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UN
QUARANTENNIO DI ROSE ITALIANE DAGLI ANNI '20 AI '60
di Michela Mollia
Perché l'Italia non è mai stata protagonista nella
storia della rosa? Perché non ci sono grandi ibridatori
italiani? Perché alle rose si collegano Francia, Inghilterra
e America, oltreché Olanda, Germania, Spagna, Belgio
o Danimarca? I motivi di tale assenza potrebbero essere questi:
mancanza di una committenza colta e ricca; assenza di una letteratura
specifica di autori italiani; inesistenza di una politica economica
di sostegno; appezzamenti di terra troppo piccoli; clima troppo
mite. Sembra paradossale, ma la bonarietà dei nostri
inverni ha indotto i coltivatori a fidarsi delle condizioni
atmosferiche senza doversi misurare con temperature pericolose
alle colture e quindi senza dover sviluppare una tecnologia
di sostegno e di riparo, che in qualche modo fornisse anche
lo stimolo per la ricerca. Pensiamo per esempio a Wilhelm Kordes
che, a partire dagli anni 40, proprio grazie agli inverni tremendi
del Nord è stato spinto, sollecitato, costretto a orientare
la sua ricerca su varietà resistenti al freddo; ricerca
da cui sono nate le famose Rose Kordesii, introdotte
negli anni '50.
LA STORIA DI UN'ASSENZA
Ecco
cosa scriveva Domenico Aicardi alla fine degli anni '40
nel suo famoso libro "Le Rose Moderne"
(notare che questo libro si colloca all'interno di una collana
di manuali destinati all'agricoltura). "In Italia, specialmente
in Riviera, la floricoltura non ha nessun carattere di industria
intesa nel vero significato della parola, mancando di ogni attrezzatura
atta a garantire una produzione regolare e non soggetta a perire
o a deteriorarsi in caso di intemperie o di gelo. Ciò
non deve essere imputato a mancanza di iniziativa o ad incomprensione
da parte dei floricoltori, ma piuttosto a tre fattori contingenti,
che incidono enormemente su questo stato di cose: mancanza di
un istituto di credito, condizioni climatiche favorevoli, spezzettamento
della proprietà. Questa situazione, che sino ad un certo
punto è da considerare benigna, può in ogni momento
divenire pericolosa per le gravi insidie alle quali è
soggetta. Mancando i capitali e non essendo rigorosamente necessaria
un'attrezzatura industriale, la floricoltura si basa più
sul lavoro e sulla resistenza fisica del floricoltore che sulle
sue conoscenze colturali, poiché a queste pensa l'andamento
stagionale ora favorevole ora avverso. Per queste ragioni la
floricoltura nostrana è, direi, eminentemente proletaria,
meglio, a conduzione familiare. Le maestranze specializzate
non esistono. Tutti i floricoltori si sono improvvisati tali
provenendo da ogni ceto: contadini, manovali, marinai, pastori,
artigiani. La floricoltura ligure è nata per iniziativa
e intraprendenza dei singoli floricoltori, senza aiuti, senza
direttive, senza scuole.
Fate attenzione a quello che dice Aicardi: "Tutti i
floricoltori si sono improvvisati tali provenendo da ogni ceto:
contadini, manovali, marinai, pastori, artigiani".
Pensiamo invece da dove quasi sempre provenivano i grandi ibridatori:
erano giardinieri o vivaisti. Oppure avevano alle spalle, una,
due, tre generazioni di padri che facevano questo lavoro che
veniva poi tramandato ai figli.
Queste sono le coordinate che possono servire da orientamento
per inquadrare la situazione. Per narrare, in sostanza, la storia
di un'assenza bisogna quindi andare alla ricerca. Andare a vedere
"oltre" la storia ufficiale, tra le sue pieghe, tra
le informazioni date di passaggio, quei velocissimi lampi di
luce devono per forza diventare sufficienti ad illuminare il
mondo circostante. Ma si sa: al buio ci si abitua e a forza
di starci si comincia a vedere sempre meglio e di più.
Proviamo allora a vedere se riusciamo ad individuare il percorso
il più delle volte oscuro che le rose italiane hanno
compiuto, servendoci delle loro poche, ma significative, apparizioni
alla luce della storia.
LE
PRIME RIFIORENTI
E'
nel bacino del Mediterraneo e in Italia in particolare, che
si prepara la nascita delle prime rose europee rifiorenti. E questo
prima ancora dell'arrivo delle rose provenienti dalla Cina. Si
tratta delle Damascene Perpetue o Portland, che
conoscono la loro massima popolarità nel periodo compreso
tra il 1812 e il 1850. Nel periodo precedente, e cioè quello
grosso
modo compreso tra il 1806 e il 1812, rose importate dall'Italia,
ibridazioni francesi e fissaggio di mutazioni, creano la base
per la formazione di questo nuovo gruppo. Sembrerebbe evidente
il contributo dell'Italia che, per quanto oscuro, può ancora
essere studiato, data la nebulosità che avvolge tuttora
l'origine di questo gruppo di rose.
Si deve obbligatoriamente iniziare da un classico della storia
della rosa, dalla cosiddetta rosa rifiorente di Paestum,
della cui rifiorenza non abbiamo però prova evidente se
non dai versi di poeti classici come Virgilio, Omero, Esiodo,
Ovidio, Properzio.
