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Veri
trait-d'union tra agricoltura e giardinaggio, nel tempo si sono
trasformati
da strumenti di coltivazione in ornamenti
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Graticcio
con rose in un particolare dell'affresco di Benozzo
Gozzoli «Angeli adoranti e cantori» (1459-1463)
nella cappella dei Magi (Palazzo Medici Riccardi,
FIRENZE).
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Cordoli
di rami intrecciati per contenere le aiuole, piccole corone
per sostenere le piante da fiore, schermi per far arrampicare
i rosai: l'uso dell'intreccio ha origini
antichissime e se ne ritrovano tracce nelle miniature, nei
dipinti sacri mariani, in tutte le prime rappresentazioni
dei lavori agricoli.
Ma è soprattutto nel Medioevo
che il graticcio di rami da strumento di coltivazione diventa
la struttura principale del giardino. Vera anima dell'hortus
conclusus, svolge le diverse funzioni di
recinzione, di sostegno per le piante, anche quelle da fiore
da coltivare in vaso, come i garofani, o di contenimento
per allevare le piante in forma.
I salici
sono il materiale più usato, sostituiti
da canne e pali di noce nei manufatti di dimensioni maggiori.
Con i secoli queste strutture base del giardino si sono fatte sempre più complesse
fino a raggiungere il loro massimo fulgore nel XVII secolo,
quando diventano vere e proprie costruzioni architettoniche realizzate per
stupire, con colonne, alcove e ali laterali, come quelle famose di Chantilly
o di Versailles. Fu proprio con
il disegno per un treillage,
termine francese che indica tutte le strutture in legno o ferro a graticcio,
che Pierre
Le Nôtre, giardiniere di Caterina de
Medici e padre del più famoso André, poté essere
ammesso nella Corporazione dei Giardinieri di Parigi nel 1599.
Nel Seicento le strutture in pali di castagno, spesso dipinte,
si usavano anche per realizzare arcate o tunnel di copertura dei viali, come
nel bellissimo giardino di Aranjuez, il parco di Filippo V
di Spagna.
Vista comunque la deperibilità dei materiali, nel corso del XVII e del
XVIII secolo, parallelamente alla maggiore complessità delle strutture,
si iniziò a utilizzare in parte anche del ferro.
Tornati di gran moda in epoca recente,
con il revival dell'orto-giardino, i graticci di vimini
o di legno di castagno riscoprono le tradizionali tecniche
medievali, nella ricerca di un contatto antico con la natura,
come nel giardino francese del Prieuré d'Orsan (www.prieuredorsan.com).
Una
delle tecniche più affascinanti è però quella
che permette di realizzare strutture «vive» con
getti di salice. Grazie al suo facile attecchimento, il
salice può essere piantato prima della fine di marzo,
semplicemente infilando nel terreno i rami che poi si possono
intrecciare tra loro per realizzare schermi, recinzioni
o anche piccole pergole: in poche settimane i getti radicheranno
e si copriranno di foglie, creando effetti di luce particolarmente
affascinanti. È difficile non avere successo, perché il
salice si adatta senza problema a qualsiasi tipo di terreno,
preferendo però quelli calcarei.
Strutture di grande versatilità, i graticci sono la
soluzione ottimale soprattutto nei piccoli giardini, sui terrazzi,
in città, ovunque sia
necessario recuperare spazio, ampliare le prospettive, schermare
viste indesiderate. Un arco o uno schermo a traliccio coperti di rose possono
diventare un elemento di primo piano in grado di «oscurare» lo
spazio retrostante, o viceversa di ampliarne la percezione così che
lo sfondo si allontani e i confini siano meno netti e vicini. Anche applicando
la tecnica
del trompe-l'oeil e realizzando disegni ad hoc i graticci riescono a dare
profondità e a falsare la prospettiva.
Una particolare attenzione va riservata al disegno dell'intreccio:
la losanga consente, avvicinandosi al graticcio, di osservare facilmente
attraverso di esso il giardino che prosegue, mentre, allontanandosi,
il disegno obliquo
diventa come un velo che impedisce di vedere oltre e costringe a concentrare
l'attenzione sulle piante e sui fiori che il treillage sostiene. Il disegno
a quadrato invece permette, se ampio, una maggiore trasparenza, ed è più utile
nei giardini dove si desidera che lo sguardo corra in ogni direzione.
In ogni caso, la struttura a graticcio, per quanto antica, si presta a tutte
le infinite variazioni che il disegno contemporaneo del giardino è in
grado di proporre.
Oltre
ai numerosi modelli in commercio, si possono realizzare disegni
specifici, anche in relazione al materiale utilizzato; oggi gli anglosassoni
usano frequentemente pali di cedro che resistono a lungo
all'aperto e non marciscono facilmente, ma sempre più spesso si
tende a utilizzare combinazioni di legno e metallo, che garantiscono
una maggiore
durata. Anche
una semplice e poco costosa rete elettrosaldata da cantiere
edile può comunque servire allo scopo: una volta coperta di fiori perde
quel tono di eccessiva povertà e il rigore della struttura sottolinea
ancora di più l'elemento vegetale.
VESTIAMOLI
DI FIORI
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Le
piante rampicanti e i loro sostegni sono sempre un'occasione
in più per qualsiasi giardino. Per chiudere
una brutta vista, su un muro nudo, o anche in mezzo
a un'aiuola troppo affollata o nei giardini piccoli: coprono,
vestono, offrono fioriture dove lo spazio è poco.
Ma quali piante usare? Una delle combinazioni più belle è quella
di rose e clematidi: di colori contrastanti,
per esempio bianco e violetto con Rosa 'Francis
E. Lester' e Clematis 'Etoile Violette', oppure
tono su tono, rosa con rosa, mescolando C.
'Comtesse de Bouchaud' con la Rosa 'Pink Bells',
o il color lavanda di C. 'Mrs Cholmondeley' con il
rosa chiaro
della Rosa 'New
Dawn'. Ma in attesa che le piante scelte crescano e
coprano l'intero graticcio, perché non approfittarne
e piantare dei rampicanti annuali,
magari anche su strutture temporanee, piccole piramidi
realizzate con tre pali uniti all'apice, come negli
orti di un tempo? Anche qui la scelta è ampia:
i tropeoli, i piselli odorosi, alcune specie di ipomee,
la Thunbergia alata dal caratteristico centro
nero, o l'Humulus japonicus var. lutescens, che
con le sue foglie giallo dorate è in grado di
illuminare, un angolo un po' scuro del giardino.
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DOVE
SI TROVA
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Salix: Anna
Patrucco, intrecciando salici dai fusti
di vari colori (dall'arancione al marrone,
dal verde al nero, al porpora o malva), realizza bellissime
sculture e sostegni, ideali per clematidi, rose o piselli
odorosi. Sono disponibili anche i tradizionali
cordoli da orto e, nel vivaio, circa 60 fra
varietà e specie di salici, fra cui alcune adatte
proprio all'intreccio.
Info: Salix, via Vagliumina
9, 13891 Camburzano (Biella), tel. 015 591540, fax
015 2439714.
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