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Quinta
Strada a New York; Hedera helix baltica e peri 'Bradford'
sulla celebre facciata della Trump Tower. |
GIARDINI
PENSILI? UNA RICCHEZZA... |
Togliamoci
subito la curiosità: cos'è un "tetto
verde"? Secondo le definizioni ufficiali, è un
vero e proprio giardino pensile realizzato su case, capannoni,
gallerie, passanti ferroviari... ovunque, insomma, non ci sia
un diretto contatto con il suolo naturale. Questo tipo
di copertura è formato
da strati ben determinati (soletta, feltro, guaina antiradice,
barriera drenante...) che fanno parte del tetto dell'edificio,
ovvero sono stati progettati e realizzati unitamente a questo.
Abbiamo chiesto a Paolo Abram, vicepresidente dell'Aivep, Associazione
italiana verde pensile, quali benefici apporta una tale soluzione.
1 Fanno
risparmiare. Il verde pensile è un considerevole
aiuto nel risparmio e nella migliore gestione delle risorse
energetiche, risponde. Può trattenere
una parte delle precipitazioni, rallentando il deflusso della
pioggia verso i sistemi di smaltimento (interessante per le
amministrazioni comunali). L'evapotraspirazione delle piante,
oltre a restituire parte delle precipitazioni all'ambiente,
abbassa le elevate temperature delle città, poiché il
processo richiede assorbimento di energia termica.
2 Puliscono
l'aria. I tetti verdi sono anche in grado di abbattere le
polveri: sulla superficie delle foglie si forma
infatti un sottile strato di aria satura di umidità,
e il pulviscolo, entrando in contatto, si inumidisce e ne
viene "catturato" in grande quantità.
3 Non
perdono. Occorre poi sfatare il preconcetto che questa
soluzione sia
dannosa per la soletta dello stabile: è stato
provato che gli strati di protezione si mantengono integri
molto più a lungo rispetto a una impermeabilizzazione
normale. La prova? Vicino a Zurigo è ancora intatta
e funzionante una stratificazione impermeabile realizzata nel
1914, coperta da un prato che richiede oggi un solo sfalcio
all'anno e nel quale si è insediata una ricca vegetazione
autoctona, con specie rare ed endemiche.
4 Funzionano
da isolante termico per lo stabile, diminuendo la dispersione
di calore d'inverno e abbattendo i costi del
condizionamento estivo, e possono mitigare sensibilmente le
onde sonore ed elettromagnetiche.
5 Contribuiscono
allo sviluppo della micro e macrofauna: sopra
un grattacielo
di Londra, alto 130 metri, è stata di
recente realizzata una copertura verde poco influente dal punto
di vista del risparmio energetico e del miglioramento del microclima,
ma importante perché offre una delle rare zone di sosta
cittadine agli uccelli di passaggio. E poi, i giardini pensili
offrono possibilità preziose: basta pensare alla straordinaria
trasformazione di superfici inutili, come le coperture di molti
condomini, usate magari soltanto come stenditoio per i panni.
In fondo questo è anche un modo per restituire all'ambiente
i metri quadrati di verde sottratti con la cementificazione.
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Un
tappeto di mesembriantemi (Lampranthus sp.)
ha trasformato la copertura di nero catrame in
un prato fiorito
e rustico.
Le tappezzanti scelte per questo tetto,
infatti,
sono
tutte resistenti a lunghi periodi di siccità e
ai forti sbalzi di temperatura. |
Tra
cielo e cemento: un angolo di paradiso a Milano
Un
intervento paesaggistico ha reso abitabile il tetto
di un vecchio loft.
Ecco i consigli tecnici e le
essenze migliori |
Nel
mondo, e in particolare in Europa, i tetti verdi sono ormai
un fatto
acquisito, tanto che in Svizzera, Austria e
Germania le amministrazioni comunali incentivano economicamente
i cittadini che vogliono realizzare coperture di questo tipo.
In Italia l'interesse delle amministrazioni sta aumentando
negli ultimi anni: il comune di Bolzano è stato il primo
a riconoscere ufficialmente l'efficacia del verde pensile per
la regimazione delle acque, e una normativa nazionale di "Istruzioni
per la progettazione e l'esecuzione di coperture a verde" entrerà in
vigore proprio nel 2006.
Da almeno una dozzina d'anni, però,
numerosi pionieri hanno scoperto anche nelle nostre città la
piacevolezza di un verde pensile che "restituisce" al
territorio quei frammenti di natura rubati dal cemento. Un
esempio? Questi 320 metri quadrati di paradiso nel cuore di
Milano, realizzati al
momento della ristrutturazione di un vecchio loft vicino
all'Arena. Un piccolo giardino con tutte le carte in regola
per essere definito "tetto
verde". «Al
momento dell'acquisto, lo stabile era un vecchio
magazzino seriamente lesionato, forse in seguito alla forte
nevicata
del 1985», racconta Valentina Balzarotti Barbieri, paesaggista
milanese, artefice del progetto assieme a Paolo Albrigo, architetto
di Varese: «La soletta di copertura consisteva in
uno strato di bitume nero, come tanti se ne vedono in giro.
