Ecco
a grandi linee le regole da rispettare per vedere
sbocciare le vostre camelie.
Innanzi
tutto non dimenticate mai che sono piante da esterno
che non apprezzano affatto l'aria calda e secca
degli appartamenti.
Accenneremo
anche ai loro più comuni parassiti, ma rassicuratevi:
è una pianta che raramente si ammala.
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Le
camelie fioriscono molto e quindi sono ghiottone:
apprezzano apporti regolari di concime. |
Composizione del terreno - Umidità
Le camelie richiedono un terreno con
pH da neutro ad acido.
In Cina o in Giappone, gli inverni sono secchi e freddi,
le estati calde e umide: per far felici le vostre camelie,
badate ad annaffiarle in estate. Mettetele a dimora in una
zona rialzata o in pendenza: è indispensabile
che il terreno sia ben drenato.
Esposizione
Camellia sasanqua: questa specie ama un'esposizione
calda e soleggiata, ma non sotto il sole a picco.
Per fiorire hanno bisogno di molta luce.
Camelia japonica: questa specie, invece, generalmente
preferisce la mezz'ombra.
La maggioranza delle camelie sono piante da sottobosco e
mal sopportano il vento.
Protezione
contro il freddo
Le camelie attualmente disponibili si ottengono per talea e le loro radici
fascicolate non scendono in profondità. Se il terreno gela, le piante
muioiono di sete. A protezione delle radici non esitate a ricoprire il terreno
con
uno strato consistente di foglie morte o di residui vegetali triturati.
Se la stagione si annuncia fredda, potete avvolgere i giovani esemplari con
dei teli di tessuto non tessuto o di plastica a bolle.
Potatura
Le camelie sopportano molto bene potature anche severe.
Ripartono facilmente dal legno vecchio. E' interessante sapere
che:
1 - si pota molto corto una vecchia camelia che si desideri
spostare;
2 - si pota per ringiovanire un esemplare che mostri
fiori e foglie sempre più piccoli;
3 - si pota al momento di guidare lungo i sostegni di un
traliccio i rami di legno ancora tenero;
4 - si pota per avere delle siepi di camelie.
Concimazione
Le camelie sono piante che fioriscono molto e che quindi hanno bisogno di molto
nutrimento. Aggiungete ogni anno uno strato di 2 cm di terra acida o di
terriccio acido e, dopo la fioritura - ma non oltre il mese
di maggio -
una manciata di concime a lenta cessione e/o di sangue di bue o di cornunghia:
le camelie devono essere ben 'agostate' per resistere al freddo.
Parassiti
e malattie
Cocciniglie
La cocciniglia cotonosa forma delle masserelle bianche sotto
le foglie.
La cocciniglia bruna tende a localizzarsi sullo
stelo, il che ne rende più difficoltosa l'individuazione.
Per sbarazzarsi di questi ospiti indesiderati,
sono indispensabili diversi trattamenti con prodotti sistemici.
Fumaggine
Si tratta di un fungo che dà l'impressione che le
foglie siano coperte da fuliggine.
La fumaggine è conseguenza di un attacco
di afidi o di cocciniglie: si sviluppa sulla melata
secreta da questi
insetti. Nonostante l'aspetto estetico poco attraente, la
fumaggine non nuoce direttamente alla pianta; tuttavia, poiché
ne limita l'assimilazione clorofilliana, alla lunga porta
al suo idebolimento.
La si combatte eliminando dapprima gli insetti, quindi
il fungo, trattando il fogliame con olio minerale bianco
o spruzzandolo fino a sgocciolamento con acqua saponata.
Clorosi
Consiste in un ingiallimento del fogliame. Si tratta di
una fisiopatia dovuta alla presenza di calcare.
Le camelie non tollerano valori di pH superiori a 7.
Anche la mancanza di elementi nutritivi e un
eccesso di umidità possono provocare ingiallimenti
fogliari. In quest'ultimo
caso, le
foglie ingialliscono,
poi scuriscono e alla fine cadono.
Questo deperimento, più frequente di quanto non si
creda,
è provocato da ristagni d'acqua nella buca d'impianto.
Bruciature
Da non confondere con i danni elencati finora; sono dovute a un'esposizione
troppo soleggiata e si manifestano solo sulle foglie direttamente investite
dai raggi solari.
