LA STORIA DI SAN FIACRE - II Santo patrono dei giardinieri
(Il Giardino Fiorito, novembre 2005)


 

VERITÀ' e LEGGENDA si mescolano talmente nella storia di San Fiacre che non è facile stabilire quale sia il punto nel quale la realtà storica cede il campo alla fantasia popolare.

 

Fu figlio di Eugenio IV° di Scozia e nacque intorno al 600; fin da giovanissimo disprezzò le vanità del trono paterno; abbandonò la Scozia per la Francia attrattovi dalla fama del vescovo di Faron della diocesi di Meaux, al quale esternò i suoi propositi di ritirarsi dal mondo e di affidarsi completamente alla volontà di Dio. Probabilmente il vescovo intuì in quel giovane principe la santità; lo mandò comunque in un luogo ritirato della foresta di Breuil perché potesse vivervi secondo la sua vocazione.

E fin qui è storia. Dopo di che si entra nel campo incontrollabile della leggenda, ma di una leggenda cosi gentile e poetica che ci piace di raccontarla come se si trattasse di fatti scrupolosamente accertati.

Secondo una promessa del vescovo di Meaux, Fiacre avrebbe potuto avere nella foresta di Breuil tanta terra quanta ne entrasse nella linea di confine che egli stesso riuscisse a tracciare nello spazio di una notte; e il giovane eremita ebbe cosi un bel pezzo di terra perché quando, pregando, si mise al lavoro, la vanga miracolosamente entrò nel terreno con la velocità della folgore. In quella sua terra ottenuta per intercessione divina Fiacre creò rigogliosi giardini, orti e frutteti.

I prodotti li donava ai poveri che attratti dalla sua fama di carità e di bontà correvano a lui, insieme agli ammalati, per essere curati nel corpo e nello spirito. A questo scopo costruì un ospedale attiguo alla sua umile cella ed alla cappelletta che fin dal suo arrivo aveva eretta in onore della Vergine Maria e che teneva sempre piena di fiori. Magnifici fiori da lui coltivati, i quali, ne siamo certi, non erano insidiati né dagli afidi, né dalle malattie crittogamiche, né dalle cocciniglie, né dai malanni di tanti generi che affliggono giardini di noi peccatori.
La sua vita di lavoro e di preghiera, alternati alla predicazione del Vangelo che gli ottenne molte conversioni, continuò così per molti anni, e quando un triste giorno del 670 le campane di Meaux suonarono per dare l'annuncio della sua morte, la fragra
nza dei fiori nel giardino del Santo si fece così penetrante che tutta l'aria intorno ne fu saturata.

Dal momento della sepoltura nella sua stessa cella cominciarono i pellegrinaggi alla tomba, e in anni più vicini a noi il movimento dei pellegrini da tutte le parti di Francia si fece così intenso che nel 1620 un certo Nicole Sauvage pensò di unire gli interessi materiali a quelli spirituali provvedendo un servizio regolare di speciali mezzi di trasporto che conducessero da Parigi alla tomba del Santo.
Quei mezzi di trasporto presero addirittura il nome di "fiacre", tanto che ancora oggi così viene chiamato un certo tipo di carrozze pubbliche ben note. Ma salendo su quelle simpatiche carrozzelle sempre più rare pochi certamente sanno di doverle proprio al Santo Patrono dei Giardinieri!

Si dice ancora che ogni anno nell'anniversario della sua morte i fiori che Fiacre coltivava compaiono nuovamente emanando una fragranza cosi forte da riempire tutta l'atmosfera dove egli visse e lavorò; verso sera il profumo svanisce e i fiori chinano le loro testine verso il sacro luogo del riposo del Santo nella foresta di Breuil.

 

Nota aggiunta da Rita Oliva (del Vivaio Le Rose di Piedimonte)
L'inzaffardatura (acqua, letame e terra) dove vengono immerse, prima dell'impianto, le rose a radice nuda si chiama "unguento di San Fiacre". Io faccio sempre questa operazione prima di spedire i miei rosai, ma anche prima di consegnarli ai miei clienti in vivaio, spiegando appunto che questa "poltiglia" non proprio odorosa fu preparata per la prima volta dal frate francese. Mi pare quasi di metterli sotto la sua tutela e non ultimo, amo diffondere la sua fama.