Un minerale di ampio impiego, utilizzato in agricoltura
fin dal lontano passato, oggi nel mirino dell'Unione Europea
II
rame è stato utilizzato sin dall'antichità a
tutt'oggi perché ha un meccanismo d'azione poco specifico,
quindi non "seleziona" forme resistenti, al contrario
dei moderni anticrittogamici di sintesi;
inoltre possiede potere battericida.
Questo
metallo, sebbene biologico, è tutt'altro che
innocuo per l'ambiente, tanto che l'Unione europea ha emanato
un'apposita direttiva che ne regolamenta e limita l'uso in
agricoltura.
Agisce
sotto forma di ione che, anche se distribuito
in polvere,
dev'essere veicolato da acqua. L'azione biologica è di
contatto, aspecifica e diretta principalmente alle membrane
cellulari nonché, nei funghi, alla parete cellulare.
La
sensibilità dei diversi organismi è inversamente
proporzionale alle loro strutture di isolamento dall'esterno:
batteri e funghi necessitano di elevata umidità o
di acqua allo stato liquido e sono molto esposti al rame;
piante e animali, invece, sono meglio protetti dalle barriere
più o meno impermeabili che li isolano nei confronti
dell'ambiente esterno.
I
composti rameici sono tutti potenzialmente fitotossici,
ma la fitotossicità dipende dalla specie e dalla fase
vitale. In generale, gli organi teneri sono sensibili: è facile
avere fenomeni di fitotossicità nelle prime fasi di
crescita delle piantine o in fioritura.
II
rame ha elevata tossicità per i pesci mentre ha
una bassa tossicità acuta per le api, l'uomo e gli
animali a sangue caldo, anche se può dare pericolosi
fenomeni di bioaccumulo e di tossicità cronica (tende
ad accumularsi nel fegato).
Da
un punto di vista ambientale, ammassandosi nel suolo può alterare l'equilibrio della microfauna terricola,
soprattutto nei suoli acidi; in concentrazioni elevate, può anche
deprimere l'attività degli insetti utili ausiliari
(fitoseidi, coccinelle, crisope e imenotteri). In realtà i
suoli mediterranei sono più facilmente calcarei, dando
meno adito a problemi.
I
formulati commerciali che vengono utilizzati come anticrittogamici sono caratterizzati da una limitata solubilità in
acqua e da una lunga persistenza, caratteristiche queste
che permettono di ottenere un giusto equilibrio tra azione
anticrittogamica e fitotossicità: è sempre
meglio tuttavia non esagerare, distribuendoli solo quando
indispensabile.