GIARDINAGGIO AL FEMMINILE
di Enrico Bassignana (Giardinaggio, settembre 2005)

L'altra metà del cielo che ruolo ha assunto nel mondo del verde italiano?
Ne abbiamo parlato con alcune protagoniste del giardinaggio italiano.

Proponiamo che il prossimo premio per il miglior giardiniere del mondo sia conferito alla signora Maria. Che compera i gerani parigini, moltiplica per talea (anche per risparmiare), pianta rose e forsizia, ma ogni tanto porta a casa anche una pianta inconsueta, scoperta magari in un vivaio o sulle pagine di un rotocalco, e fa di tutto per mantenerla in vita. Ma il verde "in rosa" è tutto qui? Un affetto sincero, dove la coltivazione dei fiori è un'estensione delle cure domestiche? Rispondere "no" tout court è troppo facile. Come pure affermare che il verde rosa è quello della rosa 'Silvina Donvito' che gli ibridatori Barni hanno dedicato a una delle grandi protagoniste del giardinaggio italiano, a cui si deve tra l'altro la celeberrima "Tre giorni per il giardino" di Masino. Silvina è scomparsa l'anno scorso, lasciando in eredità la sua passione e la sua grande competenza professionale.

Un mondo per uomini?

Ma bisogna riconoscere che il giardinaggio è ancora un universo prevalentemente maschile, anche se sono tante - e sempre di più - le donne che si mettono in evidenza, in vari ruoli. È sufficiente scorrere il catalogo di qualche mostra (Masino, Orticola, Colorno...) e vedere quante siano le vivaiste specializzate. Oppure frequentare convegni: a quello dedicato al mestiere del giardiniere (con riferimento alla figura importantissima del giardiniere-curatore di giardini storici) tenutosi a Verbania, lo scorso anno, tra le altre hanno parlato Anna Totolo, responsabile della formazione alla Fondazione Minoprio, Renata Lodari, responsabile dell'Archivio ville e giardini del Museo del Paesaggio di Verbania, e sua sorella Carola Lodari, ricercatrice dello stesso ente e grande esperta di giardini europei.
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onne che organizzano eventi, donne che coltivano, donne che insegnano: inevitabile, a questo proposito, citare Elena Accati: insegnante di Floricoltura alla Facoltà di Agraria di Torino, dirige il corso di perfezionamento universitario su "Parchi, giardini e aree verdi" e la scuola di specializzazione in "Parchi e Giardini".
Donne che amano il verde, anche: e l'accenno alla realtà torinese, per associazione di idee, richiama il nome di una grande giardiniera, Marella Agnelli. Presidente onoraria della "Tre giorni", cura personalmente il parco della sua dimora a Villar Perosa, che ha fotografato in varie stagioni raccogliendo le immagini nel libro 'Giardino segreto'.

Vivaiste con grinta e passione

"Ma in Italia i veri appassionati di giardinaggio sono ancora troppo pochi", commenta Enza Romano, che nell'azienda agricola Eta Beta di Conzano Monferrato (AL) ha la più grande collezione di piante acquatiche d'Italia. "Talvolta la passione sbocca nella professione: così è capitato a molte donne che, come me, ora sono imprenditrici agricole e vivaiste".
Che cosa significa gestire un vivaio? "Vuoi dire essere responsabile di tutti i passaggi: dall'organizzazione degli acquisti alla produzione, dalle varie fasi della coltivazione al commercio", risponde Elisa Benvenuti, titolare del vivaio "Le essenze di Lea" a Spianate (LU), specializzato nella produzione di erbacee perenni rare. "Faccio tutto da sola, anche perché la mia produzione è molto particolare, con un mercato molto ristretto. Per i lavori più pesanti mi faccio aiutare da mio marito, che però è insegnante e di tempo a disposizione per il vivaio ne ha molto poco". È raro il caso della donna imprenditrice che gestisce il vivaio da sola? "Tutt'altro: molte colleghe sono nella mia stessa situazione, e si tratta di persone in gamba, molto preparate, quasi tutte laureate. Anche se l'essere da sole ci penalizza". In che modo? "Ho contatti con numerose università europee che vorrebbero inviarmi studenti per gli stage di formazione o per lavorare alla tesi. Ma per il fatto di non avere nemmeno un dipendente non vengo classificata come 'azienda', e perciò non posso avvalermi delle agevolazioni previste. Quasi che avere un dipendente fosse garanzia di serietà".

Ragazze giardiniere: non facile...

