Il piacere e l'utilità della raccolta dei semi
di Stefano Bensa

da "Il Giardino Fiorito", settembre 2003


Delle piante annuali o coltivate come tali, ad es. Petunie, Zinnie, Calendule, Aster, Ciclamini, Primule ecc. diciamo subito che è preferibile acquistare tali semi ogni anno - o tutt'al più ogni due anni - presso Case specializzate, perché la promiscuità delle colture dei giardini privati e l'inevitabile fecondazione incrociata rendono impossibile la conservazione in purezza di razze e varietà orticole, cosi come è praticamente impossibile al dilettante operare una selezione accurata.

Infatti, per riottenere il medesimo colore o le stesse caratteristiche di una data varietà non basta scegliere una bella Primula o una bella Cineraria, isolarla e coglierne i semi. La selezione è assai più complicata di così. Per cui è inevitabile che il seme raccolto da varietà orticole si "imbastardisca", come si suoi dire.
Viceversa si riproducono fedelmente dal seme le specie e talune varietà ben fissate; altre volte si tratta di varietà delle quali non ci interessa molto di riottenere individui assolutamente identici, oppure saranno belle piante spontanee che ci piacerebbe poter coltivare in giardino. In tutti questi casi raccogliete almeno un poco di seme, fatelo con tutte le regole e conservatelo bene affinché non debba perdere il potere germinativo.

COME SI DEVONO COGLIERE E PREPARARE I SEMI
E' noto che i semi sono contenuti nei frutti, i quali possono essere carnosi oppure secchi; questi ultimi possono essere deiscenti, vale a dire che lasciano scaturire il seme, oppure indeiscenti. Vi sono anche piante che non producono veri frutti ma presentano semi liberi, come le Conifere e le Cycadee, ed altre come le Felci, i cui organi di riproduzione non sono veri semi ma spore. Ma di queste non ci interesseremo per ora.

Per avere del buon seme conviene ricorrere a quello prodotto dai primi fiori. Per esempio, colui che coglie i fiori migliori e riserva alla produzione del seme gli ultimi fiori della stagione non produrrà del buon seme, ma favorirà un processo di degenerazione. Per molte specie è buona regola fare un diradamento dei fiori così da ottenere una quantità di seme ridotta, ma migliore. Così nella Primula malacoides si lasceranno solo i primi steli e questi si cimeranno al primo verticillastro di fiori; nelle Cinerarie si eliminano i capolini secondari; le spighe dei Delphinium annuali e perenni si tagliano di due terzi in modo da lasciar andare in seme soltanto il terzo inferiore; per la produzione dei piselli odorosi si utilizzano i primi fiori, situati più in basso sulle piante. E così via.
In un giardino si producono anche semi di piante di una stessa specie in miscuglio di colori. In questo caso il compito è in un certo senso facilitato in quanto la selezione si limita a prendere in considerazione l'abbondanza della fioritura e la taglia delle piante ed a dosare opportunamente i colori in modo da ottenere approssimativamente una determinata proporzione tra le diverse tinte. L'ideale sarebbe, in questo caso, di fare il seme per colori separati e poi mescolare i semi nelle proporzioni volute. E' risaputo infatti che nelle piante che si coltivano in miscuglio tendono a prendere il sopravvento, col susseguirsi delle generazioni, alcune forme e alcuni colori, mentre altri vanno gradatamente scomparendo. Questo avviene perché vi sono caratteri dominanti che negli ibridi predominano su altri caratteri detti recessivi.
Nel caso della Fresia in miscuglio, ad es., il colore rosso tende a scomparire, nella Primula malacoides i colori lilla e violacei dominano sugli altri, nella Gazania hybrida i colori tendenti al rosso si perdono presto assieme ai colori più tenui e con il susseguirsi delle generazioni la gamma delle tinte si restringe fino a tornare all'arancione della G. splendens. Il giardiniere farà quindi bene ad escludere dai portasemi il massimo numero di piante dotate di caratteri "prepotenti".

