L'inizio
della primavera è il momento adatto per eseguire la "potatura
di allevamento" del ciliegio, che lo porterà ad
assumere una forma adatta ai fini colturali. In questa specie
prevalgono le forme di allevamento "in volume" rispetto
a quelle "in parete" e il cosiddetto "vaso
basso" è quella più indicata. Vediamo
come la si ottiene.
- II lavoro di potatura prende il via da astoni, messi a dimora in autunno,
che vanno capitozzati a 30-40 centimetri di altezza. La pianta può presentare
o meno rami anticipati, cioè presenti al momento dell'impianto; in caso
contrario, si aspetta che le gemme sull'astone si sviluppino.
- Ci si avvia alla formazione del vaso basso mantenendo intatti i tre rami
più vigorosi dell'astone ed eliminando tutti gli altri. Mediante
l'ausilio di canne e tiranti si orientano i rami prescelti in modo da formare
angoli di 120°, inclinati di 35-45 rispetto alla verticale: sono queste le
branche primarie.
-
Con successive potature si ottengono poi quelle secondarie.
Tre per ogni branca primaria, sono disposte alternativamente
e formano con l'asse delle primarie angoli di 30°.
- Per le branche terziarie (che portano i rami fruttiferi) si procede
in modo analogo. Si lasciano le tre branche più vigorose, inclinate
rispetto alla branca secondaria di riferimento di 30°, e si tagliano quelle
superflue.
- La potatura a vaso basso può dirsi conclusa: la si mantiene spuntando periodicamente
i rami indesiderati.