C'è chi il dipendente non lo assume perché le dimensioni della sua azienda non lo consentono, e chi preferisce comunque l'uomo, a prescindere dal fatto che chi bussa per lavoro sia una giardiniera esperta o addirittura "certificata". Come Francesca Ponteri, di Merate (LC), che ha ottenuto la certificazione volontaria di "Giardiniere qualificato" dopo aver frequentato un corso molto selettivo alla Scuola Agraria del Parco di Monza: "II mondo degli uomini non ci vuole", sostiene Francesca. "Quando ho fatto il corso a Monza eravamo solo sei ragazze su trenta allievi, e quattro non riuscivano nemmeno a ottenere la possibilità di un colloquio con un vivaista. Io sono stata fortunata: ora sono responsabile del parco di Merate, che appartiene alla diocesi di Milano". E come se la cava con le attrezzature che occorrono per il suo lavoro? "Le uso tutte, dal trattore al rasaerba, dal tagliasiepi alla motosega. Quello del giardiniere può benissimo essere un mestiere adatto per una donna, e ci si possono fare i muscoli senza andare in palestra! Io, poi, faccio anche tree climbing, che prevede la salita sugli alberi da curare e potare. I miei istruttori sostengono anzi che le donne siano avvantaggiate, in questo lavoro: dove non riescono ad arrivare con la forza cercano di arrivare con la logica e l'agilità".
Ritiene che ci siano situazioni in cui l'essere donna è un vantaggio? "Forse quello del gusto, dell'occhio per gli accostamenti. All'epoca in cui lavoravo in una cooperativa, se c'era da allestire una nuova aiuola mandavano me".
E le donne che posseggono un giardino, fino a che punto arrivano nella gestione? "In genere preferiscono lasciar usare i macchinari agli uomini, mentre per il resto fanno molto, potature comprese", commenta Fiorella Degl'Innocenti, che a Tavarnuzze (FI) ha il miglior vivaio italiano per gli iris. È difficile, per una donna, avere un vivaio proprio? "È più facile se si è nati in una famiglia di vivaisti, e dunque si è cresciuti in questo mondo. Chi parte da zero, più di frequente, preferisce aprire un negozio di fiorista, magari una boutique raffinata, più orientata verso la decorazione".

Impegno, sacrifìcio, passione...

Ma quante sono le donne, ragazze in particolare, che hanno voglia di incamminarsi verso questo tipo di professioni? "Non molte", risponde Eufrasia Burzio, che a Moncalieri (TO) è famosa per le viole del pensiero e i rampicanti insoliti. "Mi capita sovente di ospitare ragazze per stage aziendali, e riconosci subito quelle che hanno un'autentica determinazione: ci sono quelle che non si accorgono di arrivare a fine giornata e altre, purtroppo la maggior parte, che ogni cinque minuti guardano l'orologio. Sono le stesse che inorridiscono se domandi loro di lavorare il sabato o la domenica, magari perché c'è una fiera, il che è del tutto normale nel nostro lavoro. Ma lo spirito di sacrificio spesso è carente". Che doti richiede il suo lavoro?
"Tanta pazienza, tanto impegno, molta passione. Non è certo il mestiere adatto per chi vuole un'occupazione qualsiasi pur di arrivare al 27 del mese". E che impressione ha delle sue clienti? "Ce ne sono di tutti i tipi, a partire da quelle che cercano le piante più semplici a quelle che vogliono piante particolari e che, nel caso del mio vivaio, sono la maggioranza, anche se si tratta talvolta di donne che hanno giardini minuscoli o solo piccoli balconi: lo spazio non sembra rappresentare un limite".

Il vero limite: poco tempo a disposizione

Che quello per il verde sia un amore che si può insegnare fin dalla più tenera età lo dimostra Elena Taberna, che a Pecetto (TO) propone alle scolaresche le iniziative del ciclo "Tu cresci, io cresco", e che vuole lanciare "l'orto a quadretti": "È stato dimostrato che una superficie di 120 x 120 cm, coltivata in modo adeguato, fornisce il fabbisogno di verdura per una persona. È una delle ultime proposte dei nostri corsi". Che tipo di donne sono, le sue allieve? "Persone attente, consce che oggi il giardinaggio è un evento globale, e che si possono piantare specie provenienti da tutto il mondo. Ma spesso le donne, tra lavoro e famiglia, sono cosi impegnate che resta pochissimo tempo per curare le piante".


Diventare giardiniera

Che strada seguire per lavorare tra i fiori? Le possibilità sono varie. Si può iniziare frequentando un Istituto tecnico agrario o un corso di formazione professionale, per passare poi a un approfondimento, indispensabile in un mercato del lavoro che offre maggiori possibilità a chi decide di seguire la strada della specializzazione. La Scuola Agraria del Parco di Monza (tel. 039/2302979, info@monzaflora.it) offre un ampio ventaglio di corsi professionali di formazione e approfondimento. Presso la Fondazione Minoprio (tel. 031.900224, www.fondazioneminoprio.it) ci sono corsi di qualifica e formazione post-diploma, e un convitto per gli studenti. Informatevi inoltre presso i Centri di formazione professionale della vostra regione, presso i quali è possibile che vi siano corsi nel settore giardinaggio e florovivaismo. Indispensabile poi ottenere stage presso garden center e vivai: il passaggio dalla teoria alla pratica è fondamentale per un mestiere che richiede conoscenze tecniche, abilità manuale, creatività e una profonda passione per la natura in ogni suo aspetto.

