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II
giardino della Villa di Brusuglio fu costruito
e voluto da Alessandro Manzoni. Personaggio
eclettico, dai numerosi e disparati interessi,
si manifestò qui
a Brusuglio come scrittore, botanico e "architetto".
All'inizio dell'800 il Manzoni venne ad abitarvi
e in quegli anni si dedicò personalmente
al restauro e all'ampliamento della Villa e
alla creazione del parco, dove si può tuttora
ritrovare e quasi respirare la sua grande passione
per le piante e per la botanica. |
Brusuglio
era una proprietà di campagna della famiglia
dei Conti Imbonati e, come testimoniano le carte dell'epoca,
intorno all'abitazione c'erano solo campi coltivati.
All'inizio dell'800 il Manzoni venne ad abitarvi e in quegli
anni si dedicò personalmente al restauro e all' ampliamento
della villa, creando la struttura attuale che ricorda le case
francesi. In questo periodo si dedicò anche, con grande
amore, alla creazione del parco, dove si può tuttora
ritrovare e quasi respirare la sua grande passione per
le piante e per la botanica.
L'INTRODUZIONE DI NUOVE PIANTE
Ricchi elenchi di piante furono ordinati all'estero; questo
fatto testimonia il grande impegno con il quale realizzò il
giardino, introducendo pure nuove essenze, come le ortensie
(Hydrangea hortensis o Hydrangea macrophylla,
soprattutto le varietà 'Annabelle' e 'Alberta',
e Hydrangea
quercifolia),
allora sconosciute
in Lombardia, o piante innovative come le
Robinia pseudoacacia - apprezzate per la rusticità e
la veloce crescita - oppure le magnoliacee ( i Liriodendron
tulipifera e le Magnolia),
le Catalpa bignonioides, i Liquidambar,
i Tilia
cordata,
gli Acer japonicum,
le Bignoniaceae, gli Hibiscus e
i Cedrus
deodara.
Da vero appassionato, aveva introdotto un'altra curiosità botanica,
il Sassafras albidum, pianta di origine indio-americana
arrivata in Italia nel 1630, la cui particolarità è
nelle foglie che presentano una notevole eterofilia: possono
coesistere insieme foglie ovate, bilobate e anche trilobate.
Anche la chioma è curiosa: i rami possono svettare
verso l'alto o ricadere verso il basso, creando un effetto
di incredibile
eleganza.
Amava molto fare esperimenti: piantava cotone, con poco successo
invero, e amava sbalordire gli amici stessi annunciando
che l'anno seguente avrebbe potuto offrire loro il caffè cresciuto
a Brusuglio!
Quando piantava vicino alla casa, pensava al suo sviluppo,
ironizzando pure che entro qualche anno la pianta sarebbe
venuta a trovarlo addirittura al primo piano! Durante l'inverno
si
recava, per vedere il progredire dei lavori nel suo giardino,
in giornata dalla casa di città di Via Morone alla
campagna, appunto a Brusuglio, talvolta a piedi. E' una passeggiata
di
8 Km che faceva volentieri per fare moto e per distrarsi.
LA PASSIONE PER GLI ALBERI
Ci sono ancora oggi molti alberi da lui piantati, e il giardino è ricco
di ricordi e di aneddoti che testimoniano la sua presenza:
il romantico Viale dei Platani che dallo studiolo conduce al
fiume Seveso, la sua montagnola, da cui vedeva l'amato monte
Resegone, la sua catalpa, la quercia da lui innestata, il boschetto
di tassi. Tutti costeggiati e percorsi da vialetti dove tanto
amava colloquiare con i suoi amici più cari.
Si racconta che il Manzoni fosse in giardino, seduto sul
tronco disteso della sua catalpa, quando venne avvisato
della morte di Napoleone e lì, di getto, scrisse la
famosa ode "5 Maggio". Il grande amore ed affezione
che ebbe per questi luoghi non è stato vano: è stato
trasmesso fortunatamente alle nuove generazioni.
IL RECENTE RESTAURO
Recentemente infatti il giardino è stato restaurato,
grazie a un importante lavoro di riordino che ha valorizzato
le piante storiche, ridandogli il più possibile
l'aspetto originario. Sono
state inoltre introdotte piante giovani, delle stesse specie
tanto amate dal Manzoni, ricreando,
per quanto possibile, una cornice verde che fa sembrare il
giardino attuale ancora inserito in un contesto agresto-bucolico,
anche se in realtà oggi si trova in un contesto densamente
urbanistico.
All'interno del giardino di Villa Manzoni si respira tuttora
un'aria d'altri tempi: tanti animali lo abitano, molte specie
di volatili, tartarughe, porcospini, grosse carpe, anatre
e bianche grandi oche domestiche, insieme ai cani Fago
e Deda,
che la fanno da padrone.
Al limite del giardino, ancora oggi, ci sono le api che il
Manzoni tanto amava, come testimoniano alcuni libri tuttora
presenti nella sua biblioteca, e che continuano a produrre
il delizioso miele di tiglio, di acacia, di castagno e millefìori
come due secoli fa.