Possibile
che una piantina così piccola (un pino nero
di 6 mesi) abbia un apparato radicale tanto fitto?
No, se si lascia fare solo alla natura. Infatti le
radici "vere" della piantina sono solo
le tre evidenziate in arancio. Il fitto groviglio
di quelle bianche è un insieme di
funghi nato mettendo a dimora, assieme al
seme del pino, un mix di funghi e batteri elaborato
dal Centro colture sperimentali di
Aosta. "Questi funghi", spiega
il ricercatore Giusto Giovannetti, "funzionano
per la pianta esattamente come radici. O meglio,
amplificano di 800 volte l'apparato
radicale, permettendo alla pianta di nutrirsi meglio.
Inoltre funzionano da filtro: metabolizzano cioè le
sostanze inquinanti presenti nella
terra". Il prodotto "moltiplica-radici" si
chiama Micosat ed è utilizzabile
per la coltivazione di piante di ogni genere:
le renderebbe più resistenti agli stress, meno bisognose di fertilizzanti
e fitofarmaci, e persino più profumate.
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