MANIFESTO PER GLI ALBERI IN CITTÀ
I partecipanti, relatori e pubblico, al convegno “L’albero in città, semplice costo o grande risorsa?” tenutosi a Trieste il 27 novembre 2009 presso il Circolo della Stampa di Trieste,
premesso che
gli alberi della città, come ogni essere vivente:
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hanno diritto a crescere sani e vivere felicemente la loro vita naturale;
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producono un godimento estetico e aggiungono valore alla bellezza e all’identità dei paesaggi urbani quando sono vitali, ma non quando sono trattati contro la loro natura;
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migliorano il microclima urbano tanto più quanto sono lasciati crescere secondo natura;
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quando sono grandi vanno considerati anche come elementi storici alla stregua degli edifici di valore storico–architettonico e perciò per quanto possibile devono essere conservati.
FORMULANO I SEGUENTI VOTI:
PIANTAGIONE E TRATTAMENTO DEGLI ALBERI
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Gli alberi siano piantati a distanza fra loro e da muri e confini sufficiente al loro sviluppo, onde evitare di subire in seguito pesanti potature per ridurne le chiome;
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si eviti di considerare gli alberi come semplici abbellimenti, piantandoli anche lungo marciapiedi stretti dove non possono svilupparsi adeguatamente;
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siano evitate capitozzature per far crescere gli alberi dei viali a forma di candelabri, poiché tale metodo ne deturpa la forma naturale producendo dei falsi;
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siano evitate radicali potature con l’eliminazione di rami secondari e la riduzione dei principali in moncherini, poiché tale barbaro trattamento comporta il pericolo di infezioni e marciumi, ritardando anche di mesi la produzione di foglie nel periodo vegetativo, con le conseguenze di indebolire gli alberi e di conferirgli per lungo tempo un aspetto penoso ed esteticamente orrendo;
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le potature siano fatte solo quando e nella misura in cui servono ad eliminare i rami secchi e malati o a ridurre (del minimo indispensabile) le chiome in eccessiva competizione tra loro o troppo vicine a muri, finestre e linee elettriche;
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quando i filari sono troppo fitti, a meno che non si tratti di alberi storici, si preferisca diradarne il numero piuttosto che intervenire con radicali potature.
ALBERI E GIARDINI STORICI
- I grandi alberi, soprattutto nei giardini storici, siano conservati sino alla fine del loro naturale ciclo vitale e si eviti di tagliarli solo per dare spazio al traffico, così come non si consentirebbe di demolire edifici storici solo per allargare piazze o strade;
- la piantagione altrove di nuovi alberi non sia considerata una compensazione all’eliminazione di alberi storici e tanto meno lo sia se i nuovi alberi vengono piantati su marciapiedi stretti privi dello spazio necessario al loro sviluppo;
CULTURA DEGLI ALBERI IN CITTÀ
- Le Amministrazioni pubbliche diano il buon esempio, inseriscano nei regolamenti del verde urbano norme sulle adeguate potature e sui corretti sesti di impianto e facciano opera di divulgazione presso i proprietari di giardini, per eliminare il pregiudizio che li porta, anche per emulazione di quanto vedono fare nei viali cittadini, a inutili ed eccessive potature.
SOTTOSCRITTO DAI RELATORI AL CONVEGNO
Mariangela Barbiero presidente dell’Associazione orticola del FVG “Tra Fiori e Piante”
arch. Roberto Barocchi, presidente del club Triestebella
prof. Francesco Ferrini, docente di Arboricoltura urbana, impianto e gestione delle aree verdi, Università di Firenze, presidente della Società Italiana di Arboricoltura
dott. Andrea Maroè, agronomo, specializzato in arboricoltura ornamentale, direttore del Servizio del Verde pubblico di Udine
Giorgio Valvason, arboricoltore, specialista nella cura e manutenzione degli alberi.
APPROVATO PER ALZATA DI MANO
DAL PUBBLICO DEL CONVEGNO
Trieste, 27 novembre 2009 |