LE QUERCE DEGLI ALTRI

di Maria Cristina Zaza foto di Ferruccio Carassale (Gardenia, novembre 2009)

 

Quercus nigra
Quercus nigra, una specie americana alta 15 m, ramificata sin dalla base. Le sue foglie, verdi scure e porpora in autunno, sono lobate solo sulle piante giovani.

Di origini americane e asiatiche, sorprendono

per gli accesi colori autunnali di molte specie,

la forma delle foglie, la dimensione delle

chiome.



Forti e veloci nella crescita,

vivono benissimo anche da noi.



Quercus  ilex (Leccio)


D
al nome della rovere, Quercus robur, deriva l'aggettivo latino robustus. All'inizio il termine significava "di quercia, di rovere", poi ha preso il senso di "solido, robusto". E quando in un grande parco si ha la fortuna di incontrare un esemplare di rovere centenario, con rami nodosi grossi come alberi, si capisce come per i Romani e i popoli di tutta Europa la quercia sia stata l'albero per antonomasia, il più sacro di tutti, il sostegno del cielo. Farnia, rovere, roverella, cerro, farnetto, sughera, leccio e poche altre sono le "nostre" querce, quelle che hanno accompagnato la storia dell'uomo europeo da tempi immemorabili.


La maggior parte delle querce americane diventano rosso fuoco in autunno. Il leccio, Quercus ilex, è invece una specie sempreverde diffusa nell'Europa meridionale.

La tipica chioma semisferica di Quercus rubra, una specie imponente, alta 25 m. Le foglie, rosso vivo in autunno, hanno seni profondi e apici acuti. Rustica e di poche pretese, la quercia rossa è bellissima come esemplare isolato.



Quercus imbricaria

Il mondo delle querce, però, comprende, secondo le classificazioni recenti, circa 500 specie, caratterizzate da una variabilità impressionante di forme e sfumature delle foglie, dimensioni e portamento delle piante, colore e aspetto delle cortecce. Basta visitare il vivaio Adeline a La Chapelle Montlinard, nel cuore della Borgogna, per convincersene. Là si possono osservare circa 150 specie molte delle quali tra autunno e inverno virano a un rosso talmente acceso da far apparire vitree le foglie lambite dalla luce.
Quercus velutina


Le belle americane

Tra le "belle d'autunno" ci sono le querce americane. Superbe, veloci nella crescita, poco esigenti, più sane delle nostre. Eppure invise ai puristi, cultori delle specie autoctone, perché ritenute deboli di fronte ai venti. Il problema, in effetti, può presentarsi, ma solo per alcune, e nei terreni molto argillosi: le loro radici, incontrando una decisa resistenza, faticano a crescere in profondità, e in caso di forti raffiche possono disancorarsi dal suolo e non sostenere più la pianta. Casi eccezionali, spiega Stefano Mauri, titolare della omonima e storica azienda di Mariano Comense: «Le coltivo da anni senza inconvenienti e trovo che per bellezza e straordinaria velocità di crescita siano adattissime ai giardini privati. Formano chiome ampie, fitte, impareggiabili in autunno, mentre l'apparato radicale molto esteso, che tiene lontane le altre piante, suggerisce di coltivarle come esemplari isolati, da ammirare in tutto il loro splendore».

Le querce originarie del Nordamerica sono un'ottantina, talmente diffuse nel Paese che secondo il botanico Hugh Johnson «le grandi foreste americane danno l'impressione di essere querceti puri con qualche altra essenza qua e là». Tutte le specie, pur adattandosi pressoché ovunque, hanno un habitat preferito e nelle condizioni ottimali raggiungono i 20-25 metri di altezza. Con alcune eccezioni: Q. velutina si distingue per la mole di alcuni esemplari Q. palustris 'Swamp Pygmy'alti 35 metri, mentre Q. coccinea, le cui foglie in assenza di intense gelate restano rosse sulla pianta sino a Natale, raggiunge "solo" i 15 metri.
Q. palustris, amante dei suoli umidi, è riconoscibile dal portamento ovale: la chioma è formata da rami sottili che nella parte inferiore spiovono sino a terra nascondendo il tronco e in quella superiore sono inclinati verso l'alto. La varietà 'Swamp Pygmy' è una versione in miniatura alta solo 2 metri, adatta a piccoli giardini. La "quercia rossa americana" per antonomasia è però Quercus rubra: rustica e vigorosa, rosso fuoco in autunno, ha tronco scuro e chioma regolare. (E' di questa che, viste le eterogenee esigenze colturali delle specie, abbiamo scelto di raccontare la coltivazione, perché è la più conosciuta in Europa).


Quercus x heterophilla



Quercus pagoda


Quercus alba

La storia delle quercie inizia milioni di anni fa, nel Cretaceo.
Da allora, divise, in centinaia di specie, sono tra i giganti delle foreste della Terra



Grande successo sta riscuotendo in Italia Q. phellos, un albero leggero con foglie strette simili a quelle del salice; adatto a crescere vicino al mare, su terreni acidi, si colora in autunno di giallo-arancio. Foglie allungate e non lobate, ma rosse in autunno e vellutate sulla pagina inferiore, sono anche quelle di Q. imbricaria, specie rara anche negli Stati Uniti, mentre Q. nigra, alta sino a 15 metri, con foglie di forma molto variabile, è diffusa nelle zone umide.
Q.serrataBellissime, grandi, con lobi ben definiti e seni larghi e profondi sono le foglie di Q. x heterophylla e Q. shumardii, mentre portamento piramidale con rami orizzontali caratterizza Q. pagoda. Originaria dell'estremo Sud degli Stati Uniti, Q. laurifolia si distingue in primavera, quando spuntano le giovani foglie ovali, di un tenue rosa bronzeo. Q. alba, infine, è la portavoce delle querce della costa nordorientale. Imponente, produce foglie molto incise con lobi tondeggianti, non acuti come nelle altre querce americane, che in autunno diventano rosso vino.

