di Lorena Lombroso (Giardinaggio, aprile
2008)
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La
fragranza dolce e persistente,
la vita plurisecolare
e la capacità di
crescere ovunque: sono solo
alcune delle
doti di questa pianta che celebra la
primavera
con la sua incantevole fioritura.
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Anche
una metropoli come Milano ha la sua primavera, e gli sguardi
meno frettolosi, rivolti verso l'alto, possono cogliere
la bellezza delle facciate di certi palazzi, sotto l'abbraccio
di un glicine alto decine di metri. E lo stesso miracolo
accade a Roma. Bologna, Palermo... perché il glicine
si è trovato benissimo nel nostro Paese, al Nord come
al Sud, ed è una di quelle poche piante che tutti conoscono
per nome.
Sono numerosi i glicini plurisecolari presenti sul nostro territorio.
A Santa Margherita Ligure, nel giardino della Cervara (Abbazia
di San Gerolamo), il pergolato è coperto da un immenso,
vecchissimo glicine. All'epoca del restauro, qualche anno
fa, dopo un periodo di abbandono, la pianta era crollata
a terra ed è stata risollevata e rimessa in sede grazie
a un complesso e delicato lavoro che ha richiesto l'impiego
di una grande gru, dato il peso delle poderose ramature.
Glicini di impressionante bellezza ed età sono visibili
a Villa Carlotta, sul lago di Como, e in quasi tutti i parchi
e giardini della zona prealpina, perché in passato non
c'era villa senza glicine, e pare che sia stato proprio un
glicine a stregare George Clooney convincendolo a comprare
l'ormai famosa dimora lacustre di Laglio.
Un
ombrello di fiori fragranti |
La destinazione ideale del glicine è quella su una robusta pergola in
legno, che riuscirà a coprire rapidamente fornendo due vantaggi: una bella
copertura estiva, perfettamente ombreggiante, e l'assenza di fogliame in inverno
per consentire al sole di scaldare l'area evitando il ristagno di freddo e umidità,
problema che può presentarsi sotto le pergole coperte con vegetazione
sempreverde, durante la stagione invernale.
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Chi percorre la bella strada pedemontana che da Reggio
Emilia porta a Parma e su in collina fino alla medievale rocca
di Torrechiara, in primavera può ammirare innumerevoli
glicini sulle case e sui muri delle cascine, molti dei quali
nell'incantevole e insolita veste bianca. Ma questa pianta
dalle grandi doti di adattabilità vive e prospera
anche in ambiente mediterraneo, offrendo la sua chioma folta
a chi desidera creare un'oasi di riparo dal sole. E infatti
una delle specie preferite per la copertura di pergole,
in quanto i possenti rami crescono rapidamente e, se sono condotti
con pazienza e potati con regolarità, si sviluppano
bene sulle superfici orizzontali formando un intrico fitto
e bellissimo da vedere anche in inverno, quando, privo di foglie,
il legno contorto assume il valore di una scultura vegetale.
Forza e bellezza
II glicine porta, botanicamente, il nome dello studioso e scienziato
Caspar Wister, che lasciò la natìa
Scozia per Philadelphia dove, all'inizio del XIX secolo,
lavorò lungamente
in ospedale. Fu pioniere nel sostenere la necessità delle
campagne di vaccinazione e di igiene, come deterrente contro
le malattie epidemiche, in un'epoca in cui questo atteggiamento
era considerato una stravaganza con qualche sottofondo
di magia nera.
E proprio nell'aiutare gli altri diede la
sua vita: morì di febbre gialla curando gli ammalati
del suo ospedale. L'amico botanico Thomas Nuttall volle
onorarlo dedicandogli questo nuovo rampicante che cominciava
a interessare
giardinieri e paesaggisti, affascinati dalla fioritura spettacolare
dal profumo dolcissimo. Due sono le specie più diffuse,
quella cinese, Wisteria sinensis, e la giapponese W. floribunda, che arrivò in Europa solo intorno al
1830, molto elegante per i grappoli lunghi e radi, ma meno
profumata.
Esistono anche alcune specie di origine americana, ma non
hanno avuto diffusione a livello florovivaistico.
Una
cascata bianca e preziosa |
Wisteria floribunda 'Alba' ha fiori bianchi di impressionante
bellezza anche
perché i grappoli sono molto lunghi.
Anche la specie cinese ha una varietà a
fiori bianchi.