Mancando qualsiasi descrizione precisa e specifica, non si può
dire con certezza se l'espressione latina 'bifera' non
sia piuttosto un modo per enfatizzare, del tipo: "fiorisce
così tanto da sembrare due (doppia)" come diremmo
in modo sicuramente poco poetico, quindi nell'accezione di "abbondante",
riferito ad una natura che, avvantaggiata da un clima mite poteva
mostrarsi in tutta l'abbondanza dei suoi doni.
Per poter avere notizia di rose rifiorenti dovremo aspettare la
fine del '500 e trasferirci a Ferrara, dove il famoso saggista
francese Montaigne, viaggiando alla volta di Roma, si imbatte
in una rosa che, gli dicono, poteva fiorire in ogni mese dell'anno.
Anche in questo caso non ne sappiamo molto di più: era
una pianta? Era un singolo fiore? Non abbiamo nessuna descrizione,
né da Montaigne né da un suo contemporaneo.
Dalla fine del '500 fino al 1633, non si legge più nulla
sui trattati botanici di questa misteriosa rosa rifiorente.
ROSA
ITALICA FLORE PLENO PERPETUA
È
Ferrari che nel 1633, nel suo 'Flora, seu, De Florum
Cultura' pubblicato a Roma, menziona per la prima volta,
quindi dopo circa 50 anni dalla rosa 'di Ferrara'
una Rosa Italica flore pleno perpetua, cioè una
rosa italiana rifiorente, perpetua, che viene chiamata 'Omnium
Mensium' (di tutti i mesi), dal colore piacevolemente rossastro
e 'molto somigliante' alla Damascena. Nel 1655, a Londra,
il famoso botanico John Rea, sotto la voce Rosa mensalis,
parla di questa rosa, molto somigliante alla Rosa Damascena,
che in Italia può fiorire per sette mesi, ma di cui l'autore
non ha mai avuto prova in Inghilterra, paese dove, per clima,
la fioritura si limita a soli tre mesi.
Non sappiamo se era la rosa di Montaigne o un'altra, ma comunque
era una rosa proveniente dall'Italia. Descritta solamente come
simile alla Rosa Damascena, si può
desumere che fosse una forma rifiorente e più doppia della
Damascena comune.
Possiamo seguire, a partire dal 1633 fino all'ultima testimonianza
scritta del 1811 con l'Almanach des Dames di Guerrapain,
la presenza di una serie di rose Omnium Mensium, o Rosier
de tous Ies mois generate dall'originale rossa in una serie
di mutazioni bianche, striate, carnicine singole, a mazzetti
e a fiore semplice, ognuna delle quali con una sua propria denominazione.
L'APPARIZIONE
DELLA PORTLANDICA
La
prima vera diversificazione di queste Omnium Mensium
arriva con l'apparizione della Portlandica ('Portland
Damask', Damascena Portlandica, 'Duchesse of Portland')
nel 1775, quando una 'Portland Crimson Monthly Rose',
rinvenuta nella città inglese di Portland, viene elencata
come separata dal gruppo di rose 'Omnium Mensium' (Weston).
Questa rosa viene descritta come frutto di un incrocio tra la
R. damascena bifera con la R. gallica
dai fiori semi-doppi, scarlatto porpora, rifiorente fino ai primi
geli. In realtà la 'Bifera' non era ancora
conosciuta, per cui è più facile pensare che in
questa intercambiabilità dei nomi, che passavano quasi
indifferentemente da una rosa all'altra, in realtà ci si
riferisca alla 'Omnium Mensium'. Dobbiamo ricordare che
la Rosa Damascena veniva nominata 'deux fois l'an',
oppure 'quatre saisons' o 'tous-les-mois'. Nomi
che variavano a seconda del botanico che le descriveva.
Si trattava comunque di una rosa nativa del bacino mediterraneo
e forse era questa la rosa arrivata a Ferrara e che darà
quindi origine al gruppo delle Portland.
IBRIDI
RIFIORENTI DI DAMASCENE
La
'Monthly Rose' originale, e cioè la Rosa Italica
flore pleno perpetua avrebbe quindi giocato un importantissimo
doppio ruolo nell'evoluzione delle rose moderne: da una parte
per lo sviluppo delle Damascene Perpetue e dall'altra,
ma indirettamente, per le Borboniane. In conclusione,
con il determinante contributo di un ceppo di rose italiane.
Sono probabilmente questi gli inizi di questa classe e l'Italia
rimane visibile in questo periodo anche con altre varietà
che sarebbero ibridi rifiorenti di Damascene. Abbiamo notizia
di una rosa 'Italica' ('D'Italie', 'Quatre Saisons
d'Italie', 'Rose d'Italie', 'D'Italie Rose',
'Damascena Italica').
Arriva da Firenze e la riceve nel 1806 Dupont, il noto
rosaista francese e rimane disponibile per più di vent'anni.
Poco profumata, ma graziosa ed elegante, dal fiore semi-doppio,
rosa. 'Henriette' che arriva in Francia, proveniente dall'Italia
nel 1811, forse sinonimo di 'Italica' dal fiore doppio,
rosa delicato. E' preceduta da una certa 'De Naples', attribuita
a Descemet, di questa varietà non ci è pervenuta
alcuna descrizione, ma il suo nome stava a significarne la provenienza.