Asiatiche, le curiose

Le specie di origine orientale coltivate in Europa non sono numerose, ma molto particolari. Q. phillyreoides, per esempio, è un arbusto sempreverde alto sino a 10 metri, resistente alle potature e adatto a formare siepi dense e compatte. Le foglie, piccole, regolari e lucenti, sono rosse quando spuntano in primavera. Q. serrata è un albero di 12 metri, con foglie allungate, grossolanamente dentate, rosso fiamma in ottobre; Q. myrsinifolia è un grande arbusto sempreverde le cui foglie strette, da giovani sono ricoperte di peluria bruna e formano un bel contrasto con quelle adulte, verdi e brillanti.


Quercus x schochiana

Q.texana

Q. phillyreoides

Q. dentata
Q.laurifolia
Q. laurifolia

Q. robur ' Argenteomarginata'

 

Chi sono: al genere Quercus appartengono circa 500 specie di alberi o arbusti.
Origine: Europa, zone tropicali del Sudamerica, Nordamerica, Asia.
Famiglia: Fagaceae.
Foglie: alterne, persistenti o cadùche, hanno margine intero, lobato o dentato.
Fiori: le querce sono piante monoiche, hanno cioè fiori maschili e femminili separati, ma sulla stessa pianta. I fiori maschili sono più vistosi, riuniti in amenti penduli; quelli femminili sono piccoli e globosi.
Frutto: è la ghianda, frutto secco sostenuto da un involucro di brattee chiamato "cupola".
Epoca di fioritura: in genere primavera ed estate, ma alcune specie possono fiorire in autunno.

Quercus  shumardii

 

Beatrice Consonni
Architetto paesaggista, dagli anni Ottanta lavora nell'azienda di famiglia, dove si occupa della produzione di alberi e arbusti, alla ricerca di specie e varietà insolite.

QUERCIA ROSSA AMERICANA


Coltiviamola così
Con i consigli di Beatrice Consonni - Disegni di Linda Pellegrini

CLIMA
Quercus rubra, la quercia americana più conosciuta in Europa, resiste bene sino a temperature di -25 °C, mentre sopporta con difficoltà il caldo torrido dei mesi estivi.
ESPOSIZIONE
Posizioni soleggiate e ben ventilate favoriscono lo sviluppo armonico della chioma, scongiurando nello stesso tempo gli attacchi fungini.
TERRENO
La quercia rossa si adatta ovunque, ma preferisce suoli profondi, fertili, drenati, leggermente acidi e non troppo argillosi.

IMPIANTO
Novembre, passato il caldo e non ancora stabilizzatosi il gelo, è un buon momento per la piantagione. In genere si acquistano piante di 6-7 anni, alte circa 5 m, con zolla di 80 cm di diametro. Si scava una buca profonda e larga 160 cm, quindi si pone sul fondo uno strato alto 10 cm di ciottoli. Con terra di scavo (40 percento), terriccio universale (40 per cento) e sabbia (20 per cento) si prepara una miscela che servirà al riempimento. Misurata l'altezza della zolla, facendo attenzione a non danneggiarla, si elimina la rete di metallo che la avvolge, il collare attorno al tronco e la tela di iuta; quindi si versa nella buca un quantitativo di miscela tale che, appoggiata la zolla, il colletto risulti 3-4 cm fuori terra. Compattati bene sia il terriccio sul fondo sia, inserita la zolla, quello di riempimento, si bagna a più riprese e si copre con un sottile strato di lapillo.
TUTORE
Dopo la piantagione, occorre assicurare la pianta con un tutore, che potrà essere eliminato dopo tre-quattro anni.
CONCIMAZIONI
Le piante adulte non ne hanno bisogno; le giovani, soprattutto se il terreno è poco fertile, possono trarre vantaggio da una concimazione primaverile con un prodotto a lenta cessione e una autunnale con letamino pellettato oppure compost.
POTATURA
Lasciata a se stessa, Quercus rubra finisce spesso con lo sviluppare una chioma irregolare, orientata verso la luce. Per evitare che con il passare del tempo si formi una pianta asimmetrica, bisogna intervenire sin dai primi anni con potature di formazione, eliminando cioè i rami storti e deboli e accorciando quelli troppo sviluppati sino a una gemma sana e vigorosa rivolta verso l'esterno. L'operazione va eseguita, ad anni alterni, preferibilmente a fine inverno.

 

 

Quercus x rosacea 'Filicifolia'
Quercus phellos
Quercus x ludoviciana


I Celti credevano che la volta celeste fosse sostenuta dall'albero cosmico, la quercia,
pianta sacra, dotata di anima, che univa la terra con il cielo.



Dove si trova