 


Lavinia, lady giardiniera
 

"Donne protagoniste nella storia del giardino: Lavinia Taverna
" è il titolo dell'incontro previsto per il 14 ottobre 2005 presso Villa Taverna, in località Canonica al Lambro, comune di Triuggio, a 20 km da Milano. Voluto e organizzato dal Garden Club di Monza (tel. 039.329756, e-mail gardenmonza@libero.it), l'incontro prende spunto dalla straordinaria esperienza di vita della marchesa Lavinia Taverna, che dalla verde Brianza si trasferì con la famiglia in un brullo appezzamento di terra a Torsanlorenzo, non distante dal litorale romano. Furono il suo amore e la sua dedizione, insieme al marito e con l'eccezionale contributo del paesaggista Russel Page, a far nascere uno dei più bei giardini d'Italia e d'Europa, "La Landriana", oggi sede anche della prestigiosa mostra (edizione autunnale: 7-9 ottobre 2005). Oggi il lavoro di Lavinia è portato avanti dalle figlie: una bella storia al femminile. All'incontro, coordinato da Francesca Orestano, partecipa anche Paolo Pejrone.
 

 


II target diventa femminile


II barbecue rimane appannaggio del maschio di casa, ma tutto il resto, dalle pergole ai trattori, dai semi per il prato alle cesoie, comincia a essere condiviso alla pari o quasi, sia nella fase di acquisto che in quella dell'utilizzo. Donne che frequentano i brico center, donne esigenti e informate che stanno occupando il target maschile: e facile verificarlo frequentando i punti vendita e osservando la comunicazione delle aziende del settore.
Sempre piu spesso sono signore o ragazze a fare da testimonial ai prodotti, e non tanto come pin-up poco vestite, quanto proprio come utilizzatrici, apparentemente soddisfatte dalla leggerezza, manovrabilità e semplicità degli attrezzi in questione. Perché sono queste Ie doti fondamentali che piacciono alle signore. E dunque, Ie aziende si sono dedicate a migliorare la loro offerta, per cosi dire, polivalente, quella rivolta a un'utenza che comprende maschi e femmine, con una tendenza alla crescita di queste.
La comunicazione si adegua: di un tosaerba si parla di aspetti tecnici e innovazione, ma anche e soprattutto di fruibilità, introducendo concetti che finora erano stati appannaggio solo dei prodotti di largo consumo. II tosaerba, insomma, come una lavatrice, la cesoia come un ferro da stiro: analogamente agli elettrodomestici, i prodotti per la cura del verde devono essere, per piacere al pubblico femminile, sempre pronti all'uso, poco complessi ma facili e leggeri, magari anche belli.
Persino una macchina da macho come I'idropulitrice viene acquistata sì dall'uomo di casa, ma poi chi la usa è la signora: che ne scopre I'utilizzo non solo per lavare auto e moto, ma anche vialetti, mobili da giardino e via dicendo. Idem per pergole e coperture: la decisione è presa in famiglia, ma spesso I'ultima parola la dice lei.

 

L'erba? La taglia lei.
Per un nuovo tosaerba di Gardena, l'innovativo slalom, l'azienda tedesca ha scelto una giovane donna.

Potature piu facili.
Una sorridente lady informa che tagliare rami non è più faccenda da uomini: comunicazione di Fiskars per le cesoie Extension.

Chi decide la pergola?
Una gran bella ragazza in metrò, che sogna il suo spazio verde: Pircher cerca il consenso del pubblico femminile. E non solo!

La bellezza e la salute.
Un bel volto femminile per la campagna Bayer.
Chi compra fitofarmaci è sempre piu spesso una donna, esperta ed esigente.

 



Rose di gran classe


È rassicurante comprar rose e altre rarità da Anna Peyron, a Castagneto Po (TO): è una delle grandi signore del giardinaggio.


Meraviglie ben curate


La padovana Annamaria Sgarabottolo, vivaio La Campanella, produce rose e clematidi da collezione, coltivate con estrema cura e competenza.


Daniela, rose e iris

Si chiama Fiorichiari il vivaio novarese condotto da Daniela Pasero, sempre sorridente, esperta e appassionata.


La signora delle salvie

Elisa Benvenuti produce erbe profumate e salvie nel suo vivaio Le Essenze di Lea. La trovate a Murabilia (LU), 2-4 settembre.


Felicia e le annuali

A Villa Raverio (Ml) Felicia Lauri conduce il vivaio Fenix, che punta sulle annuali e le perenni da fiore.

 

Azalee per Gabriella

Le famose azalee dei laghi, e altre acidofile, nel vivaio Fiorlago a Mergozzo, Verbania. Qui sopra, Gabriella Udini.



Storie di ortensie

Rita Paoli, nella foto, insieme ai soci Alessandra e Roberto, produce ortensie rare: visitate il loro sito www.pbortensie.com

Passione e simpatia

Susanna Tavallini si è dedicata alle peonie, agli ellebori e ad altre meraviglie. Visitate il vivaio La Montà a Roasio (VC).