Per completare la lista delle rose di origine italiana, aggiungeremo
una mutazione di 'Italica', 'D'Italie Blanche',
di Carici -Coquerel, circa del 1812 (tab. 1l) .
LA
GRANDE RIFIORENZA DELLE CINESI
Quando
parliamo di rose rifiorenti, subito il pensiero corre alle rose
Cinesi, quelle rose apparentemente così fragili
e delicate, ma responsabili di aver trasmesso la capacità
di rifiorire alle vecchie rose europee. Tradizionalmente si riportano
solo quattro rose: 'Parson's Pink China' o 'OId Blush',
introdotta in commercio nel 1793 ma probabilmente arrivata in
Occidente prima di quella data; 'Slater's Crimson China'
del 1792, anche questa importata; 'Hume's Blush Tea-Scented
China' del 1810 e 'Park's Yellow Tea-Scented China'
del 1824. Sappiamo già molto di queste quattro rose e non
ne parleremo adesso.
Quello che è invece interessante notare è che molte
altre rose Cinesi, importate o nate da seme, erano in circolazione
in Europa in quel periodo, offrendo quindi molto materiale per
gli incroci. Oltre alle varietà importate dall'Oriente,
queste rose tendono ad originare dalla Francia e dall'Italia piuttosto
che dall'Inghilterra, dato il clima sfavorevole di questo paese
per la maturazione dei semi. In questo periodo l'Italia sembra
giocare un ruolo non di poco conto: il traffico tra Francia e
Italia per quanto riguarda le rose è molto intenso; semi
e piante arrivano in Francia provenienti dall'Italia, tanto che
gli ibridatori francesi si sentono quasi in obbligo, per dovere
di riconoscenza, di dare a molte loro creazioni, nomi italiani.
NOMI
ITALIANI PER ROSE EUROPEE
Soupert
et Notting del Lussemburgo nel 1890 chiamano 'Gribaudo
Nicola' la loro Noisette, discendente di 'Bouquet
d'or', mentre nel 1904 dedicavano una loro novità
alla Regina Margherita d'Italia. Curiosamente troviamo poi tra
i vari sinonimi della famosissima 'Zephirine Drouhin'
di Bizot, del 1868, 'Belle Dijonnaise', 'Charles
Bonnet', 'Mme Gustave Bonnet', anche 'Ingegnoli
Prediletta'.
Scrive cosi Jean-Pierre Vibert nel 1824: "La
Francia non deve invidiare terre straniere: se la coltura delle
rose non ha ancora ottenuto il più alto grado di perfezione
possibile, si potrà perlomeno dire che lo scrigno dei
segreti elargiti dalla natura viene conservato con cura da coloro
che hanno studiato questo meraviglioso soggetto. Le mie relazioni
commerciali mi hanno dimostrato che non siamo noi i soli ad
essere interessati: Inghilterra, Olanda, Italia, Polonia e anche
la Russia, hanno appassionati competenti e qualche illuminato
coltivatore che conduce il suo lavoro con zelo e anche con successo."
Lo stesso Vibert ci dice che Philippe Noisette,
stimato e conosciuto ibridatore, aveva avuto il merito di introdurre
in Francia almeno una dozzina di meravigliose rose Cinesi
provenienti dall'Italia. Vibert elenca circa un centinaio
tra Cinesi e Noisette, di cui almeno 65 presenti
nella sua collezione, le altre disponibili presso altri rosaisti.
Un patrimonio di rose sempre in accrescimento, dinamico, pronto
ad accogliere novità e ad escludere ciò che non
da buoni risultati.
UNA
STORIA FATTA DI SINONIMI
In
questo lavoro l'Italia deve aver giocato un ruolo di grande
importanza fornendo materiale ai grandi ottenitori francesi
e probabilmente non solo a loro. Nel 1818 viene introdotto un
Ibrido Cinese, 'Belle de Lodi'. Aveva un sinonimo,
'Belle Gabrielle', poteva essere reperita presso
i vivai di Laffay, ma il nome 'Lodi' naturalmente fa
riferimento alla città italiana. Proprio in questi anni
il moltiplicarsi di rose Tea sembra non aver fine.
Jean-Pierre Vibert, introduce intorno al 1823 la preziosa
Tea proveniente dalla Cina, l"Indica Major'.
Questa rosa parte dalla Cina con il nome 'Fun Jwan Lo'
ma assume, strada facendo, diversi nomi dovuti evidentemente al
suo essere introdotta varie volte attraverso diversi percorsi.
Tra i sinonimi con cui la si può trovare c'è 'Sempervirens
d'Italie'. Vibert trafficava molto con l'Italia, tra
l'altro era stato in Italia come soldato di Napoleone; molte rose
Cinesi e Tea gli arrivavano proprio da qui ed è
altamente probabile che anche questa rosa gli fosse giunta dall'Italia.
Anche Laffay ne introduce una dal nome decisamente italiano,
'Belle Bigottini'.
C'è da pensare che fosse stata individuata una fonte
in Italia che produceva di queste rose, perché nei dieci
anni successivi i francesi continueranno a introdurre rose ibridate
in Italia! Naturalmente non sappiamo nulla di dove provenissero
né da chi. La storia della rosa in Italia compresa tra
il 1830 e il 1840 è tutta da scrivere...E che non sia
un protagonista di questo periodo il nostro Casoretti, visto
che nel 1830 "sopra 500 cespi di rose del Bengala,
si contavano più di 130 varietà sceltissime, da
lui medesimo ottenute con la via della fecondazione artificiale
e della seminagione" (Il Giardiniere, Giornale pei giardinieri,
ecc. Milano, 1852)...?