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Nessun altro rampicante vanta la distruttiva forza del
glicine, i cui tronchi possono stritolare ringhiere in acciaio
fino a piegarle, e allungare le radici fino a sollevare pavimentazioni
o smuovere tubature idriche. Questa incredibile forza fa da
contrappunto alla delicata, incantevole bellezza della
fioritura.
Il notevole lavoro necessario per le periodiche
potature e per raccogliere l'incredibile quantità di
foglioline secche che rilascia in autunno, è compensato
da questa bellezza e dalla sua chioma ombreggiante. La
coltivazione non presenta particolari difficoltà, perché tollera
il gelo, accetta il suolo neutro o leggermente calcareo (ma
se c'è molto calcare le foglie possono sbiadire o
essere soggette a clorosi) e, dote molto importante oggi,
resiste
bene anche in situazioni metropolitane e all'inquinamento.
Non si ammala facilmente e anche le infestazioni di afidi
raramente raggiungono una gravità tale da compromettere
l'esemplare. Anche l'irrigazione non costituisce un grande
problema, perché gli esemplari adulti allungano
le loro radici in profondità, al riparo dalla secchezza
superficiale. Più che l'aridità estiva, è da
evitare quella autunnale, quando si stanno formando le gemme
da fiore.
E bene invece irrigare generosamente in primavera
gli esemplari giovani, per favorire uno sviluppo rapido
dei getti che si desiderano conservare, indirizzandoli opportunamente
prima che, lignificando, risultino inamovibili dai supporti
ai quali si sono aggrappati.
In vaso, il glicine può creare qualche difficoltà.
La sua vigoria richiederà infatti nei primi anni un
rinvaso frequente, e in seguito, quando non risulta più possibile
cambiare il vaso con uno più grande, occorre rinnovare
ogni anno lo strato superficiale del terriccio. La fioritura
può essere inferiore alle aspettative. I problemi
sono minori con le specie e varietà a sviluppo più modesto,
come la 'Amethyst Fall', dalla ricca fioritura
su una ramatura compatta e poco invadente: è la soluzione
consigliata a chi ha poco spazio e non vuole rinunciare all'incanto
di questa meraviglia.
Un ricco assortimento di glicini è proposto dal vivaista-collezionista
pistoiese Francesco Vignoli, www.wisteria.it.
Alcune specie di glicini insoliti sono disponibili presso il vivaio Paoli e Borgioli,
www.ortensie.com.
Strane
storie di una pianta straordinaria |
• II
glicine cinese si avvolge intorno al supporto arrotolando
i rami in senso antiorario, come tutti i rampicanti
originari dell'emisfero boreale, mentre quello di origine
giapponese va in senso orario, come accade nell'emisfero
australe, a seguito dell'influenza del senso di rotazione
dell'asse terrestre. Le isole del Giappone sono infatti
arrivate nell'emisfero Nord solo in epoche geologiche
relativamente recenti, e con una certa 'velocità'
(qualche centimetro all'anno, nel corso di decine e
decine di millenni): il glicine giapponese ha dunque
conservato l'impronta vegetativa tipica dell'emisfero
Sud.
• A Forlì, sul muro di una vecchia dimora del centro storico, si arrampica
un glicine che ha saputo sopravvivere a un bombardamento del 1944. Le bombe avevano
parzialmente abbattuto la casa senza riuscire a spezzare la forza vitale di questo
esemplare ancora oggi vivente.
• Nell'antica Cina, l'attitudine del glicine a saldarsi strettamente con
il suo supporto veniva considerata un simbolo di amicizia che niente e nessuno
poteva spezzare. Ancora oggi nel linguaggio internazionale dei fiori, il glicine è considerato
ambasciatore di affinità elettive e di amicizia.
• La celebre serie TV 'Desperate housevives' è ambientata in una
strada dedicata al glicine. Wisteria Lane.
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I
mille modi per far crescere un glicine
• La versatilità e l'attitudine a sopportare le potature, adeguandosi
alla forma che viene impostata, ha consentito al glicine di soddisfare le attese
di giardinieri, paesaggisti e bonsaisti. È infatti una specie idonea a
essere lavorata a bonsai, anche se con pazienza e perseveranza.