Comunque siano racchiusi, bisogna cogliere i semi dopo essersi assicurati che siano maturi. I frutti di ciascuna specie si distendono in uno strato sottile su vassoi o setacci o in scatole di cartone e verranno muniti, all'atto stesso della raccolta, di un'etichetta col nome esatto e con la data.
Bisogna farli asciugare: a tale scopo si espongono per un poco al sole, ma l'asciugamento è meglio completarlo all'ombra o in locale asciutto e ventilato.
I frutti deiscenti, come le capsule dei Dianthus e delle Viole, i legumi del pisello odoroso e delle acacie, le silique delle violacciocche, dell'Eschscholtzia e delle bignonie, i follicoli delle aquilegie e dei Delphinium ecc., non richiedono altra avvertenza che di essere colti prima che siano aperti ed abbiano espulso tutti i semi. Ma siccome molti semi si disperdono facilmente - o per deiscenza o perché trasportati dal vento o perché divorati da animali e specialmente dagli uccelli - è necessario, in questi casi, insacchettare i frutti quando sono ancora sulla pianta, in via di maturazione; non si adoperino però sacchetti di plastica ma di garza.

Una volta colti si esporranno al sole affinché i frutti possano aprirsi e liberare i semi; ma è prudente coprire le scatole con una rete metallica o con un setaccio. Infatti, molti frutti deiscenti (ad es. quelli delle Impatiens, dell'Eschscholtzia, del ricino, del Manihot, dei Croton ecc.) proiettano i semi anche a grande distanza, mentre i semi piumosi e leggeri volano via con un soffio di vento; se non si coprissero si rischierebbe di non ritrovare nella scatola neppure un seme. Qualche volta i semi non vengono espulsi completamente dai loro frutti ed allora bisogna fare una specie di trebbiatura in piccolo. Cosi per le fresie, i piselli odorosi, i garofani ecc., caso per caso si deciderà quale sia il procedimento migliore. Se si tratta di piccolissime quantità è senz'altro preferibile aprirli a mano. Se la quantità è maggiore, dopo averli fatti seccare bene al sole, si possono porre i frutti in fondo ad un sacco resistente che si afferra all'imboccatura e si batte ripetutamente e con forza per terra o contro un muro. Un altro modo è quello di battere sui frutti secchi, stesi su un telo, con un ramo flessibile di bambù, di nocciolo o di castagno. Se si tratta di semi abbastanza duri, tali da sopportare un simile trattamento, si può far passare e ripassare sui frutti stesi su un tavolo una bottiglia o un altro corpo cilindrico. Dopo aver fatto uscire i semi dai frutti è necessario separarli dalla pula, il che si ottiene ventilandoli o setacciandoli con vagli adatti.
I semi contenuti in frutti o in falsi frutti carnosi e indeiscenti debbono essere estratti dall'involucro. Per alcuni è conveniente aprire i frutti con un coltello, quindi toglierne i semi; così per i Prunus e per molte specie di rose. Altri frutti carnosi si fanno prima maturare molto bene e poi si spappolano nell'acqua con le mani. I semi si separano nell'acqua dalla buccia e dalla polpa per effetto del loro maggiore peso, che li fa precipitare in fondo; se ciò non avviene, si usano setacci con maglie di larghezza appropriata. Così si preparano i semi di Rosa canina, Cotoneaster, Photinia, Asparagus, Berberis, Mahonia, Solanium, Cereus, Passiflora ecc.
I semi, ben asciutti, si debbono riporre in recipienti permeabili all'aria, posti in locali molto asciutti.

I semi contenuti in capsule,come quelle dei papaveri, vanno raccolti sistemando le capsule fresche in una scatola di cartone, posta ad asciugare inizialmente al sole, quindi in un luogo asciutto e ventilato.
In altri casi si riuniscono i fiori in mazzi che si lasciano seccare all'aria, quindi in un sacchetto scuro.
I sacchetti vanno legati e sistemati, appesi in un luogo asciutto e ventilato.
Per raccogliere i piccoli semi dalle capsule ormai secche, occorre sistemare le capsule in sacchetti scuri per completare l'essiccazione.
Le capsule secche vanno rotte per far uscire i piccoli semi. Quindi occorre separare i semi dai detriti con l'aiuto di un setaccio a maglie adeguate alle dimensioni dei semi.
I semi secchi e ben puliti si sistemano in sacchetti di tela o di carta. Un'operazione da non dimenticatre è l'aggiunta del cartellino. L'immagazzinamento va fatto in un ambiente asciutto e ventilato.