roseto botanico 'Carla
Fineschi'. E' la più grande collezione privata di rose
nel mondo. Questo giardino è di una importanza non solo
italiana ma internazionale. E' il giardino di rose moderne più
importante nel mondo. Merita d'essere dichiarato patrimonio
mondiale Unesco. Appartiene a voi, fa parte del vostro patrimonio.
Dovreste visitarlo, conoscerlo, studiarlo, goderlo, conservarlo,
difenderlo, salvarlo, amarlo. La responsabilità è
vostra. Il mondo vi aspetta.
POSCRITTO
Devo aggiungere un piccolo avviso. Dovete sostenere anche l'Associazione
Italiana della Rosa. Non dovete permettere che si possa aprire
un abisso tra coloro che sono per le rose antiche e coloro che
preferiscono quelle moderne. Sono differenze di moda, non di
sostanza.
In Inghilterra c'è snobismo fra "la gente per bene"
tutta schierata per le rose vecchie e contro le rose moderne.
Il fatto fondamentale è che tutte le rose sono belle;
tutte danno piacere; tutte sono d'interesse. Sì, l'Associazione
Italiana della Rosa non è perfetta; ma la natura umana
è imperfetta. Invece la natura della rosa è divina.
CHARLES
QUEST-RITSON vive in Inghilterra dove è
nato e svolge la professione
di scrittore. E' tra i fondatori della società
inglese per le rose antiche - The Historic Roses
Group - di cui è stato il primo segretario.
La moglie, Brigid, è l'attuale presidente
della Società, un gruppo che conta circa
800 soci.
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