DALLA
FAMOSA 'BELLA DI MONZA'...
Ma
noi facciamo partire ufficialmente la storia delle rose italiane
usualmente con il primo ibridatore italiano che si presenta
al pubblico, Luigi Villoresi, che era stato direttore
dei Giardini Reali di Monza tra il 1812 e il 1825. Sua è
infatti la famosa 'Bella di Monza' (Modoetiensis Villoresi)
creata agli inizi dell'Ottocento e menzionata per la prima volta
nel 1826 nel catalogo di Carlo Maupoil, vivaio di Dolo, vicino
a Venezia. Fu una rosa che dovette godere di una certa popolarità
e che rimase disponibile sui cataloghi fino al 1853. 'Belle
de Monze' = 'Belle de Florence'? (Villoresi/Noisette, ca 1825)
Questa bellissima rosa è una delle venti e più
varietà del Bengala o Cinesi create dal signor
Villoresi, sovrintendente dei giardini dell'Arciduca, a
Monza.
Evidentemente reintrodotta da Vibert nel 1840' (The
Rose Fancier's Manual, Mrs Gore, 1838). Esiste anche, tra
le Cinesi classificate da Vibert, una certa 'Belle
Villoresi', che a tutta prima verrebbe di dire essere un
sinonimo di 'Belle de Monza' . Ma non è cosi perché
'Belle Villoresi' è rosa scuro e 'Belle de Monza'
porpora scuro insieme ad un'altra, per noi sconosciuta, dall'indubbio
nome italiano e per di più lombardo, 'Vimercati'.
Mentre tra le rarissime Cinesi bianche, oltre a
'Strombio' e 'Pallavicini', troviamo una certa 'Belle
Traversi' di cui non sappiamo nulla se non che è bianca
e non troppo delicata.
...ALLE
SCONOSCIUTE 'MAZZORATI' E PALLAVICINI'
Altre
rose italiane ci sono rimaste nascoste dalla grande storia:
'Mazzorati' (Italia, 1828. Doppio, color granata porpora
scuro) e 'Pallavicini' (Italia/Soulange-Bodin,
1828. Doppio, bianco-giallastro) che troviamo descritta non
solo nei testi francesi (Desportes, Vibert, Boitard)
ma anche in quelli inglesi. Infatti Rivers, nel suo The
Rose Amateur's Guide del 1843, scrive abbastanza a lungo
di questa rosa. La descrive come insignificante se coltivata
da talea, ma assolutamente magnifica se innestata, tanto da
apparire una rosa completamente differente. Un esemplare in
fiore su di un muro della sede della Horticultural Society,
"attirava moltissimo l'attenzione", scrive.
E aggiunge: "Credo che sia di origine italiana,
come molte rose Tea o Cinesi sono ottenute ogni anno da seme
in Italia, ma non distribuite". E poi: 'Semi-Double
à Grandes Fleurs' (Italia, 1828. Semidoppio, manca
il colore) e 'Strombio' (Italia/Fromont, 1828.
Doppio, bianco carnicino). Ancora Rivers ne parla nel
medesimo testo, (dobbiamo pensare che Rivers scrive nel 1843
e che ne parla come una vecchia rosa) ma ancora: "Meritevole
di essere coltivata" soprattutto, dice, come esemplare
ad alberello. E sempre Rivers cita una certa 'Taglioni'
(ibridatore e data sconosciuti), molto resistente e sana, bianca,
doppia sfumata appena di rosa.
E poi 'Jeaune Panachée' (Italia/CeIs, 1829.
Doppio, giallo setoso), arbusto ricevuto dall'Italia da Monsieur
Cels (tab. 2).
Come si vede quindi grande attività in Italia, ma assolutamente
al buio rispetto ai grandi fari della storia puntati in questo
periodo prevalentemente su Francia e Inghilterra. Un clima mite,
le nuove rose rifiorenti dell'Oriente, la Francia un buon acquirente:
queste le basi per una discreta attività.
LE
DISCENDENTI DELLA ROSA FOETIDA
Tra
le nuove classi di rose che si formano in questo periodo,
nel tentativo di incrociare le vecchie rose europee con le rose
rifiorenti provenienti dalla Cina, dovremmo ricordare anche un
gruppo di rose, originate dal tentativo di utilizzare la R.
foetida come genitore. Si dice che l'introduzione di R.
foetida rappresenti l'inizio della creazione delle rose moderne.
Non è genitore facile questa rosa, tanto che il gruppo
che comunque ne deriva è piuttosto sparuto sia come forme
di R. foetida che come ibridi. Tra queste poche troviamo
due italiane di cui però non conosciamo l'ibridatore: 'Globe
Yellow' (Italia, ant. 1846. Doppia, globosa, gialla) e 'Jaune
d'Italie' (tab. 3) (Italia, ant 1846. Doppia, piccola, giallo
paglia).
