di Mariagrazia Dammicco - foto di Ferruccio Carassale
(Gardenia, gennaio 2010)
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Nel reparto di pediatria
dell'ospedale Ca' Foncello di
Treviso, i bambini ricoverati
imparano a coltivare le piante.
Perché anche il contatto con la
natura aiuta a guarire |
Si chiama Oasi ed effettivamente fin dall'ingresso si annuncia come un luogo protetto e rasserenante: un bosco popolato da sagome in legno di uccellini, farfalle e scoiattoli invita ad addentrarsi lungo un corridoio, allontanandosi da ambulatori, sale operatorie e stanze di degenza. Immediatamente si spalanca un ambiente luminoso in cui bambini e ragazzi possono giocare e incontrarsi su morbidi tappeti o sedere su poltroncine multicolori.
Segue un'altra sala con una biblioteca e un grande tavolo colorato: è l'inconsueta Scuola in pigiama per alunni di età e nazionalità diverse condotta
da anni dalla maestra Marika.
Nella planimetria dell'Oasi, realizzata per i piccoli degenti, ogni numero rimanda a un disegno che raffigura la foglia della specie lì presente. Donata dal consorzio Per Mio Figlio e voluta dallo staff del reparto, l'Oasi è stata progettata da Umberto Perini e Alessandra Dalle Mule. |
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Ma quello che maggiormente sorprende è il verde. Prorompe dal giardino pensile e ci fa immediatamente dimenticare che siamo al terzo e ultimo piano di uno dei tanti edifici che compongono il complesso ospedaliero di Ca' Foncello, a Treviso, nel reparto pediatria. L'ampia parete a vetri consente in tutte le stagioni un dialogo fra interno ed esterno in cui alberi, arbusti e piante del sottobosco si fondono come in una composizione pittorica. Una mano infantile sembra aver tracciato il sinuoso percorso del ruscello, incidendo il pavimento della sala giochi per sfociare nel morbido prato. Un ponticello e alcuni camminamenti in legno lo scavalcano per regalare divertimento; sentieri segnati da pietre costringono a misurare i propri passi, mentre cervi scolpiti nel ligustro, spiano fra gli arbusti. E ancora: una tenda di salice intrecciato per nascondersi; panchine su cui riposare o fare amicizia; un portico per ripararsi dal sole o dalla pioggia e, tutt'intorno, un recinto verde che scherma la vista dal resto del mondo.
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È qui che ogni giorno bambini e ragazzi ricoverati incontrano i volontari di varie associazioni per leggere storie, cantare filastrocche, ridere con i clown, accarezzare un cucciolo, partecipare a laboratori di bricolage e persino a lezioni di biscotti sotto la guida di giovani chef. Ed è sempre qui che dalla scorsa primavera si svolgono gli atelier creativi del progetto-pilota Giardini in corsia, elaborato da uno staff di professionisti del Wigwam Club Giardini Storici Venezia fra cui la paesaggista Gabriella Bondi, la biologa Chiara Baradello, Margherita Antonello, gentile signora di Treviso che ha fortemente sollecitato e voluto questo progetto, con il sostegno di alcune imprese locali e il patrocinio del Comune e della Provincia di Treviso.
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A sinistra. Sull'ampia vetrata che si affaccia sul giardino, sagome in legno di alberi, uccellini e folletti.
A destra. Alcuni bambini accanto a un esemplare di Cornus nutallii in piena fioritura. |
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Ispirato ad alcuni princìpi della “horticultural therapy” e delle scuole Waldorf a indirizzo steineriano, il progetto intende alleggerire lo stress emotivo e fisico del ricovero e stimolare l'autostima. Infatti ogni bambino può diventare il creatore del proprio piccolo Eden utilizzando terra, piante, sassi e altri materiali naturali, cimentandosi in un rigoglioso Giardino del cuore, racchiuso in una semplice vaschetta da alimenti, o in un Giardino in aria da appendere alle pareti o al soffitto e magari sentir suonare con una leggera brezza. Giardini portatili da tenere nell'Oasi, accanto a quelli dei compagni, trasferire in stanza o portare a casa, non facendo mai mancare le proprie amorevoli cure.
Un giardino pieno di sorprese
«L'Oasi è il giardino segreto che volevamo dare ai bambini», racconta Silvana Agostini, primario ed entusiastica animatrice del reparto, nonché grande appassionata di giardini. «Segreto perché inaspettato e perché lo può scoprire solo chi è ricoverato. Segreto perché è fuori, ma è anche dentro il reparto. Segreto perché non può essere abbracciato da un solo sguardo. E come ogni giardino è una natura curata e ordinata, che in qualche modo si contrappone alla realtà disordinata e bisognosa di cure della malattia». Inoltre con il progetto Giardini in corsia i bambini imparano a toccare la terra, a osservare e annusare le piante, ad aspettarne il rifiorire.
Ma la chiave per entrare in questo giardino segreto ognuno potrà scoprirla soltanto dentro se stesso. Magari con l'aiuto di un folletto, un po' giardiniere e un po' custode.
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In centro : ancora l'Oasi. Nel 2008 è stata nominata dalla giuria del Premio internazionale Carlo Scarpa “Mascotte dei luoghi di valore, portabandiera di quelli già segnalati e portafortuna di quelli che saranno”.
A sinistra. Alcuni Giardini in aria, realizzati con vaschette per alimenti e piantine.
A destra. I fiori bianco-rosati di Deutzia x kalmiiflora. |
DOVE Sl TROVA E COME COLLABORARE AL PROGETTO |
Per ricevere la newsletter illustrativa, dare la propria disponibilità, sostenere il progetto Giardini in corsia oppure richiedere i grembiulini da giardino o da cucina con i folletti, disegnati dall'illustratrice Francesca Saccani (offerta minima 15 euro), rivolgersi a: Wigwam Club Giardini Storici Venezia, giardinistorici.ve@wigwam.it. cell. 328 8416748. L'Oasi in Pediatria dell'Ospedate Santa Maria di Ca' Foncello è a Treviso (tel. 0422 3221). |