AMICI ALBERI
Semplici regole per trattarli bene
di Roberto Barocchi, Aldo Cavani, Giorgio Valvason
(ed. Libreria della Natura)
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Prefazione di Mariangela Barbiero,
È proprio vero: gli alberi sono nostri amici, anzi grandi amici per tutte le cose buone che ci danno. Noi invece non sempre ci comportiamo in modo amichevole con loro: non gli lasciamo abbastanza spazio per far crescere le loro chiome, cementifichiamo il terreno su cui crescono assetando le loro radici, li feriamo con potature spesso inutili, dannose e maldestre.
Un architetto che ha diretto un ispettorato delle foreste, un dottore forestale anch’egli già capo ispettorato, un arboricoltore di grande capacità e passione hanno scritto questo libretto, rivolto prima di tutto a chi, non essendo un esperto della materia, vorrebbe sapere come trattare bene i nostri amici. Con poche e chiare parole e molte immagini, esso guida passo passo chi vuole piantare qualche albero nel suo giardino e chi vuole sapere come trattarli al meglio.
Ma dovrebbe essere anche letto dai molti giardinieri (giardinieri?) che armati di motosega sfregiano i nostri grandi amici, ma su questi non ci farei conto. Così come i giovinotti e le giovinotte mettono a repentaglio la loro e l’altrui vita guidando strafatti come non avessero mai letto prima di incidenti stradali … e in effetti non leggono, ché leggere è tempo perso, così anche questi cosiddetti giardinieri sono nati imparati, vivono di leggende (la potatura fa bene all’albero) e sono a digiuno di estetica, per dirla in soldoni. Anch’io sono una giardiniera e la cosa più importante che ho fatto nella mia vita, e di cui sono molto orgogliosa, è di aver formato qualche giardiniere. Una domanda che mi è stata posta sovente è: quando devo potare? Risposta: non si deve potare, si vuole potare, per i motivi più diversi, spesso anche ottimi, ma sempre e solo a vantaggio dell’uomo. Non esiste un dio potatore; si pota per avere più fiori, più frutti, più spazio ma anche per gusto estetico. I giapponesi sono maestri nell’arte del bonsai, noi occidentali, italiani in testa, nell’arte topiaria. E’ una questione estetica. Lo facciamo per noi, non per l’albero, perché ogni potatura sfortunatamente diminuisce la longevità dell’albero. Dunque un albero potato male è due volte disgraziato, muore prima e non ci allevia la vita con la sua bellezza.
Noi diamo così scontata la presenza degli alberi che restiamo sconvolti ogni volta che ne vediamo sparire uno ma il nostro maggior difetto, e parlo solo dei miei connazionali perché solo loro conosco, è che prima che spariscano neppure li vediamo. O se li vediamo è perché occupano un posto dove sarebbe comodo parcheggiare. Ma perché ci comportiamo così? Perché a scuola non ci educano a dovere. E’ inutile girarci intorno. E’ la scuola il luogo per eccellenza dove si forma il cittadino, non la famiglia. Ai miei tempi avevano sempre ragione i professori, oggi hanno sempre ragione gli scolari. Sapete che tutore è la medesima parola che si usa per l’albero e per il cucciolo dell’uomo per aiutarli a crescere ‘dritti’? Noi possiamo essere una vera peste per gli alberi, ma è bene ricordare che, per quanto male gli possiamo fare, noi non possiamo vivere senza di loro (no alberi no party), ma loro rinasceranno a nuova vita senza di noi. Homo sapiens sapiens o meglio forse Homo stupidus stupidus?
Perché dunque ancora un libro sugli alberi? La risposta giusta è che è necessario. Per quanti libri siano stati scritti e per quanti noi stessi ne abbiamo letti, è l’ultimo nato ad avere più probabilità di diffusione, grazie alla pubblicità che ne fa l’editore e l’autore, e ovviamente si rivolge a chi scopre solo ora che esiste una letteratura tecnica al riguardo. Il mondo vegetale è un tale universo che questo libro può essere per un neofita, e spero lo sia, una strada verso l’infinito.
Roberto Barocchi -
architetto, ha fra l’altro diretto l’ispettorato delle foreste di Trieste. Studioso del paesaggio, ha gestito il sito ilpaesaggio.eu non più attivo. Si occupa di arboricoltura urbana per passione. Fra le sue pubblicazioni:
- Dizionario di urbanistica,
Franco Angeli, 1982
- Manualetto per la progettazione rispettosa del paesaggio, Edizioni della laguna, 2002.
Aldo Cavani -
dottore forestale, è stato vicedirettore e poi direttore dell’ispettorato delle foreste di Trieste.
Giorgio Valvason - arboricoltore e divulgatore della materia.
Email di Antonio de Marco - 21.01.2021
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Riguardo il volumetto che avete segnalato, vedrò di prenderlo all'Einaudi se riesco a raggiungerla, altrimenti me lo faccio arrivare a casa. Il contenuto è sicuramente interessanrte e utile. La prefazione di Mariangela è molto invitante è suggerisce una amara constazione che si rinnova da tempo "Il verde pubblico non interessa a nessuno" che avevo già sentito da Vladimir Vremec e Frans Bogaert in un convegno sul verde e l'ambiente da me organizzato a Treviso nell'ambito di "Treviso in Fiore". Amara verità purtroppo come l'incapacità diffusa di "giardinieri" comunali o altri "esperti" che non sanno che esiste un alfabeto anche per le piantagioni, la cura e le potature: gli alberi si stroncano, quelli stradali si capitozzano o si eliminano perché le foglie sporcano, qualche rametto può cadere o perché sono un ostacolo per i dissennati automobilisti che, magari disfatti o distratti, se li vedono venire incontro. Per non dire dei ripetuti sfregi subiti dal mio giardino amalfitano ad opera degli "operai" dell'Enel che hanno stroncato tre esemplari rari per quel territorio pensando che fra una ventina d'anni avrebbero raggiunto dei cavi elettrici che attraversano l'area. Insomma ce ne sarebbe...
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Antonio con Enza e Giancarlo