di Delfina Rattazzi (Gardenia, giugno 2008)
II
nuovo dehors del Café Trussardi a Milano
Vicino
al Teatro alla Scala, Patrick Blanc ha realizzato un muro
con 200 piante diverse,
ossigeno in più per la
città
Capelli
tinti di verde erba intenso, unghie laccate nella
stessa tonalità, Patrick
Blanc ha accolto gli invitati
all'apertura del giardino pensile di sua creazione, al Café
Trussardi, a Milano, con un sorriso aperto e cordiale. Botanico
di fama, scienziato e studioso presso il Centro Nazionale
delle Ricerche in Francia, Blanc è stato l'inventore
del muro vegetale. Un libro di grande formato appena pubblicato
da Laffont illustra le sue creazioni nel mondo. Le pareti
del museo di arti primitive Quai Branly, a Parigi, disegnato
da Jean Nouvel, ospitano oltre 200 varietà di piante
associate per creare una sontuosa tappezzeria di fogliami.
Per il gigantesco giardino verticale del Caixa Forum, a Madrid,
opera di Herzog & de Meuron, Patrick Blanc ha utilizzato
ben 15mila piante di 250 specie diverse. Con in mano un
bicchiere di vino bianco «perche l'acqua la lascio alle
piante», il botanico francese spiega come le piante che
crescono vicino al soffitto di vetro del nuovo spazio milanese,
si svilupperanno in fretta per fare ombra a quelle negli strati
inferiori.
Naturalmente
le specie vegetali scelte per l'interno sono diverse da quelle
che crescono all'esterno, esposte alla pioggia
e alla luce del sole. Nella fascia che sovrasta gli ospiti
della nuova ala del Caffè, piccoli Anthurium a
fiori rossi sono stati associati a begonie, ficus, Billbergia,
Tradescantia, Dracaena, varietà di asparagi selvatici, e molte altre
piante degli habitat tropicali. Nei suoi viaggi nelle foreste
tropicali in Malesia e in Thailandia, Blanc ha trascorso
mesi e anni a osservare i comportamenti e le strategie
di sopravvivenza delle diverse specie.
Nella nuova collana "Oltre i giardini", la casa editrice
Bollati Boringhieri ha appena pubblicato il libro di Blanc
che si intitola: "il bello di essere pianta".
Mettendosi nei panni di una Sonerila, piccola pianta rara che
cresce sulle rocce, quasi al buio, in Malesia, l'inventore
del muro vegetale tesse l'elogio delle varietà vegetali
che non crescono molto, chiedono poco e si accontentano
di poca luce. Così diverse dall'uomo perché non
infestanti, non invadenti e di parche necessità,
permettono alle altre piante di crescere intorno, non
intralciano la ricchezza della biodiversità.
La carica delle duecento
Basta
guardare l'elenco delle piante scelte da Blanc per l'esterno
del CaféTrussardi, più di 200, per cogliere
l'ampiezza della visione di questo botanico-artista. Euphorbia,
gerani dei prati, lavande, mini salvie, sedum, ortensie,
deutzie, ginestre, campanule, fucsie, garofanini e artemisie
si intersecano con buddleje e addirittura papaveri bianchi
della California, quella Romneya coulteri che i normali
giardinieri non riescono quasi mai a vedere fioriti.
«Mi
interesso al tema della competizione nella biodiversità»,
dice Patrick Blanc. «Mi oppongo all'idea di Darwin secondo
la quale, nella natura, il più forte ha maggiori probabilità di
sopravvivenza». Sui suoi muri brevettati in pvc,
che restano scostati dai muri delle case, il botanico fa
crescere le sue piante senza terra, in un doppio strato di
feltro,
inumidito regolarmente da una soluzione di acqua e di sali
minerali. «Sono sensibile all'architettura delle
foglie: uso piante che hanno delle curve», racconta.
Usa anche specie che non hanno bisogno di potature. E che sono
piantate fitte per impedire alle erbacce di insinuarsi
nei muri.
Un'iniezione di ossigeno
Poco
amante della campagna, Blanc si dichiara un metropolitano
convinto «L'umanità vive sempre di più nelle
città, in un contesto dove la natura non ha rilevanza». Dice
che l'orizzontale non ha futuro mentre il verticale offre enormi
potenzialità. «Sogno di fare muri
vegetali dove la gente meno se li aspetta, come nel metrò».
Fra le ultime creazioni di Blanc c'è la copertura delle
Halles di Avignon. Gli abitanti delle zona sono incantati da
questa creazione viva, mutevole, che cambia colore in autunno
e rinasce a primavera. La sua parete vegetale rinfresca l'interno
d'estate e fa diminuire caldo e spese per il condizionamento.
II nuovo dehors del Café Trussardi sarà in grado
di ridurre le emissioni di Co2 nell'aria di 30mila chilogrammi
all'anno e immetterà 4.800 kg di ossigeno nell'aria
all'anno nel pieno centro di Milano.
Patrick
Blanc vive a Crèteil, nella periferia di Parigi,
assieme al suo compagno Pascal di Bollywood, famoso cantante
pop indiano. In casa ha una sorta di giungla dove convivono
uccelli, rane blu della Malesia e lucertole del Madagascar.
Se lascia le porte aperte, rischia che i suoi animali decidano
di andare a spasso. Oggi la sua invenzione è copiata
in tutto il mondo, ma questo non lo disturba. «Se mi
imitano è una buona cosa», dice. «Viviamo
sempre più in città dove gli unici spazi accessibili
alla vegetazione sono le pareti verticali questo può creare
un piccolo benessere nelle nostre città», conclude
questo 53enne dalla fertile e prodigiosa immaginazione.
Il
segreto della foresta tropicale
Patrick Blanc insegna all'Università di Jussieu, a Parigi, "le strategie
che consentono alle piante di usare solo una frazione di luce per elaborare complesse
ministrategie di adattamento". Ed è proprio questo il segreto rubato
alla foresta tropicale che gli ha consentito di realizzare i suoi muri verdi
un po' ovunque nel mondo; negozi, l'ultimo a Milano, Pisa Orologeria Rolex
Flagship Store, facciate di palazzi, interni di barche di lusso, e perfino
vestiti, come
qui a fianco.
INFO: www.murvegetalpatrickblanc.com |
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Patrick Blanc, 53 anni, eccentrico botanico
francese, lavora come ricercatore al Cnrs, specializzato
nello studio della flora del sottobosco tropicale,
la stessa che utilizza per creare i suoi giardini verticali.
Sono da poco usciti due suoi nuovi libri Le mur
vegetal, in francese, da Laffont e Il bello
di essere pianta, in italiano,
18 €, edito da Bollati Boringhieri nella nuova collana "Oltre i giardini."
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