LE
ROSE DI MANETTI E BONFIGLIOLI
Ci
stiamo avvicinando a grandi passi ad una storia "emersa"
delle rose italiane, in cui possiamo trovare per esempio un
altro direttore dei giardini reali di Monza tanto importante da
dare il suo nome al portainnesto, 'Manetti (R. x noisettianamanettii). E arriva anche Bonfiglioli con, prima
tra tutte, la famosa Bourbon 'Variegata di Bologna' (1909);
e poi 'Ricordo di Giosuè Carducci', 'Ricordo
di Géo Chavez' , 'Garisenda' , una sarmentosa
figlia della R. wichurana e di 'Souvenir de la
Malmaison'; 'Luigi Galvani' (1911), 'Italia 1911',
'Isabeau'. Infine, nel 1913, 'Clementina Carbonieri',
una Tea figlia ancora una volta dell'Ibrido di Tea
'Kaiserin Auguste Viktoria' e della Cinese 'Souvenir
de Catherine Guillot'. Ma ci sembra di poter dire che dopo
le rose Cinesi e i loro ibridi, le voci delle rose italiane
taciono. Non le troveremo tra le Borboniane, se
non con l'unica del suo gruppo, la 'Variegata di Bologna';
né tra gli Ibridi Perenni molto in voga in
quel periodo, né tra le Noisette. Bisognerà
attendere gli Ibridi di Tea, per tornare
a distinguere il nostro idioma nazionale. Questa ricerca si deve
condurre, come si può immaginare, in mezzo ad una quantità
incredibile di nomi, date, luoghi; tanto sappiamo che le HT
sono famiglia numerosissima. Invece di stilare una lista che assomiglia
all'elenco del telefono, proviamo a tracciare una pista. Cercheremo
di individuare alcune tra le varietà che potevano essere
disponibili agli ibridatori italiani ai primi del 1900, cioè
su quale materiale era possibile lavorare (tab. 4).
GLI
IBRIDI DI TEA DI AICARDI E GIACOMASSO
Quindi
parleremo non tanto delle rose ottenute, quanto di come si siano
ottenute. Ma da dove si può desumere una lista di questo
genere, che è semplicemente esemplificativa?
Da quella delle rose ottenute in Italia nel periodo compreso tra
il 1929 e il 1965 che ci consente anche di studiare il lavoro,
in particolare, di due ibridatori italiani, Domenico Aicardi
e i fratelli Giacomasso (tab. 5). Cosa possiamo desumere
da questi gruppi di rose? Per esempio: una discreta interrelazione.
'Signora Piero Puricelli' ha dato il polline a tre
rose molto famose tra cui due HT di Meilland che,
a distanza di tre anni, sono nate dagli stessi genitori. Nel caso
di 'Mediterranea' invece, un HT del 1943 dai fiori
carminio e giallo di Pedro Dot, si tratta di una mutazione.
Anche l'ottenitore francese Delbard nel 1969 utilizza una
rosa italiana, 'Gloria di Roma' per la sua 'Passionata'
(tab. 6); 'Kaiserin Auguste Viktoria' è entrata
nel pedigree di due rose italiane, 'Clementina Carbonieri'
e 'Ricordo di Géo Chavez' di Bonfiglioli
(tab. 7); 'La France de 89' è presente nell'albero
genealogico di 'Ricordo di Giosuè Carducci' e di
'Ricordo di Géo Chavez' sempre di Bonfiglioli
(entrambe conservate nel roseto di Sangerhausen) e che un tale
Berti, nel 1905, ottenne una pianticella nata da un suo
seme, un HT che orgogliosamente chiamò 'Italia'
(tab. 8).
I Bonfiglioli erano piuttosto attivi nel primo decennio
del 1900: un'altra varietà 'Stella di Bologna' (sin.
'Etoile de Bologne' a testimoniare ancora la connessione
tra Francia e Italia), nata da una pianticella da seme di 'L'innocence',
un HT di Pernet-Ducher del 1897 a sua volta derivato
da 'Mme Caroline Testout'. Dallo stesso incrocio, 'Julien
Potin' x 'Sensation', ma in anni differenti, Aicardi
ha ottenuto ben undici rose diverse: 'Signora', 'Primavera',
'Saturnia', 'Savoia', 'Sabinia', 'Taurinia', 'Principessa delle
rose', 'Sfinge', 'Crepuscolo', 'Nova Lux' e 'Vivastella'.
Mentre per 'Cristoforo Colombo' (HT) dai fiori giallo
rossastri con il retro dei petali rosa, basta cambiare il padre:
'Sensation' lascia finalmente il posto a 'Frau Karl
Druschki' (tav. 9).
Ma cosa dovevano avere 'Julien Potin' e 'Sensation'
di così straordinario? Di 'Julien Potin' si parla
di "perfezione dorata". I lunghi boccioli mantengono
il colore per molti giorni e dopo l'apertura si conservano per
molti giorni, si scolorano ma poco e sono anche dolcemente profumati,
qualità rara per una rosa gialla. Viene descritta di volta
in volta come "l'aristocratica
delle rose gialle" oppure "il più bel giallo
da esposizione", dalla "crescita vigorosa eretta, fioritura
profusa". Possiede però qualche difetto, come la scarsa
resistenza al clima umido, da qui una preferenza per le estati
calde.
Di 'Sensation', un HT di Hill del 1922, si
parla dei suoi enormi fiori (12-13 cm) cremisi scarlatto con marchiature
marroni. Purtroppo una campionessa nel cedere al mal bianco. Stesso
discorso per 'Domus Aurea', HT del 1940 dai fiori
giallo puro, per cui Aicardi utilizza il polline di una
pianticella gialla; in 'Sovrana' la pianticella gialla
è figlia di 'Signora' e in 'Superba' della
pianticella non viene specificato nulla.