• Per ottenere la rapida copertura di un muro, si possono usare dei cavi
d'acciaio fissati in orizzontale o in verticale, distanziandoli circa 30 cm:
serviranno come base per la legatura dei getti. Wisteria sinensis è la
specie più idonea per la copertura delle superfìci verticali come
muri e ringhiere, in quanto la vegetazione è folta e i grappoli di fiori
sono corti e compatti. Wisteria floibunda e le altre specie o varietà con
grappoli di fiori lunghi sono invece suggerite per archi e pergole: l'effetto "festone" risulta
spettacolare, in quanto le infiorescenze pendono oscillando alla brezza, non
ostacolate dal fogliame.
• La specie di origine cinese, particolarmente vigorosa, può arrivare
a coprire molti metri quadrati: non è raro che un esemplare riesca ad
allungarsi in orizzontale per 30, 40 o persino 50 metri, crescendo in altezza
fino al quarto-quinto piano di un palazzo.
• È possibile ottenere anche un glicine 'autoportante', in forma
di alberello, senza bisogno di supporto. Questa forma, molto decorativa, richiede
però interventi regolari di potatura e mantenimento, altrimenti prevale
l'attitudine della specie a ricadere o arrampicarsi su un supporto.
• II glicine non trova difficoltà ad arrampicarsi su alberi e conifere,
e l'accoppiata risulta spettacolare al momento della fioritura, ma alla lunga
la vigoria del glicine può mettere in difficoltà la sua pianta
ospite, sia per il maggiore assorbimento di elementi nutritivi dal suolo, sia
perché il fogliame folto arriva a soffocare l'ospite togliendo aria e
luce.
Se
il glicine fiorisce poco... |
Uno
dei problemi più frequenti che si verifìcano
sul glicine è la fioritura poco soddisfacente.
• Gli esemplari ottenuti da seme sono molto lenti ad arrivare alla maturità e
possono passare decenni prima di vederli fiorire, a differenza di quelli ottenuti
per margotta, il metodo di riproduzione consigliato a livello domestico, o
per innesto, metodo normalmente utilizzato per la riproduzione vivaistica.
• Una delle ragioni della mancata fioritura può essere legata a
eccessive concimazioni azotate. I glicini adulti ospitano sulle radici batteri
simbiotici capaci di fissare l'azoto nel terreno: un sovradosaggio 'spinge'
la produzione di foglie a scapito di quella dei fiori.
• Acquistare un esemplare che già porta qualche fiore, preferibilmente
presso un vivaista serio e specializzato, può dare maggiore sicurezza
circa la possibilità di vederlo presto fiorire generosamente, una volta
trapiantato a dimora.
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Lo
scopo della potatura del glicine è quello di ottenere
un'omogenea copertura dello spazio riservato al suo sviluppo,
evitando così una crescita scomposta o eccessiva e
favorendo una fioritura abbondante e di lunga durata. Nei
giovani esemplari, lo spazio tra i tralci dev'essere mantenuto
intorno ai 45-60 cm. sfoltendoli negli anni successivi: ciò favorisce
l'ingrossamento dei rami principali. Il
glicine, se ha spazio a volontà, da adulto non richiede
potatura, ma gli esemplari che vengono regolarmente potati
in estate e inverno danno una fioritura più ricca e
abbondante, e di maggior durata. Il taglio estivo va fatto
circa due mesi dopo la fioritura, quindi in giugno-luglio.
accorciando i nuovi steli dell'anno a 30 cm dal punto
di origine dai rami principali: non potate quelli che volete
far allungare per migliorare la ramatura dove è impoverita,
o per sostituire tralci che vanno eliminati perché spezzati
o troppo radi. È appunto sui tralci accorciati in estate,
nati dal legno dell'anno precedente, che si formeranno
i fiori la primavera successiva.
Nel tardo inverno è facile riconoscere le gemme
da fiore, grosse e turgide, da quelle che danno steli fogliari,
più piccole e sottili; vanno accorciati nuovamente i
getti potati nell'estate precedente, che si erano allungati
in agosto-settembre, lasciando su ciascuno 3-4 gemme.
Effettivamente, questo tipo di intervento richiede pazienza
e un notevole lavoro se si tratta di grandi esemplari,
ma si ottiene così una fioritura molto compatta
e una vegetazione estiva composta. Mantenendo questo
ritmo, si riduce il rischio che la ramatura divenga invadente,
troppo allungata e difficilmente accessibile perché fittamente
contorta o mescolata con altra vegetazione di alberi e
arbusti vicini.