I proprietari,
aiutati dall'architetto Marco Colombo, hanno dovuto prima di
tutto risolvere un grave problema di statica, posando una grossa
trave nel senso longitudinale del tetto, intervento che demoliva
il vecchio strato impermeabilizzante. Da qui l'idea di creare
le condizioni per realizzare un giardino pensile, da godere
in tutte le stagioni.»
«
La trave consentiva una portata tale da sopportare
il peso di un notevole strato di terra (alto,
secondo le zone, da 15 a 45 centimetri), adatto alla piantagione
di arbusti e alberi
leggeri. Era quindi possibile stendere un progetto interessante,
che tenesse conto delle esigenze di privacy dei proprietari».
La palazzina a due piani si trova infatti all'interno di un
cortile, ed è circondata da edifici popolari molto alti,
un po' incombenti e indiscreti.
I lavori sono iniziati nell'ottobre 2002; rimossa la
guaina impermeabilizzante, sono stati realizzati prima di tutto
gli
elementi strutturali: una scala a chiocciola per collegare
il tetto all'appartamento, con relativa costruzione muraria
di protezione, l'impianto elettrico del terrazzo e quello di
condizionamento dell'abitazione, muretti di contenimento, grondaie
e pluviali. Il percorso perimetrale e la zona destinata al
relax, di circa 35 metri quadrati, sono stati pavimentati con
piastrelle in ghiaia chiara lavata; una pergola essenziale,
in ferro verniciato di nero, è stata preposta a coprire
l'area pensata per stare sul terrazzo.
Solo a questo punto gli operai specializzati della Radaelli
di Agrate Brianza (Milano) hanno posato gli strati tecnici
per l'inverdimento pensile , messo a dimora le piante e realizzato
l'impianto di irrigazione, in parte ad ala gocciolante e in
parte con irrigatori a scomparsa.
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A passeggio sul tetto
Abbiamo visitato il giardino pensile ai primi di giugno. Erano
giorni di caldo intenso, traffico e confusione, eppure, appena
salita la scala a chiocciola, siamo stati avvolti da una
gradevole frescura, l'aria profumata dai fiori, l'atmosfera
attorno tranquilla e silenziosa.
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Lavande
(Lavandula spica e L. angusti folia),
santoline (Santolina chamaecyparissus)
e nandine (Nandina
domestica) formano
onde sinuose, molto decorative anche quando, ormai
quasi sfiorite, mostrano una sequenza di verdi .contrastanti
offerti dal fogliame.
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La
zona destinata al gioco e al pranzo era
protetta da un boschetto di aceri, scelti
tra le specie di dimensioni più contenute: Acer japonicum 'Aconitifolium', con foglie dai lobi molto
lunghi ed eleganti, rossi in autunno; A. palmatum 'Osakazuki',
le
cui foglie in autunno diventano arancioni e scarlatte; A.
p.
'Dissectum Atropurpureum', rosso-bronzo durante tutta la stagione
vegetativa; A. p. 'Dissectum Viride', con foglie verdi chiare
finemente suddivise. L'ombra era assicurata da una pergola,
coperta con Trachelospermum jasminoides (falso gelsomino) e
Bignonia radicans (bignonia) e da una tenda "a vela" in
robusto cotone bianco.
Proseguendo nel percorso lungo il tetto, delimitato da una
ringhiera stile Ottocento, ecco sulla sinistra un gruppo di
Cornus alba 'Elegantissima', con i fusti rossi e le
foglie marginate di bianco, e di Cornus stolonifera 'Flaviramea', dalla corteccia gialla d'inverno. Poco oltre,
tre ginepri (Juniperus
sabina 'Tamariscifolia') erano immersi in un prato di
Sedum in varietà, che, assieme ai mesembriantemi (Lampranthus sp.) coperti da margherite color rubino e a un tappeto di
profumatissimo timo (Thymus serpyllum), costituivano le tappezzanti del giardino.
Queste erbacee perenni, adatte a condizioni estreme, tanto
da nascere spontaneamente tra le tegole dei tetti, sono state
messe a dimora nella zona in cui il substrato misura soltanto
15 centimetri di spessore. Più avanti, sul retro del
vano scala, in un'area poco fruibile perché confinante
con un altro terrazzo, si è scelto
di piantare arbusti semplici e facili, ma di
grande impatto: lavande (Lavandula spica e L.
angustifolia), santoline (Santolina chamaecyparissus)
e nandine (Nandina domestica 'Firepower'). «La
messa a dimora di questi arbusti è stata effettuata secondo
onde armoniche», spiega Valentina Balzarotti, «così,
quando i fiori vengono recisi per essere seccati, restano morbide
linee verdi, molto piacevoli a vedersi».