Ancora dallo stesso incrocio, 'Julien Potin' (Pernettiana)
x 'Mme G. Forest-Colcombet' (HT di Mallerin
del 1928, sport di 'Hadley') in anni diversi (1941, 1946
e 1948) i fratelli Giacomasso ottengono ben tre rose diverse:
'Grazia', 'Stella Pacis' e 'Chiarastella'.
La prima, rosa salmone con il centro più scuro; la seconda
doveva essere piuttosto bella in una combinazione di arancio,
salmone, rosso e giallo; la terza era bicolore rosa scuro e giallo.
Invertendo le parti, i Giacomasso ottengono nel 1941 'Rosabella'
un HT derivato da 'Mrs J.D.Russel' (HT) x
'Julien Potin'. 'Monterosa' del 1952 di Giacomasso
nasce da una collaborazione con Aicardi. Di Aicardi
è 'Elettra', un HT del 1940, che verrà
introdotta proprio da Giacomasso mentre 'Superba',
un HT del 1940 di Aicardi, sempre introdotta da
Giacomasso, è frutto del connubio ancora una volta
tra 'Julien Potin' con una pianticella sconosciuta.
Un'altra collaborazione tra Giacomasso e Aicardi
è testimoniata da 'Fedra', una Floribunda
del 1959 in cui viene utilizzata una Floribunda di Aicardi,
'Fiamma' ('Paul's Scarlet Climber' x pianticella di
'Talisman'). La stessa 'Fiamma' verrà utilizzata
quattro anni dopo per 'Fiaba', un HT rosso brillante
puntinata di giallo. Anche qui solo una sostituzione, 'Independence'
con 'Sovrana'. Lo stesso Aicardi utilizzerà
'Fiamma' per ottenere 'Camilla', un HT del
1954, incrociata con 'Talisman'. Ancora i Giacomasso
da due incroci uguali ottengono due rose diverse: 'Galleria
Borghese', rosa carne striata di corallo del 1954 e 'Perché
sì?', rosso carminio con l'esterno dei petali bianco
argento del 1956. Entrambe ottenute da 'Peace' x 'Crimson
Glory'! La ricerca dei Giacomasso doveva essere quindi
molto sistematica. Ecco un altro esempio: 'Liolà',
un HT avorio bordata cremisi del 1960 ottenuta da [('Peace'
(HT) x ('Baiser' (HT) x 'Marguerite Chambard' (HT)] e 'Quo
Vadis', un HT rosa argento che degrada al rosso del
1961, ottenuta da ['Peace' (HT) x ('Baiser' (HT) x ? )]
in cui non sappiamo da che cosa sia stata sostituita 'Marguerite
Chambard'. La stessa 'Fiaba' rientra nell'incrocio
per ottenere 'Chi lo sa?', un HT gialla soffusa
di rosa. Tra i pochi ibridatori italiani attivi in questo periodo
troviamo Giuseppe Borgatti, che doveva essere collegato
alla ditta Sgaravatti, di cui però si trovano pochissime
informazioni riguardo gli incroci da cui otteneva le sue rose
(tab. 10). E anche di Giuseppe Cazzaniga, nonostante si
possano elencare ben 56 delle sue varietà, di cui 17 coltivate
attualmente al Roseto Fineschi, si trova pochissimo riguardo le
origini delle sue rose (tab. 11). A parte le inversioni tra padre
e madre, si possono intuire dei tentativi nel gruppo delle arbustive,
con gli ibridi di R. moyesii, R. foetida, e R.
chinensis 'Mutabilis '.
CONCLUSIONI
Sono
tre i temi
in cui l'Italia gioca un ruolo molto importante nell'ambito
della storia della rosa: il primo rappresentato dalle prime apparizioni
delle Damascene Perpetue (Portland). Questo sta
a significare che prima ancora che arrivassero le rose Cinesi
notoriamente portatrici della rifiorenza alle rose antiche
europee, una forma rifiorente di Damascena originaria
dell'Italia con le sue successive mutazioni e incroci spontanei,
possedeva già in sé questa caratteristica. Secondo:
esisteva in Italia nella prima metà dell'Ottocento, una
coltivazione piuttosto sviluppata e, dobbiamo supporre, anche
raffinata, di rose Cinesi e loro varietà,
tanto interessante da divenire fonte di rifornimento per gli ibridatori,
soprattutto francesi. Terzo: alcuni tra gli ibridatori italiani
della prima metà del secolo scorso meritano di essere meglio
conosciuti e apprezzati per la sistematicità e il rigore
dei loro metodi di ibridazione. Tutto questo per poter ampliare
la visione che generalmente abbiamo della storia della rosa; per
poter comprendere più a fondo quale sia stato il ruolo,
perlopiù oscuro di persone e rose che hanno però
dato il loro importante contributo allo sviluppo della rosa in
Europa.
