IL
CALENDARIO DEL GIARDINIERE
(da
Il Giardino Fiorito, settembre 2004)
IL
SETTEMBRE DEL GIARDINIERE
di
Karel Capek
Dal
punto di vista orticolo settembre è un mese eccellente
e pieno di soddisfazioni, non soltanto perché gli Helenium,
la Pioggia d'oro (Solidago virgoaurea), gli aster
autunnali e i crisantemi sono in fiore; non soltanto grazie
a voi, dahlie grosse e meravigliose, ma anche perché,
ed è bene che voi miscredenti lo sappiate, settembre
è il mese eletto delle cose che rifioriscono, il mese
della seconda fioritura, il mese dell'uva matura. Questi sono
tutti misteriosi vantaggi del mese di settembre, pieni di profondo
significato; e non sono i soli: settembre è soprattutto
il mese in cui la terra si apre affinché possiamo piantare
di nuovo!
Le cose che debbono radicare prima della primavera bisognerebbe
metterle in terra adesso, e questo dà a noi giardinieri
l'occasione di correre dai vivaisti per dare un'occhiata alle
loro aiuole e scegliere qualche tesoro per la prossima primavera;
inoltre, a me personalmente offre un buon pretesto per pagare
il mio tributo di omaggio a quei degni cittadini.
Il grande giardiniere, o vivaista, generalmente non è
né un bevitore né un fumatore; in una parola è
un uomo virtuoso; egli non passa alla storia per delitti celebri
o per attività belliche o politiche; il suo nome è
immortalato da qualche nuova rosa o dahLia o mela; questa fama,
generalmente anonima o nascosta da uno pseudonimo, gli basta
ampiamente.
Per qualche scherzo della natura egli è di solito un
uomo grande e grosso, forse per creare un conveniente contrasto
con la delicatezza da filigrana dei fiori; oppure la natura
lo ha fatto ad immagine e somiglianza di Cibele per simbolizzare
la sua generosa paternità. Infatti, se un vivaista simile
fruga nei vasi con un dito, è come se offrisse il seno
ai suoi piccoli. Egli disdegna gli architetti di giardini, i
quali a loro volta considerano i vivaisti dei commercianti.
Dovete sapere che il vivaista non considera il suo come un mestiere,
ma come una scienza e un'arte; e quando
dice di un suo rivale che è un ottimo uomo d'affari,
sembra addirittura volerlo schiacciare. Non si va dal vivaista
come da un negoziante di colletti o di ferramenta, per dire
ciò che si vuol comprare, pagare e andarsene. Si va da
lui per chiacchierare, per chiedere come si chiama questo e
quell'altro, e per dirgli che la pianta che comprammo da lui
l'anno passato sta benone; per lamentare il fatto che quest'anno
altre piante hanno sofferto e per pregarlo di mostrarci le sue
novità. Si dovrebbe discutere con lui se sia migliore
'Rudolph Gothe' o 'Emma Redau' (che sono aster) e se una certa
genziana venga meglio in terreno torboso o grasso. Dopo aver
discusso questi e altri argomenti si sceglie un nuovo alisso
(ma dove lo metterò?), un delphinium per rimpiazzare
quello perduto a causa del mal bianco, e un vaso con una pianta
sul cui nome non ci troviamo d'accordo; e avendo passata qualche
ora di gentile ed istruttivo divertimento, a questo individuo
che non è un uomo d'affari si pagano poche centinaia
di lire. E tuttavia un vero vivaista preferisce voi, che gli
fate perdere tempo, al plutocrate che arriva con una macchina
lunga fino a laggiù e lo costringe e scegliergli 60 specie
"dei fiori migliori, ma proprio di quelli di prima qualità".
Ogni vivaista giura che il suo terreno è assolutamente
povero, che non lo concima, non lo annaffia e non lo
copre nell'inverno: volendo implicare con questo che i suoi
fiori vengono su per merito puro e semplice dell'affetto che
gli portano. Qualcosa di vero c'è: per fare il giardiniere
un uomo deve avere la mano felice o godere di qualche grazia
speciale. Un vero giardiniere potrà infilare in terra
un pezzettino di foglia e qualsiasi pianta gli attecchirà,
mentre noi profani curiamo le piantine, le annaffiamo, diamo
loro il nostro respiro, le nutriamo con polvere di corno o di
talco, e come conclusione esse languono si accartocciano e muoiono.
Io credo che ci sia qualche magia, come nella caccia e nella
medicina. Produrre una nuova varietà, ecco il sogno segreto
di ogni giardiniere appassionato! Signore Iddio, se soltanto
potessi ottenere un myosotis giallo, o un papavero azzurro come
il myosotis, o una genziana bianca!
Lo so, lo so che azzurra è più graziosa, ma cosa
vuol dire: una genziana bianca non si è ancora vista.
E poi, sapete, c'è in ogni uomo un po' di
sciovinismo persino per ciò che riguarda i fiori. Se
in una mostra una rosa della nostra patria dovesse riportare
vittoria sull'americana X. Y. o sulla francese Y. Z. ci gonfieremmo
d'orgoglio e scoppieremmo di gioia. Se nella vostra proprietà
c'è un pezzettino di terra in pendio o una scarpatella,
fateci un giardino roccioso. Prima di tutto un giardino simile
è molto bello se lo si ricopre con cuscini di sassifraghe,
di aubretia, di alisso, di erodium e di altri graziosissimi
fiorellini di montagna; secondariamente, creare un giardino
roccioso è di per sé un'opera splendida e affascinante.
Un uomo che costruisce un giardino roccioso si sente un Ciclope,
quando con una possanza che si può chiamare sovrumana
ammucchia pietra su pietra, crea colline e vallette, trasporta
montagne ed eleva rupi e scogliere. Più tardi, quando
con la schiena spezzata ha finito il suo lavoro gigantesco,
trova che l'insieme è molto diverso dalla montagna romantica
che aveva in mente. Ma niente paura! In un anno queste pietre
nude si muteranno in una bellissima aiuola lucente di piccoli
fiori e ricoperta di bei cuscini verdi, e ne sarete soddisfattissimi.
Date retta a me, fate un giardino roccioso! È autunno:
ormai non è più possibile nasconderlo. E lo ricorda
la fioritura dei primi crisantemi. Questi fiori sbocciano in
autunno con una vigorìa ed
una pienezza speciali: non fanno gran chiasso e un fiore è
simile all'altro; ma quanti sono! Vi assicuro che questa fioritura
dell'età matura è molto più vigorosa e
appassionata di quella degli inquieti e precari getti della
giovane primavera. Vi è in essi un senso di solidità
quale si può trovare in un uomo adulto; se fioriscono,
fioriscono completamente, e si riempiono di una quantità
di miele in modo che le api vengano a loro.
Cosa conta il cadere di una foglia in questa esibizione autunnale?
Non vedete che è inesauribile?