INVITIAMO GLI UCCELLINI

di Lorena Lombroso (Giardinaggio, ottobre 2007)


Tutti gli accorgimenti per rendere sicuri e ospitali i nostri spazi verdi, trasformandoli in oasi naturali dove una varietà di uccellini può trovare cibo e rifugio in ogni stagione dell'anno.

Conversazione con Franco Roscelli e Angela Zaffignani

Un concerto in giardino
II fringuello, a sinistra, ha un canto nuziale straordinario: un gorgheggio che termina con una cascata di note imperiose. La capinera, a destra ha un canto malinconico e
flautato, che si ode da lontano: ama infatti cantare nascosta e appartata,
al sicuro fra le fronde degli alberi.


Medico di professione e naturalista per passione, Franco Roscelli si occupa di ornitologia e tutela degli ambienti naturali dal 1984, anno in cui diventa socio e attivista LIPU. Dal 2004 è membro del Consiglio direttivo dell'AsOER, Associazione Ornitologi dell'Emilia-Romagna, e ha al suo attivo innumerevoli iniziative a favore della fauna alata, in particolare quella che vive in città, tra cui l'installazione di nidi artificiali e mangiatoie nei luoghi idonei per attirare e sfamare gli uccelli.
E' dunque un esperto, ma prima ancora è un entusiasta e attento protettore del mondo naturale che sopravvive nei nostri ambienti urbani. Ma come mai questa attenzione agli uccelli di città? "Il motivo è che ormai le aree urbane hanno assunto un ruolo importante per la conservazione dell'avifauna", spiega Roscelli. "Il degrado degli ecosistemi naturali e l'espansione delle aree abitate e industriali hanno spinto molti uccelli selvatici a rifugiarsi negli ambienti realizzati dall'uomo". Roscelli ci invita a immaginare una città vista dall'alto: agli occhi di un uccello è un susseguirsi di rilievi rocciosi (i palazzi) e di gole (le strade fra le case), con qualche raro corso d'acqua e aree di alberi e prati, simili a boschi e praterie. Un ambiente non inospitale, dunque; talvolta migliore delle campagne ormai prive di siepi, dove l'agricoltura intensiva e il conseguente elevato uso dei pesticidi sono l'arma migliore per disfarsi della vita naturale. "Paradossalmente", continua Roscelli, "in città l'ambiente è più sicuro: la caccia è vietata, vecchi muri coperti di rampicanti offrono luoghi ove nidificare, il clima invernale è meno rigido che in campagna e il cibo è spesso facilmente disponibile".

un nido della Lipu, organizzazione che da decenni si batte per diffondere la tutela della fauna in città e in natura.

E' però importante imparare a riconoscere le diverse specie e le loro abitudini, perché solo in questo modo sarà possibile mettere a disposizione nidi adatti e cibo apprezzato. Ed è fondamentale creare, in giardini privati e parchi pubblici, una grande biodiversità. "Nelle aree verdi cittadine recenti l'ambiente è poco ospitale: solo poche specie vi si adattano, fra cui i poco amati colombi di città e le tortore dal collare", prosegue Roscelli. "I grandi alberi maturi dei parchi storici (tiglio, farnia, acero campestre, carpino, olmo...) offrono cavità adatte per la nidificazione; le siepi di arbusti che forniscono semi e bacche dalla polpa appetibile, offrono abbondante nutrimento. Ed è anche importante lasciare qualche albero morto, la cui funzione nell'ecosistema è di insospettabile importanza". Roscelli, che ha lungamente studiato l'avifauna del Giardino Ducale di Parma, ricorda che persino i muri dei vecchi edifici del centro storico danno rifugio ad alcune specie di uccelli. Rondoni e codirossi, ad esempio, non trovano grande differenza tra i loro ambienti naturali di origine e un edificio barocco o rinascimentale, che con i suoi anfratti offre ottimi luoghi per un nido accogliente e sicuro.

 

In questa bella immagine, un pigliamosche (Muscicapa striata) che si è abituato a posarsi su un vecchio rastrello abbandonato contro una recinzione. Questo uccello nidifica tra le biforcazioni dei rami e nei muri coperti da piante rampicanti dove costruisce un nido fatto di muschio e lanuggine. Si nutre di bacche ma soprattutto di vermi, bruchi e insetti, inclusi molti tipi di parassiti delle piante.

 

Birdwatching in giardino e in città


Roscelli invita ad apprezzare una delle più affascinanti attività naturalistiche che si possano svolgere in città, parchi e giardini domestici: il birdwatching, termine che può essere tradotto come 'osservazione degli uccelli selvatici nei loro habitat naturali'.
Un binocolo (più luminoso che potente, per esempio un modello 8x30), un manuale di riconoscimento degli uccelli e un po' di pazienza sono le armi di questa caccia innocua e appassionante. In autunno e inverno, le mangiatoie che si possono installare negli spazi verdi attirano una grande varietà di specie ed è possibile notare comportamenti curiosi e abitudini diverse. Passeri e fringuelli arrivano in piccoli gruppi, mentre il pettirosso è solitario e canta nascosto, emettendo un gorgheggio; la cinciallegra, che arriva per prima nelle mangiatoie, emette uno squillante ticciù-ticciù molto riconoscibile. Altre creature splendide come la ghiandaia, il picchio e il verdone si abituano a frequentare gli spazi verdi urbani se non vengono disturbati. Roscelli sottolinea come gli uccelli siano uno straordinario 'antiparassitario' per le piante: un rondone cattura fino a 20.000 insetti al giorno, i picchi mangiano le larve del legno, le cinciarelle sono ghiotte di insetti delle piante...

