IL GIARDINO CONQUISTA L'OSPEDALE
di Cinzia Toto (Gardenia, dicembre 2007)


È un tripudio di verde il nuovo nosocomio di Mestre. A partire dalla hall.




Probabilmente passerà alla storia come uno degli ospedali più verdi mai costruiti: una hall che ospita un giardino d'inverno, terrazze pensili su gran parte dell'edificio, un giardino esterno fatto di oltre 5 ettari di prati, alberi e arbusti, impreziosito da due laghetti, uno dei quali fornirà l'acqua per irrigare. Nel nuovo ospedale di Mestre, che aprirà i battenti a marzo, il verde abbonda e compenetra l'architettura.

La hall, che ospiterà uffici e un centro commerciale, ha il suo punto focale in un giardino di 2.000 metri quadrati popolato da palme alte 7 metri, banani, ficus, kenzie, filodendri, ibischi, felci e aralie. Per creare il microclima adatto a queste essenze esotiche è stato previsto un sistema di apertura e chiusura dei pannelli di vetro che rivestono l'edificio, che si attiva grazie all'azione di alcuni sensori. Le terrazze pensili, invece, si affacciano su tutte le camere di degenza e ospitano spiree, caprifogli, vinche, abelie e Nandina nana.

Per ragioni di sicurezza i malati non potranno uscire sulle terrazze: la vista delle piante, però, è assicurata anche a chi è costretto a letto. Una copertura verde nasconde i parcheggi interrati: è fatta da 9.000 metri quadrati di prato e 2.000 di arbusti, tra cui dominano spiree, cotoneaster, ortensie e berberis.
Progettato dall'architetto Emilio Ambasz, autorità mondiale in fatto di verde pensile, e dallo Studio Altieri, l'ospedale è stato visitato dal professor Umberto Veronesi, che lo ha promosso a pieni voti dicendo: «In Italia non c'è nulla di simile».

INFO: www.nuovospedalemestre.it


 

DUE TERRAZZI SOTTO ESAME
Erano due terrazzini spogli e poco invitanti. Oggi sono rallegrati e colorati da alberelli di limone e melograno, cespugli di mirto e rosmarino, cassette di petunie, narcisi, pelargoni... A trasformare il volto di due piccoli terrazzi dell'Ospedale civile di Carrara è stata la volontà del primario del reparto di oncologia il dottor Maurizio Cantore. Che spera così di rendere meno triste l'ambiente per i malati. A mettere a disposizione le piante e a curarne la manutenzione è l'Anve, Associazione nazionale di vivaisti esportatori. Ma l'operazione non ha solo uno scopo ornamentale.
Il dottor Cantore e l'Anve hanno chiesto ai ricercatori della Facoltà di agraria dell'Università di Perugia di verificare in che misura e in che modo la presenza delle piante può dare beneficio ai malati. Per esempio, si cercherà di capire se delle piante fa soprattutto bene il profumo, il colore, la possibilità di toccarle... Tempo a disposizione per svolgere la ricerca, tre anni.