È un
pomeriggio di fine estate, cammino nel giardino che si sta
accendendo delle tonalità dorate del tramonto e dei
colori di fiamma dell’imminente autunno.
In questo scenario si aprono qua e là gli ultimi fiori
delle rose dai colori resi più vivi dal clima fresco.
Girando tra un rosaio e l’altro il pensiero torna indietro
di dieci anni, allora il giardino non era che un pezzo di
terra destinato alla coltura del mais, quando durante l’inverno,
cominciai, assieme a mia moglie Liviana, a mettere i picchetti
per definire dove piantare i primi alberi e quindi la struttura
del futuro giardino. Seguirono i primi impianti dei giovani
alberi e lo spostamento del gruppo di rose che mi avevano lasciato
i miei vecchi.
I rosai apprezzarono molto di essere inseriti in terreno nuovo
e grazie a un po’ di concime e qualche cura in più,
già dal primo anno, ci ringraziarono con generose fioriture.
I primi risultati positivi ci spinsero a voler aumentare la
nostra scarsa conoscenza nel campo del giardinaggio.
Utilissimi sono stati i libri ma non sarebbero bastati se non
fossimo diventati costanti osservatori e pazienti coltivatori.
Anno dopo anno aggiungemmo nuove piante, soprattutto rose,
di cui scoprimmo l’esistenza di varietà molto
antiche, interessanti anche per il mito che le accompagna.
Successivamente l’interesse si allargò alle rose
botaniche, superficialmente chiamate “selvatiche”,
importanti per aver dato origine alle rose d’oggi. Esse
si dimostrarono molto resistenti alle avversità e anche
molto ornamentali d’inverno con le loro bacche.
Uno dei traguardi che c’eravamo prefissi era quello di
avere qualche pianta in fiore in qualsiasi momento dell’anno,
anche in condizioni climatiche difficili. Ovviamente le rose
d’inverno riposano ma altre piante, con temperature appena
sopra lo zero, ci regalano i loro fiori.
Con
il tempo la conoscenza e l’esperienza sono aumentate,
ciò ci ha permesso di entrare a far parte della Associazione
Regionale “Tra Fiori e Piante” che riunisce appassionati
di giardinaggio e professionisti del settore.
Al giardino intanto venne dato il nome di “Rosa Mundi”, che è anche
il sinonimo di una rosa molto antica che si presume risalga
al 1550, ed è diventato meta di visitatori appassionati
e di curiosi.
Grazie
alla nostra passione e alla conoscenza acquisita, attualmente
collaboriamo con le Università della Terza Età di San
Vito al Tagliamento e di Cervignano,
dove sviluppiamo diversi temi legati alla rosa.
Ci vengono anche richieste relazioni e conferenze da Associazioni
e Pro Loco di altri comuni della regione.
Il
giardino della “Rosa Mundi”, iniziato dieci anni
fa è quasi completato, manca poco. Vi si trovano oltre
500 varietà di rose diverse, alcune rare, molte le famose,
altre sconosciute e altre ancora uniche perché ottenute,
tramite semina, da miei incroci e dedicate ai famigliari. Le
rose più precoci iniziano a fiorire già da
metà aprile, le altre seguono in un crescendo entrando
nella stagione più calda, le più freddolose aprono
i loro fiori a fine giugno. Durante l’estate e fino ai
primi geli, si fanno ammirare le varietà dotate di rifiorenza
e d’inverno le bacche rosse delle botaniche spiccano
nel grigiore e si esaltano in caso di neve.