Tagli, uguale più frutti
(Gardenia, febbraio 2010)



Da questo mese si incomincia a potare i fruttiferi.
Pratica indispensabile, da imparare


Una buona potatura si impara osservando attentamente, e ripetutamente, il lavoro di un esperto che spieghi i vari passaggi man mano che li compie. Ma a proposito di questa pratica colturale non esistono regole fisse, perché le modalità sono condizionate da varietà, portinnesto, sistema di allevamento, sesto d'impianto; inoltre nessun albero è identico a un altro.

Tipi di potatura. La potatura di formazione o allevamento serve a dare una forma alle giovani piante nei primi anni dopo la messa a dimora ed è condizionata dalla forma — a vaso, fuso, palmetta, candelabro... — che si vuole dare loro; la potatura di produzione ha invece lo scopo di indurre un giusto equilibrio tra attività vegetativa e capacità produttiva degli alberi; la potatura di ringiovanimento, di ringiovanirli se vecchi o lasciati a lungo senza cure grazie a tagli molto energici che risvegliano gemme nascoste. Facendo riferimento al periodo di potatura si distinguono poi la potatura verde, da effettuare d'estate per rimuovere germogli in soprannumero (è praticata in special modo sul pesco), e la potatura secca da effettuare durante il riposo vegetativo.


Potatura di produzione: è una pratica importante perché regolarizza la produzione nel corso degli anni, mantiene la forma voluta, elimina i rami improduttivi. La prima cosa da fare è l'osservazione globale della pianta, da ripetere magari per più giorni di seguito. Poi, si incomincia con uno sfoltimento: si eliminano fino all'inserzione sul tronco o sui rami primari i rami secchi e quelli che crescono verso l'interno, o che si intrecciano, si sfregano, si ostacolano; se ci sono getti concorrenti all'apice di un ramo si elimina il più debole per fare affluire la linfa nell'altro, si tagliano i germogli più sottili presenti nella parte superiore dei rami. Dopo queste operazioni, fattibili anche dal principiante, la pianta risulta subito più aperta e luminosa.


Operazioni successive. Bisogna tener presenti alcune regole di carattere generale: le piante deboli vanno potate più severamente di quelle vigorose; dopo un anno di grande produzione, per contrastare il fenomeno dell'alternanza, che dà frutti ad anni alterni (si verifica sul melo, ma non solo), bisogna ridurre i tagli per non stimolare la pianta a formare nuova vegetazione senza fruttificare; rispetto al melo che produce anche su legno di 3-4 anni, il pero vuole un maggior rinnovo dei rami, perché produce su legno di 1-3 anni.


Le gemme. E importante ricordare che hanno forme diverse a seconda della specie dell'albero, ma in linea di massima le gemme fogliari (da cui si sviluppano anche i nuovi getti) sono più appuntite e slanciate, mentre le fiorali, destinate a dare i fiori e quindi i frutti, sono più grosse e tondeggianti; vi sono anche gemme miste e gemme dormienti, che si sviluppano quando ve n'è necessità, per esempio in caso di potatura di ringiovanimento. Volendo poi migliorare la tecnica, per effettuare sui rami a frutto gli interventi più opportuni e utili, bisogna tener conto anche di brindilli, lamburde, zampe di gallo, mazzetti di maggio... che, potatura dopo potatura, si imparerà a riconoscere.

A sinistra: un albero di melo prima e dopo la potatura di sfoltimento, il cui scopo è quello di eliminare i rami secchi, quelli che crescono verso l'interno, si sfregano, si intrecciano, si ostacolano.