L'OROLOGIO DI FLORA
di Elena Tibiletti (Giardinaggio, giugno 2006)

 

Il tempo passa, purtroppo, ma ce ne possiamo ricordare in modo gradevole attraverso la bellezza dei fìori che lo segnano durante l'arco del giorno.

 

 

 


Negli anni '70 e '80, nei giardini delle città italiane, alcune Amministrazioni comunali avevano pensato bene di ricordarci che il tempo passa, anche mentre ci stiamo rilassando, in una minuscola oasi di verde circondata dal traffico. Nel centro delle aiuole dei principali giardini (in genere nei pressi della stazione ferroviaria o della piazza principale), campeggiava un gigantesco quadrante d'orologio, definito da orrende strutture plastiche, riempito a casaccio di fiori, e dotato di lancette che, meccanicamente, segnavano le ore.
Fortunatamente, come tutte le mode artificiose (e brutte), complici probabilmente le ristrettezze economiche comunali e gli atti vandalici sempre più frequenti, questi improbabili orologi sono ormai scomparsi. Volevano forse sintetizzare l'unione della moderna tecnologia con la natura «imperfetta»?
Ma la Natura è molto più perfetta di quanto noi immaginiamo, e soprattutto non ha bisogno di alcun movimento meccanico per evidenziare il trascorrere del tempo: il mondo vegetale non scandisce solo i cambi di stagione, sotto gli occhi di tutti, ma segna addirittura il succedersi delle ore!

Merito degli studi di Linneo

I fiori infatti non si aprono tutti in uno stesso momento della giornata, bensì in orari diversi: onore al merito per Carlo Linneo, il grande naturalista svedese del XVIII secolo che, durante i suoi lunghi e approfonditi studi di botanica, fece questa scoperta.

Mentre stava svolgendo il monumentale lavoro di classificazione di tutte le specie animali e vegetali allora conosciute, secondo la nuovissima nomenclatura binomiale (genere e specie), Linneo ebbe modo di osservare nei minimi dettagli i cicli biologici e i comportamenti di numerosissime piante: fu perciò quasi un gioco per l'eminente botanico identificare 24 piante i cui fiori sbocciano nelle 24 ore del giorno, così da realizzare un vero e proprio segnatempo, appunto l'Orologio di Flora, naturalmente valido per la latitudine di Uppsala.

In questo orologio sui generis non sono necessarie lancette, rubini, quarzo o litio, ma solo la magica perfezione della Natura. A ogni ora, del giorno e della notte, corrisponde una specie vegetale, che ha la caratteristica di aprire i propri fiori circa in quell'orario della giornata: così il mezzogiorno viene rallegrato dalle bellissime corolle fucsia o rosse del fico degli Ottentotti (Carpobrotus acinaciforme), e la mezzanotte si illumina dei grossi fiori bianchi della regina della notte (Selenicereus grandiflora). Nei secoli passati l'Orologio di Flora, adattato nelle sue specie alla realtà climatica di ogni Paese europeo, riscosse un notevole successo presso la ricca nobiltà europea, i cui membri erano sempre in gara tra di loro per magnificienza e potenza: questo particolare divertissement valse la conquista di parecchi punti nella scala sociale (e di molti cuori femminili) da parte di svariati gentiluomini.

Orologi viventi

Fra i "segnaorario" più precisi si annoverano Portulaca grandiflora (a destra) che si apre alle 8 del mattino e Ipomoea purpurea (a sinistra) alle 5, sempre del mattino.


Ciascuno con le proprie abitudini

Esistono infatti, come tra gli uomini e gli animali, i fiori «allodola» e quelli «gufo». I primi si svegliano presto, ma altrettanto presto salutano per andare a dormire: bastano l'incipit dell'alba o i primi raggi solari a far schiudere tutte le Convolvulacee (dai convolvoli alle ipomee), gli elicrisi, il lino, la dicentra, le portulache e l'anagallide. Ci vuole il cocente sole del mezzodì per avere ragione del sonno di crisantemi, dalie, tutte le Aizoacee (mesembriantemi, Lampranthus, Dorotheanthus, ecc.). All'imbrunire si svegliano belle di notte (Mirabilis jalapa), enotere e alcune Cactacee.
Gli orari di apertura e chiusura delle corolle sono per alcune specie (come l'eliotropio) predeterminati geneticamente, dunque indipendenti dalle condizioni meteorologiche e funzionali all'attività fisiologica di ogni specie, mentre per altre dipendono dal calore e dalla luce solari: quasi tutte le Composite (le margherite, per intenderci) hanno bisogno del calore del sole per attivare un meccanismo di apertura dei «petali» controllato dall'umidità dell'aria (meccanismo «igroscopico»), lo stesso che governa le corolle delle Aizoacee.

A proposito di meccanismi igroscopici: se volete sapere che tempo farà l'indomani, riservate un angolo a una Carlina acaulis (funziona anche tagliata e ormai seccata, appesa alla porta di casa o conservata in un vaso senz'acqua), un Sonchus sibiricus, una Stipa pennata (lino delle fate) i quali, se prevedono pioggia, si comportano rispettivamente così: si chiudono anzitempo, rimangono aperti a oltranza anche di notte, distendono la spiga. Per le Cactacee invece la ragione dell'apertura notturna è differente: si aprono di notte per non perdere preziosa acqua, altrimenti fatta evaporare dagli sferzanti dardi solari, preservando la possibilità di fecondazione grazie alla complicità delle falene. Certo è che nulla viene lasciato al caso, in Natura...

