LE BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA

di Eraldo Antonini (Giardini,
gennaio-febbraio 2007)

 

ll rincaro continuo dei prezzi degli idrocarburi e il loro possibile esaurimento in virtù di una continua estrazione, ha indirizzato l'attenzione verso fonti alternative di approvvigionamento energetico: dal ritorno allo sfruttamento di energia solare ed eolica, alla produzione di energia nucleare.
Negli ultimi tempi l'attenzione si è concentrata sulle cosiddette biomasse che sono materiali organici di tipo non fossile, a differenza degli idrocarburi presenti negli strati profondi della terra, che sono anch'essi di origine biologica ma di "antica" formazione.
L'impiego della biomassa finalizzata alla produzione energetica ha degli indiscutibili vantaggi, quali proficuo utilizzo dei rifiuti organici, riduzione delle emissioni di zolfo, rinnovabilità anche in tempi brevi (si pensi ai rifiuti organici). Una strada sicuramente da percorrere.

 

Che cos'è la biomassa?

La biomassa deriva da una produzione recente che, il più delle volte, rappresenta un problema, in quanto classificata come rifiuto. Infatti, la biomassa può derivare dagli scarti dell'industria di trasformazione dei prodotti agricoli, dai residui organici degli allevamenti zootecnici, dai residui della produzione agricola e di quella forestale, dal materiale di risulta dei giardini privati e delle aree verdi pubbliche (sfalci del prato, residui di potatura, abbattimenti), dalla componente organica dei rifiuti domestici, dai residui della lavorazione del legno. Oltre a questi scarti, la biomassa può essere formata da coltivazioni agrarie o forestali espressamente indirizzate a questa finalità.

Anche il giardino può essere utile

La biomassa può fornire energia attraverso diversi processi che richiedono, a loro volta, un maggiore o minore apporto energetico per essere attivati e completati. La forma più diretta per produrre calore è quella della combustione. A questo riguardo l'impiego di termocamini (per singole abitazioni private) consente di bruciare la legna, con un alto rendimento termico rispetto al camino tradizionale, utilizzando anche residui del giardino, legno derivante da abbattimenti e potature. Se l'area del giardino fosse sufficientemente ampia si potrebbe destinarne una parte alla creazione di un boschetto da cui attingere la materia prima per l'alimentazione del camino. Nel caso dell'utilizzo di caldaie per riscaldamento industriale la combustione può essere finalizzata alla formazione di vapore, a sua volta sfruttabile in un ciclo termodinamico in grado di produrre energia elettrica.

Biomasse di altra derivazione

Dai residui organici derivanti dagli allevamenti zootecnici ma anche dall'industria agroalimentare o urbani (acque nere), tramite un processo di fermentazione in assenza di ossigeno si ottiene il metano (oltre ad anidride carbonica). Altri processi sono dati, ad esempio, dalla cosiddetta termovalorizzazione, dalla pirolisi (decomposizione termochimica), dalla carbonizzazione (che porta alla formazione di carbone). Esistono poi altre possibilità di ottenere energie alternative, quali ad esempio la produzione di combustibili liquidi derivanti da colture agrarie come soia, colza, girasole e sorgo, frontiera in cui l'Italia si era già cimentata con l'Enichem.