 

Alleati del giardiniere



Gli uccelli che popolano campagne e città sono ottimi alleati per la lotta ai parassiti, in quanto molte specie si cibano di insetti e larve. Altre, nel corso dell'evoluzione, si sono specializzate nel cibarsi di semi o nell'adattarsi a cibi di diversa natura, come passeri e merli. Spesso, in campagna l'uso dei pesticidi rende inospitali i campi, ormai quasi sempre privi di siepi, che costituiscono un habitat fondamentale. Ecco perché molti uccelli si trasferiscono nelle zone urbanizzate: parchi e giardini di città sono diventati così luoghi indispensabili per l'accoglienza e la tutela della fauna alata.

Il picchio rosso maggiore ama frequentare vecchi alberi che si prestano a essere svuotati per creare una cavità in cui nidificare. Si nutre di larve e insetti xilofagi ma anche di bacche, semi e ragni, e non di rado in inverno si avvicina alle abitazioni per cercare avanzi alimentari.

Ristorante aperto in inverno... per chi vola



Per i granivori mettete a disposizione semi di girasole, di miglio, di panìco. I fiocchi d'avena e di cereali in genere sono amati dai fringuelli, come anche arachidi, noci e nocciole, di cui gazze e ghiandaie fanno scorte invernali nelle cavità degli alberi.
II pane vecchio ammorbidilo con acqua e le briciole di torte vanno serviti sbriciolati.
Tordi, merli e storni amano pere e mele ammaccate o troppo mature, tagliate a metà.
Formaggio, cotenne, strutto e lardo sono utili per gli insettivori, per i quali sono reperibili in commercio anche dei mangimi invernali idonei. Un impasto di lardo e semi, in una mezza noce di cocco fresca, è un invito a pranzo per molti tipi di uccelli presenti nell'ambiente urbano e nelle campagne.
E poi fondamentale arricchire lo spazio con piante che danno bacche: biancospino, prugnolo e cotoneaster sono perfetti per dare nutrimento alla fauna alata.


Cibo e rifugio

A sinistra, una mangiatoia tubolare per mettere a disposizione semi di vario tipo (modello Ferplast, www.ferplast.com, che dispone di una vasta gammma di mangiatoie per uccelli selvatici).


A destra, un nido "a cassetta chiusa" appeso a un grande albero.


Come creare un birdgarden


Un angolo verde popolato di uccelli, farfalle e vita naturale: è un progetto sempre più prezioso e utile per tutelare il fragile ecosistema delle zone urbanizzate. L'idea del birdgarden nasce dalla volontà di accogliere e rispettare la fauna: ecco perché Angela Zaffignani ne propone la realizzazione anche nei giardini scolastici. La sua Società Italiana Birdgarden (SIB) ha curato il progetto e la realizzazione di birdgarden in scuole e realtà urbane, e si occupa di ideazione del verde secondo criteri ecologici e di comunicazione ambientale, organizzando corsi di giardinaggio e orticoltura biologica.

Per creare un birdgarden, il consiglio di Angela è quello di arricchire la vegetazione con siepi miste autoctone, ricche di frutti e bacche; di creare condizioni di tranquillità, limitando al minimo i rumori e l'uso delle macchine, preferendo semmai quelle a batteria; di disporre nidi artificiali e mangiatoie di diverso tipo, con una scelta di cibi (semi, frutti, strutto, formaggio). La mangiatoia va tolta in primavera, perché i piccoli nuovi nati non devono abituarsi alla fornitura artificiale dell'alimento.

particolare dell'opera di Alessandro Bimbatti, vincitore del 1° premio del concorso di pittura naturalistica "Gabriele Pozzi', Maggio 2006.

Angela Zaffignani è anche l'ideatrice dell'unica mostra-concorso nazionale di pittura naturalistica, dedicata al grande artista Gabriele Pozzi, che si tiene a Parma nell'ambito dell'evento Giardini Aperti. Info: SIB Società Italiana Birdgarden, Parma, tel. 339/119 79 89, birdgaden@libero.it.

 

 

A sinistra: la ghiandaia, lo dice il nome, è ghiotta dei frutti delle querce. Frequenta i boschi ma anche parchi, viali alberati e giardini; si nutre anche di invertebrati, uova e nidiacei. A destra il frosone è un bellissimo uccello granivoro il cui becco riesce a forare il guscio di ciliegie e olive. Ama frequentare gli aceri e i noccioli dove trova cibo e rifugio

A destra la cinciarella, comune nei parchi e giardini di città, si nutre di insetti in estate, mentre in inverno apprezza anche semi, frutta e bacche.

 

 

 

Info: Franco Roscelli tiene incontri e conferenze sul terna della tutela dell'avifauna e della protezione delle oasi naturali urbane. Potete contattarlo alla email froscelli@yahoo.it.

Per conoscere le attività dell'Asoer; Associazione Ornitologi Emilia Romagna: www.asoer.org

Per conoscere le attività della LIPU, trovare la sede nella vostra zona e acquistare nidi artificiali e mangiatoie: www.lipu.it