L'Orologio in giardino

Realizzare nel giardino di casa un Orologio di Flora non è cosa semplicissima, ma è fattibile con qualche accorgimento. Condizioni essenziali sono: il clima, piuttosto mite (cioè senza grandi sbalzi di temperatura; per intenderci, il clima ideale è quello della Riviera ligure, delle coste toscane o del Meridione collinare), perché una parte delle piante che compongono l'orologio teme il freddo; l'altitudine, che non deve superare i 600 m; la posizione, soleggiata; e infine l'estensione di terreno a disposizione (almeno 25 mq).
In alternativa, con un impatto scenografico decisamente meno coinvolgente, potete prevedere una serie di vasi, disposti a cerchio in giardino o allineati in rigoroso ordine orario lungo la ringhiera del balcone; se poi il clima non è clemente, potete piantare in vaso le specie più esigenti in fatto di temperatura (le Cactacee e le Aizoacee), così da tenerle all'aperto interrandole con tutto il contenitore nel quadrante durante la bella stagione e da estrarle per ripararle agevolmente in casa o in serra al sopraggiungere del freddo.
Il disegno riporta l'elenco valido per l'Italia, con il relativo orario d'apertura: buona parte di esse sono piante ornamentali, annuali o perenni, reperibili con una certa facilità presso garden center; alcune invece crescono spontanee in natura: potete quindi cercare nei prati e nei boschi i semi (raccogliendo le corolle sfiorite da qualche giorno) di grespini (Sonchus tenerrimus), vilucchio (Convolvolus arvensis), salsèfrica (Tragopogon porrifolius), trifoglio, mordigallina (Anagallis arvenis), latte di gallina (Ornithogalum umbellatum), geranio di S. Roberto (Geranium robertianum) e alisso. La circonferenza esterna e i settori orari si possono delimitare con pietre, con le quali potrete anche disegnare i numeri delle ore: dedicherete la parte più interna del cerchio alle piante diurne (comunque visibili) e l'anello più esterno alle notturne; fate molta attenzione a cogliere l'unica notte in cui fioriscono le tre Cactacee fra le 22 e le 24: difficilmente nella stessa stagione avrete una seconda occasione! Il momento di massimo splendore dell'Orologio è tra maggio e luglio, quando sbocciano i fiori di quasi tutte le specie, con l'eccezione della brugmansia che fiorisce in agosto. Attenzione: naturalmente i vostri fiori segneranno l'ora solare, non quella legale in vigore...
Oltre a essere una curiosità da sfoggiare, al pari dei nobili del Settecento, vi darà il modo di verificare tangibilmente la perfezione della natura: l'unico difetto sta nel fatto che in inverno... l'Orologio di Flora non funziona!

L'Orologio di Flora di Bacoli


Il primo orologio floreale del Mezzogiorno, forse anche il primo in tutta Italia, è stato realizzato presso l'Azienda agricola II Ramo d'Oro a Bacoli (NA), come frutto della passione della titolare, Teresa Vitale.
Per realizzarlo ci sono voluti due anni di ricerca a cui hanno contribuito Tina Amato e Bruno Menale, del Real Orto Botanico di Napoli, e Daniela Ladiè, autrice, con Enrico Donati, del libro Orologio di Flora (Ed. Asclepio, tel. 02/5765611, 41 Euro), che affronta anche dal lato storico il curioso «oggetto».
L'orologio, inaugurato nel 2003, occupa un'area di 30 metri quadrati ed è distinto in 24 settori, ciascuno dei quali costituito da una diversa specie vegetale i cui fiori si schiudono a una determinata ora del giorno o della notte. È visitabile ogni weekend (ingresso libero), su prenotazione, fino a ottobre, anche se i mesi migliori per apprezzare quasi tutte le fioriture sono giugno e settembre.

Ecco l'elenco delle specie, dalle ore 1 alle ore 24: Sonchus tenerrimus, Tragopogon porrifolius, Convolvulus arvensis, Hemerocallis fulva, Ipomoea purpurea, Taraxacum officinale, Nymphaea alba. Calendula offìcinalis, Osteospermus pluvialis, Gazania rigens, Ornithogalum umbellatum, Carpobrotus acinaciforme, Delosperma cooperi, Scilla peruviana, Portulaca grandiflora, Alissum maritimum, Miralibis jalapa, Ipomoea bona/nox, Silene noctiflora, Tradescantia virginiana, Datura stramonium, Cereus, Echinopsis, Selenicereus grandiflorus.

Di esse, alcune sono molto precise nel clima napoletano, altre meno, altre ancora sono «sotto osservazione». Il 23 giugno si tiene la Festa di Flora, odori e magia nella notte di S. Giovanni, un'occasione per ammirare l'orologio e assistere a uno spettacolo teatrale.


Info

Azienda Agricola «Il Ramo d'Oro», Bacoli (NA) tel. 081.8545351
cell. 338.42 72 096 - 335.15 61 701