Cacciate su radici di camelia
In
caso di spostamento di una camelia rimasta in loco per diversi
anni, lasciate la buca aperta.
In capo a circa sei mesi appariranno ai bordi, all'interno della buca,
nuovi getti.
Questo fenomeno è definito "cacciate su radici".
Le piante saranno la replica genetica identica del genitore.
A seconda delle varietà, possono fiorire già dal secondo anno.
Queste due foto illustrano delle cacciate su radici di un anno e di cinque
anni.
La
ruggine dei fiori
di Roland Jancel
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Le
virosi |
Come
la sua ospite, la camelia, Ciborinia camelliae è una
malattia originaria del Giappone. I primi focolai appaiono
fuori del Giappone nel 1938, in California, dove il
parassita è catalogato sotto il nome di Camellia
flower blight.
Nel 1993 appare in Nuova
Zelanda, poi in Europa, e più precisamente in
Francia, secondo alcuni.
Ne sono attaccati essenzialmente i fiori: le spore che si depositano sui petali
formano una macchia bruna che prima invade loro, e progressivamente tutto il
fiore. Le
ife formano un caratteristico anello grigio al limite
della corolla e del calice. Una volta caduto al suolo
il fiore, il micelio forma degli sclerozi che, 'germinando'
l'anno seguente, produrranno degli apoteci contenenti
le spore. Grazie ad esse, il parassita può essere
largamente disseminato dal vento.
La lotta è essenzialmente preventiva: evitare
l'introduzione di camelie provenienti da aree contaminate,
rastrellare ed eliminare i fiori appassiti
e lo strato di foglie morte, allo scopo di evitare lo sviluppo degli sclerozi,
eventualmente fare un trattamento fungicida del suolo.
Secondo studi e osservazioni condotti in Nuova Zelanda, sembrerebbe che talune
specie siano più resistenti. Rimangono da identificare i geni attivi
e progettare il loro trasferimento mediante ibridazione per sperare di ottenere
un giorno varietà resistenti.
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Tra
le malattie che attaccano le camelie non si possono
trascurare le virosi.
Si manifestano con decolorazioni
giallastre a macchie o puntiformi, che progressivamente
invadono il fogliame. Nella maggioranza
dei
casi l'infezione
si produce in seguito a punture d'insetti, afidi o
cocciniglie. Ma può anche essere provocata da
un arnese da potatura contaminato. Oltre
a un aspetto estetico sciupato, i soggetti
colpiti presentano una fioritura e un accrescimento
ridotti
e costituiscono inoltre ulteriori fonti d'infezione. Non
esistono trattamenti efficaci contro le virosi e il
giardiniere non dispone spesso che di palliativi:
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Rimozione
del soggetto: soluzione semplice e radicale.
Ha il merito di eliminare ogni rischio di contaminazione.
E' tuttavia difficile da prendere... per ragioni
sentimentali.
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Eliminazione
dei rami colpiti: questa pratica limita
l'estensione della malattia. Bisogna tuttavia badare
a ben disinfettare gli arnesi da potatura per evitare
qualsiasi contagio.
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Trattamenti
sistematici contro i parassiti: questo metodo
indiretto non migliora lo stato delle piante colpite,
ma evita l'estensione del virus.
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In taluni casi è in gioco la sopravvivenza stessa della varietà
virosata. I ricercatori sono già riusciti a "devirosare" certe
specie, ma questa tecnica non era ancora stata adattata
alla camelia. E' al
dr Crezé
che
si deve questa
messa
a punto:
dopo numerosi tentativi, ha elaborato nuovi mezzi
di coltura, testato le procedure di disinfezione, affinato
le tecniche d'innesto e di trapianto. L'insieme della procedura
è stata oggetto di una comunicazione all'Association
de L'Agriculture e permette di ottenere
quasi un 70% di successi che portano alla rigenerazione
di numerose varietà
virosate.
E'
evidente che questa passione per la camelia è più che un
hobby per questo clinico in pensione,
e se ne capisce anche la ragione: Jean Crezé
è il pronipote di Jean Heurtin, famoso ibridatore che contribuì
a dare alla camelia di
Nantes i suoi quarti di nobiltà. Buon sangue non
mente.
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Le
camelie sopportano molto bene potature anche severe
e ripartono facilmente dal legno vecchio. |