Nel parco di un ex-manicomio, un GIARDINO che
aiuta a star meglio
C'è Maria,
una signora cieca dalla nascita, che viene a toccare
le piante e ad assaporarne i profumi. C'è John,
che arriva in bicicletta dall'altro capo della città per
rendersi utile e, soprattutto, sfogare il suo bisogno di
parlare e affrancarsi dalla morsa della solitudine. E poi
Claudio, che libera per un po' la mente dai suoi fantasmi
tagliando le erbacce, e Michele, ex-alcolista,
che invece impara a far talee nella speranza di trovare un
lavoro che
lo riscatti.
Sono alcuni dei frequentatori del "Giardino
degli aromi", piccola ma straordinaria
oasi verde ritagliata nel parco di quello che fu, fino
al 1999, quando venne smantellato
definitivamente, il più grande manicomio di Milano:
l'ospedale Paolo Pini. "degli
aromi" perché questo
giardino, creato da un gruppo di donne, ospita prevalentemente
piante aromatiche e officinali. Ed è riuscito
a raccogliere attorno a sé un gran numero di persone.
Perché non è solo
un luogo in cui si promuove la conoscenza e la corretta
relazione dell'uomo con le piante e la natura in generale,
come pure
la pratica di tecniche naturali di coltivazione, ma anche,
e forse soprattutto, uno spazio a disposizione di persone
che provengono da esperienze di disagio,
emarginazione, violenza o solitudine.
"Per questo universo", spiega Aurora
Betti, una delle fondatrici del giardino, "il
rapporto di studio, osservazione e lavoro con la
terra e le piante
aiuta a ritrovare equilibrio di
pensiero, e dunque a superare il disagio".
A poca distanza dal giardino e come sua appendice,
di recente è nato anche il "Libero
Orto"; coltivato con metodi biologici, è uno
spazio nel quale chiunque, dagli abitanti del quartiere
ai disabili, può sperimentare quanto benessere
può dare
la coltivazione di una pianta.