Piante che muoiono graziosamente

(The Garden, novembre 2007)

Articolo e fotografie : Roy Lancaster
membro dell'RHS Woody Plant Committee
Traduzione : Mariangela Barbiero

Roy Lancaster ammira i risultati, spesso inattesi, della variopinta chimica
autunnale nelle foglie di graminacee e perenni semi-sempreverdi


Fu Graham Stuart Thomas, il famoso e appassionato plantsman, che una volta mi fece notare, mentre stavamo ammirando la fioritura di una perenne in una bordura dell'Wisley Garden, come questa "anche morisse elegantemente". Fino a quel momento non credo di aver davvero valutato pienamente il contributo offerto in giardino dalle perenni allo scenario autunnale. Siamo così abituati, suppongo, all'irresistibile valore delle piante arbustive, come aceri, viburni et similia che le perenni vengono spesso sottovalutate, se non addirittura del tutto ignorate. Eppure ce ne sono parecchie che, una volta al posto giusto, mettono in piedi un intrigante spettacolo nella stagione che muore.
Prendete le hosta per esempio. Ricordo la mia prima visita in Giappone, diciassette anni fa, quando mi portarono a visitare il monte Hakuun a Hokkaido, le cui pendici erano disseminate di ciuffi di Hosta sieboldiana. Era una luminosa mattina di ottobre e le grandi foglie che stavano diventando giallo dorato erano visibili anche a grande distanza. Ho riscontrato un effetto simile anche con altre hosta in altri giardini e, sebbene la loro bellezza fosse passeggera, allietavano comunque gli occhi nelle uggiose giornate autunnali.

Splendidi bulbi
La bulbosa Nerine bowdenii originaria del Sudafrica è una gioia autunnale per molti giardini, quando i fiori rosa intenso, simili a quelli dell'agapanto, compaiono su lunghi steli. Le foglie possono perdurare verdi anche fino alla fine dell'inverno per poi passare al giallo prima di andarsene. Anche l'Agapanthus africanus può offrire un simile spettacolo luminoso, l'importante per entrambi è essere piantati in pieno sole e con l'apice del bulbo quasi a livello del terreno, sennò non fioriscono.
Diverse graminacee sono rinomate per l'effetto che il loro fogliame produce in tarda stagione e che continua ad allietarci anche in inverno. Ci sono poche piante che rendono meglio del Miscanthus sinensis e delle sue numerose cultivar, ampiamente disponibili. Uno dei migliori è M. sinensis 'Flamingo' i cui ciuffi di foglie verticali raggiungono il metro in estate e terminano con cascanti infiorescenze rosa; in autunno il verde fogliame arcuato si colora di uno straordinario arancione dorato, che diventa più pallido in inverno. È particolarmente indicato nei giardini più piccoli come esemplare a sé, perché può raggiungere i 160 cm e più.
Un'altra popolare e rustica graminacea, molto piccola, che raggiunge a maturità i 35 cm di altezza e quasi il doppio in larghezza, è Hakonechloa macra 'Aureola', una delle pochissime graminacee da ombra che grazie alle foglie striate giallo-verdi illumina meravigliosamente un angolo buio. Questa graziosa pianta giapponese dai bassi cespuglietti di steli arcuati e sottili, che in autunno passano a un giallo paglierino, si può coltivare in vaso o in piena terra. A fine inverno tagliare a 10 cm dal suolo.


Bordi colorati
Il fogliame di tante perenni che crescono in zone umide ai bordi dell'acqua è di bell'effetto in autunno, come mi fece ricordare una mia visita qualche anno fa all'Hortus Botanicus, una gemma nascosta dell'Università di Leida nei Paesi Bassi. Quando la curatrice di allora, Carla Teune, mi mostrò il lago rimasi impressionato dalla mole della Typha angustifolia, con i suoi steli eretti come lance e le foglie di un caldo e delicato color camoscio sotto il sole di ottobre.
Completamente diverse per colore ed effetto, ma ugualmente impressionanti, erano le fronde di Osmunda regalis (felce rustica decidua) che una volta vidi sul bordo di un fosso nei Savill Gardens di Windsor. Lo spettacolo era iniziato a ottobre con i pennacchi che viravano al bronzo; nel momento della mia visita, in dicembre, le piante stavano passando al rosso ruggine, stupefacenti contro gli alberi nudi e il nebbioso paesaggio circostante.
Chiunque coltivi la Darmera peltata conosce bene le ricche tinte delle sue foglie a forma di ombrello. Nel corso degli anni, mi sono beato molte volte dei panorami offerti ai bordi di laghetti o corsi d'acqua da questa perenne dell'America nordoccidentale, i cui grappoli di fiori rosa su lunghi steli in primavera sono un bonus.

 

Attrazioni invernali
Alcune bergenie sono famose per le loro sfumature porpora o rosso intenso da autunno a inverno, prima fra tutte la B. purpurascens originaria dell'Himalaya orientale e della Cina sudoccidentale. Le selezioni da seme e gli ibridi possono variare molto sotto questo aspetto; alcune sono belle, altre eccellenti, come quelle che si trovano ai "Sir Harold Hillier Gardens" nell'Hampshire. I ciuffi audaci di foglie carnose, che nascono verdi, sono per me al massimo in novembre, quando la metà inferiore della foglia è di un ricco verde mentre il resto è sfumato di un caldo rosso rosa - una combinazione stravagante ma assai affascinante - e in inverno diventano di un ricco rosso porpora. Fortunatamente, in questo caso il colore delle foglie non è presagio di morte imminente!
I colori, spesso inattesi, di due beniamine dei piccoli giardini, in passato mi hanno entusiasmato. Una volta ho visto un'elegante piantina di Epimedium x rubrum nel giardino della compianta Amy Doncaster nell'Hampshire; i suoi ciuffetti di foglie lucide erano diventati di un bel rosso amaranto. Era novembre e lo spettacolo non finì lì, ma continuò per tutto l'inverno, sebbene le foglie stessero lentamente sbiadendo, ed è sempre bene tagliarle a inizio primavera.
Fino a poco tempo fa nel mio giardino avevo una pianta nana di Aruncus aethusifolius; le sue graziose, fragili e felciformi foglie in estate, in qualche anno viravano a un'allegra combinazione di giallo dorato, arancione e infine rosso. Forse era la crescente aridità causata dalle radici degli alberi a provocare il mutamento, e senza dubbio contribuì, purtroppo, a far morire la mia pianta. Ma almeno morì graziosamente. Graham Stuart Thomas avrebbe approvato!