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Nota:
E' riportato in neretto il nome della varietà e in
chiaro i suoi ascendenti |
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Tabella
1 - ROSE ITALIANE
CHE
PRECEDONO LO STABILIRSI DELLE
DAMASCENE PERPETUE (1806-1812)
Rosa
rifiorente rinvenuta a Ferrara nel 1580
Omnium Mensium ('Rosier de tous les moins','Monthly Rose'.Origini
sconosciute, 1633)
Portlandica, 'Portland Crimson 'Monthly Rose','Portland
Damask' (Origini sconosciute,1775)
Bifera (Origini sconosciute, 1805)
Italica (Firenze/Dupont, 1806)
De Naples (Descemet, ca 1810. Probabilmente originaria
di Napoli)
Henriette (Italia, 1811)
D'Italie Blanche (Carlet/Coquerel, ca 1812. Mutazione
di 'Italica')
Tabella
2 - ROSE CINESI E TEA ITALIANE (1825-1829)
Belle
de Lodi
(1818)
Indica Major sin. 'Sempervirens d'Italie' (Cina/Vibert,1823)
Belle Bigottini (Laffay, 1825)
Gabrina (Italia, 1826)
Semi-double à Grandes Fleurs (Italia, 1828)
Strombio (ltalia/Fromont,1828)
Casoretti (Italia,1828)
Mazzorati (Italia,1828)
Pallavicini (ltalia/Soulange-Bodin,1828)
Jaune Panachée (ltalia/Cels,1829)
Belle Traversi
Belle Villoresi
Vimercati
Taglioni
Tabella
3 - ROSE
ITALIANE IBRIDE DI FOETIDA
Globe
Yellow (Italia, ant 1846)
Jaune d'Italie (Italia, ant 1846)
Tabella
4 - ALCUNE ROSE DISPONIBILI NEL PERIODO 1867-1930
Dame
Edith Helen (HT) (A.Dickson, 1926) 'Mrs J.Laing' (HP) x
? una Pernetiana
Julien Potin (Pern) (Pernet-Ducher, 1927) 'Souvenir de
Claudius Fernet' (Pern) x sconosciuta
Autumn (Pern) (Coddington, 1928) 'Sensation' (HT) x 'Souvenir
de Claudius Pernet' (Pern)
Sensation (HT) (Hill, 1922) 'Hoosier Beauty' (HT) x 'Premier'
(HT)
President Herbert Hoover (HT) (1930) 'Sensation' (HT)
x 'Souv. de Claudius Pernet' (Pern)
Safrano (T) (Beauregard, 1839) presumibilmente 'Park's
Yellow' (T) x 'Mme Desprez' (B)
Anna Olivier (T) (Ducher, 1872) discendente di 'Safrano'
(T)
Victor Verdier (HP) (Lacharme, 1859) 'Jules Margottin'
(HP) x 'Safrano' (T)
Paul Neyron (HP) (Levet, 1869) 'Victor Verdier' (HP)
x 'Anna de Diesbach' (HP)
Lady Mary Fitzwilliam (HT) (Bennett, 1882) 'Devoniensis'
(T) x 'Victor Verdier' (HP)
Mme Abel Chatenay (HT) (Pernet-Ducher, 1894) 'Dr Grill'
(T) x 'Victor Verdier' (HP)
Fisher Holmes (HP) (E.Verdier, 1865) origini sconosciute
Etoile de France (HT) (Pernet-Ducher, 1904) 'Mme Abel
Chatenay' (HT) x 'Fisher Holmes' (HP)
Mme C.Testout (HT) (Pernet-Ducher, 1890) 'Mme de Tartas'
(T) x 'Lady Mary Fitzwilliam' (HT)
Frau Karl Druschki (HP) (Lambert, 1901) 'Merveille de
Lyon' (HP) x Mme C.Testout' (HT)
Kaiserin Auguste Viktoria (HT) (Lambert & Reiter, 1891)
'Perle des Jardins' (T) x 'Belle Lyonnaise' (N) oppure: 'Coquette
de Lyon' <T) x 'Lady Mary Fitzwilliam' (HT)
Antoine Rivoire (HT) (Pernet-Ducher, 1895) 'Dr Grill'
(T) x 'Lady Mary Fitzwilliam' (HT)
La France (HT) (Guillot fils, 1867) Pianticella di 'Mme
Falcot'(T)
Mrs W J Grant (HT) (A. Dickson, 1895) 'Lady Mary Fitzwilliam'
(HT) x 'La France' (HT)
La France de 89 (HT) (Moreau-Robert, 1889) 'Reine Marie
Henriette' (CI HT) x 'La France' (HT)
Liberty (HT) (A.Dickson, 1900) Mrs W J Grant' (HT) x
'Charles J Graham' (HT)
Niphetos (T) (Bougère, 1841) ibridatore e origini
sconosciute
Souv. de Catherine Guillot (T) (P. Guillot, 1895) origini
sconosciute
Mme Ravary (HT) (Pernet-Ducher. 1899) origini sconosciute
Mrs Aaron Ward (HT) (Pernet-Ducher, 1907) origini sconosciute
Château de Clos Vougeot (HT) (Pernet-Ducher, 1908)
origini sconosciute
Maman Cochet (T) (S.Cochet, 1892) 'Marie van Houtte'
(T) x 'Mme Lambard' (T)
Ophelia (HT) (W.Paul, 1912) pianticella di 'Antoine Rivoire'
(HT)
Mme Mélanie Soupert (HT) (Nabonnand, 1881) pianticella
di 'Gloire de Dijon' (N)
General MacArthur (HT) (E.G.Hill Co., 1905) forse discendente
di 'Grüss an Teplitz'
Hadley (HT) (Pierson/Montgomery Co., 1914) pianticella
senza nome ottenuta da ('Liberty' [HT] x 'Richmond' [HT]) x
'General MacArthur' (HT)
Nota:
'Lady Mary Fitzwilliam' ha dato origine a circa 12 varietà,
7 mutazioni, 2 pianticelle. 'Mme C.Testout' ha dato origine
a circa 43 varietà, 12 mutazioni, 9 pianticelle.
