ABBATTIMENTO DEGLI ALBERI
(Giardini & Ambiente, gennaio-febbraio 2007)

 

Se nel giardino vi sono degli alberi morti o deperenti è bene provvedere al loro abbattimento, prima che la caduta accidentale possa causare dei danni.
Nel caso di grossi esemplari (con altezza superiore a 5 m), è raccomandabile affidare l'incarico a una ditta specializzata; se le dimensioni sono ridotte possiamo effettuare noi stessi l'abbattimento, tenendo conto che si tratta di un, lavoro potenzialmente pericoloso.

IL TRONCO

Per prima cosa è necessario controllare che intorno alla pianta ci sia uno spazio sufficiente affinché possa cadere in sicurezza e, a questo scopo, studiare attentamente la direzione di caduta.
È sempre consigliabile legare l'albero con una fune robusta verso il lato dove si vuole far cadere.
È molto importante procedere per gradi dedicandosi, innanzitutto, all'eliminazione delle branche principali: bisogna accorciarle un po' per volta e infine recidere i monconi in prossimità del fusto.


Dopo aver asportato i rami più grossi, si può effettuare il taglio del tronco: occorre posizionarsi nel lato verso il quale si dovrà verificare la caduta, praticare due tagli obliqui e convergenti per circa i due terzi del diametro del tronco e a un'altezza di circa 1 m da terra, e asportare il cuneo di legno i così ottenuto.
A questo punto ci si sposta sul lato opposto e si taglia diagonalmente dall'alto verso il basso fino a raggiungere il cuneo; dando una leggera spinta o tirando la corda di ancoraggio si provoca la caduta.

Il ceppo con le radici

Scalzare il terreno all'altezza del colletto e, con l'aiuto di una vanga, cercare di asportare l'intero ceppo con le radici. Se questa operazione risulta particolarmente difficoltosa, può essere conveniente tagliare il ceppo a filo del terreno e utilizzare dei composti chimici per facilitarne l'estrazione.

 

Con l'aiuto di un trapano praticare un foro di circa 5 cm di diametro nella parte centrale della superficie di taglio, riempirlo con nitrato di potassio
(100 g) e richiuderlo.

Dopo circa un anno (tempo necessario affinché il prodotto penetri nell'apparato radicale) si dovrà riaprire il foro, versare all'interno della benzina e accenderla con un fiammifero; il fuoco si diffonderà lentamente nelle radici bruciandole e trasformandole in carbone.
Questa tecnica è adatta per piante che non ricacciano, come ad esempio le conifere.

 


Se si tratta invece di essenze ricaccianti (robinia, castagno, ecc.), è necessario prima devitalizzare la ceppaia praticando sulla superficie tagliata alcuni fori e facendo penetrare all'interno del cloruro di sodio o del diserbante. Queste operazioni sono importanti per evitare che i monconi lasciati nel terreno vadano incontro a marcescenza e diventino un focolaio di infezione.