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È un tripudio di verde il nuovo nosocomio di Mestre.
A partire dalla hall.
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Probabilmente
passerà alla storia come uno degli ospedali
più verdi mai costruiti: una hall che ospita
un giardino d'inverno, terrazze pensili su gran parte dell'edificio,
un giardino esterno fatto di oltre 5 ettari di prati, alberi
e arbusti, impreziosito da due laghetti, uno dei quali
fornirà l'acqua per irrigare. Nel nuovo ospedale di
Mestre, che aprirà i battenti a marzo, il verde abbonda
e compenetra l'architettura.
La hall, che ospiterà uffici
e un centro commerciale, ha il suo punto focale in un giardino
di 2.000 metri quadrati popolato da palme alte 7 metri,
banani, ficus, kenzie, filodendri, ibischi, felci e aralie.
Per creare il microclima adatto a queste essenze esotiche è stato
previsto un sistema di apertura e chiusura dei pannelli di
vetro che rivestono l'edificio, che si attiva grazie all'azione
di alcuni sensori. Le terrazze pensili, invece, si affacciano
su tutte le camere di degenza e ospitano spiree, caprifogli,
vinche, abelie e Nandina nana.
Per ragioni di sicurezza i malati non potranno uscire sulle
terrazze: la vista delle piante, però, è assicurata
anche a chi è costretto a letto. Una copertura
verde nasconde i parcheggi interrati: è fatta
da 9.000 metri quadrati di prato e 2.000 di arbusti, tra
cui dominano
spiree, cotoneaster, ortensie e berberis.
Progettato dall'architetto Emilio Ambasz, autorità mondiale
in fatto di verde pensile, e dallo Studio Altieri, l'ospedale è stato
visitato dal professor Umberto Veronesi, che lo ha promosso
a pieni voti dicendo: «In Italia non c'è nulla
di simile».
INFO: www.nuovospedalemestre.it
DUE
TERRAZZI SOTTO ESAME |
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Erano
due terrazzini spogli e poco invitanti. Oggi sono rallegrati
e colorati da alberelli di limone e melograno, cespugli
di mirto e rosmarino, cassette di petunie, narcisi,
pelargoni... A trasformare il volto di due piccoli
terrazzi dell'Ospedale
civile di Carrara è stata la volontà del
primario del reparto di oncologia il dottor Maurizio
Cantore. Che spera così di rendere meno triste
l'ambiente per i malati. A mettere a disposizione le
piante e a curarne la manutenzione è l'Anve,
Associazione nazionale di vivaisti esportatori. Ma l'operazione
non ha solo uno scopo ornamentale.
Il dottor Cantore e l'Anve hanno chiesto ai ricercatori
della Facoltà di
agraria dell'Università di Perugia di verificare in che misura e in che
modo la presenza delle piante può dare beneficio ai malati. Per esempio,
si cercherà di capire se delle piante fa soprattutto bene il profumo,
il colore, la possibilità di toccarle... Tempo a disposizione per svolgere
la ricerca, tre anni.
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