Tornati sul tetto in ottobre, quando l'autunno si annunciava
con le prime giornate fredde, abbiamo trovato un giardino
completamente diverso: le foglie degli aceri erano trascolorate
in un rosso
acceso, i Cornus iniziavano a spogliarsi lasciando
a nudo i rami rossi e gialli, i tappeti di Sedum,
timo e mesembriantemo erano più verdi che mai, rinvigoriti
dalle temperature ormai fresche.
La manutenzione
Osservando una vegetazione così rigogliosa e ordinata,
viene da pensare che la manutenzione di questo tetto verde
debba essere onerosa e continua. Niente di più falso,
sostiene la paesaggista, che, una volta realizzata la copertura,
ha seguito anche le cure colturali: «La manutenzione è stata
gravosa soltanto nel primo anno. Le piante
sono state messe a dimora in settembre e nella primavera seguente è stato
necessario, ogni 15 giorni, togliere le erbacce, perché,
benché il terriccio fosse perfettamente sterile, le
zolle delle piante non lo erano affatto. Nel secondo anno,
una volta che tappezzanti e arbusti hanno coperto completamente
la superficie, il diserbo non è stato quasi più necessario.
Oggi vengono eseguiti sei interventi l'anno: due in autunno
per pulire e togliere le foglie, gli altri per le potature
di pulizia e le concimazioni primaverili e autunnali, realizzate
con un fertilizzante a lenta cessione».
Realizziamoli
così
con i consigli di Antonio
Radaelli, della floricoltura Radaelli Stefano |
LA
POSA DEGLI STRATI
Perché un tetto verde duri negli anni senza
riservare brutte sorprese occorre che tutti gli strati necessari, nessuno
escluso, siano posati in modo rigoroso e corretto. Per essere
sicura che il lavoro fosse svolto ad opera d'arte, Valentina Balzarotti Barbieri
si è rivolta ad Antonio Radaelli, titolare dell'omonimo vivaio di Agrate
Brianza (Milano), da dodici anni specializzato in questo tipo di impermeabilizzazioni. «Sopra
la copertura dello stabile abbiamo steso un feltro che protegga
la soletta», spiega il vivaista, «quindi abbiamo saldato
alle pareti murarie lo strato più importante, ovvero la guaina antiradice che,
per collaudo, abbiamo alla fine riempito d'acqua. Verificata la totale mancanza
di infiltrazioni, abbiamo asciugato la guaina e posto lo "strato
drenante", piuttosto rigido e foggiato con opportune cavità come
fosse un portauovo: l'acqua delle innaffìature si ferma in questi fori,
che fungono da deposito, e risale lentamente per capillarità nel terriccio
soprastante, sino alle radici delle piante. Per evitare che la terra intasi
lo strato drenante, vi abbiamo steso sopra un telo filtrante».
E il terriccio: qual è il più adatto? Antonio
Radaelli è categorico: «La nostra miscela è segreta. Genericamente
posso dire solo che è formata da torba, terra e materiale drenante.
I nostri tecnici, realizzando opere in tutta Italia e quindi con i climi più disparati,
hanno studiato per quasi due anni la formula migliore, adatta a impianti così poco
profondi, eppure fertili, e non vogliamo rivelare a nessuno il risultato eccezionale
che abbiamo ottenuto».
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PER
SAPERNE DI PIÙ |
IL
LIBRO:
" Verde pensile" di Paolo Abram, II verde editoriale,
pag. 168, 30 €. Un manuale completo e chiaro sui tetti verdi: la loro evoluzione,
i vantaggi, la tecnica, le specie adatte. |
LA
RIVISTA:
" Acer", www.ilverdeeditoriale.com |
I
LINK SU INTERNET:
www.aivep.org (Associazione
italiana verde pensile)
www.efb-bauwerksbegruenung.com (Federazione
europea delle Associazioni nazionali per il verde pensile)
www.greenroofs.co.uk (Green Roofs & Earth Sheltered Buildings). |
- Valentina
Balzarotti Barbieri: via
Pisacane 5, 20129 Milano, tel. 02 7383503, valbalz@tiscali.it
Aziende
specializzate nella realizzazione di giardini pensili |
-
Floricoltura Radaelli Stefano: via
Damiano Chiesa 2 - 20041 Agrate Brianza (MI) -
tel.
039.650884 - www.radaelliflor.it
- Poliflor: via Ravegnana 326, loc.
Prada - 48026 Faenza (RA), tel. 0546.44154 - www.poliflor.net
- Seic verde pensile: via Torino
34, 34123 Trieste, tel. 040 3186611 - www.seic.it
- Agrochimica: via Copernico 11 - 39100
Bolzano, tel. 0471 563700 - www.agrochimica.it
- Coriver: via Feroggio 51 - 10151 Torino,
tel. 011 4544470 - www.coriver.it
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