Tabella
5 - DUE IBRIDATORI ITALIANI: AICARDI E GIACOMASSO
Domus
Aurea (Aicardi,1930) 'Julien Potin' (Pern) x pianticella
Eterna Giovinezza (Aicardi,1937) 'Dame Edith Helen' (HT)
x 'Julien Potin' (Pern)
Rosabella (Giacomasso,1941) 'Mrs J.D.Russel (HT) x 'Julien
Potin' (Pern)
Gloria di Roma (Aicardi,1937) 'Dame Edith Helen' (HT)
x 'Sensation'
Elettra (Aicardi,1940) 'Julien Potin' (Pern) x 'Sensation'
Sovrana (Aicardi, 1940) 'Julien Potin' (Pern) x pianticella
gialla di 'Signora'
Superba (Aicardi,1940) 'Julien Potin' (Pern) x pianticella
Cristoforo Colombo (Aicardi, 1953) 'Julien Potin' (Pern)
x 'Frau Karl Druschki' (HP)
Sirena (Aicardi,1941) 'Saturnia' x 'Anemone'
Principe di Piemonte (Giacomasso,1929) 'Mrs Edward Powell'
(HT) x 'General MacArthur' (HT)
Vulcania (Giacomasso, 1948) 'Matador' (HT) x 'Principe
di Piemonte' (HT)
Guglielmo Marconi (Giacomasso,1934) Ophelia' (HT) x 'Elisabeth
Faurax' (HT)
Stella mattutina (HT) (Giacomasso, 1951) 'Numa Fay' (HT)
x 'Asso Francesco Baracca'
Monterosa (Giacomasso,1952) 'Elettra' (HT) x 'Superba'
(HT)
Grazia (Giacomasso,1941) 'Julien Potin' (Pern) x 'Mme
G.Forest-Colcombet'
(HT)
Stella Pacis (Giacomasso,1946) 'Julien Potin' (Pern)
x 'Mme G.Forest-Colcombet (HT)
Chiarastella (Giacomasso, 1948) 'Julien Potin' (Pern)
x 'Mme G.Forest-Colcombet' (HT)
Galleria Borghese (Giacomasso, 1954) 'Peace' (HT) x 'Crimson
Glory' (HT)
Perché sì? (Giacomasso,1956) 'Peace' (HT)
x 'Crimson Glory' (HT)
Rea Silvia (Giacomasso,1958) 'Baiser' (HT) x ['Peace'
(HT) x pianticella]
Liolà (Giacomasso,1960) ['Peace' (HT) x ('Baiser'(HT)
x 'Marguerite Chambard' (HT)]
Quo vadis (Giacomasso,1961) ('Peace' (HT) x CBaiser'(HT)
x ?)]
Acqua cheta (Giacomasso,1962) 'Crimson Glory' (HT) x
'Peace'(HT)
Fiamma (Aicardi, 1948) 'Paul's Scarlet Climber' x pianticella
di 'Talisman' (HT)
Camilla (Aicardi,1954) 'Fiamma' (FI) x 'Talisman'(HT)
Fedra (Giacomasso, 1959) [('Fiamma' (FI) x 'Independence'
(FI) )x pianticella]
Fiaba (Giacomasso,1963) [('Fiamma' (FI) x 'Sovrana' (HT))
x pianticella]
Chi lo sa? (Giacomasso,1965) [('Peace' (HT)x 'Fiaba')
x pianticella)]
Tabella 6 - 'SIGNORA PIERO PURICELLI'
Mediterranea
(HT) (P.Dot,1943) mutazione di 'Signora'
Tahiti (HT) (Meilland,1947) 'Peace' x 'Signora'
Eden Rose (HT) (Meilland,1950) 'Peace' x 'Signora'
Sutter's Gold (HT)( Swim/Armstrong,1950) 'Charlotte Armstrong'
x 'Signora'
La Passionata (HT) (sin. 'Betsey Rose', Delbard,1969)
('Gloria di Roma' x 'La Vaudoise') x 'Divine'
Tabella 7 - 'KA1SERIN AUGUSTE VIKTORIA'
Ricordo
di Géo Chavez (HT) (Bonfiglioli,1911) 'Kaiserin Auguste
Viktoria' x 'La France de 89'
Clementina Carbonieri (T) (Bonfiglioli,1913) 'Kaiserin
Auguste Viktoria' x 'Souv. de Catherine Guillot'
Tabella 8 - 'LA FRANCE DE 89"
Italia
(HT) (Berti,1905) pianticella di 'La France de 89'
Ricordo di Giosué Carducci (HT) (Bonfiglioli,1909)
'Anna Olivier' x 'La France de 89'
Tabella 9 - LE 11 SORELLE DI AICARDI
Signora Piero Puricelli (HT) (sin. 'Signora' Aicardi,1936)
'Julien Potin' x 'Sensation'
Primavera (HT) (Aicardi,1936) 'Julien Potin' x 'Sensation'
Saturnia (HT) (Aicardi,1936) 'Julien Potin' x 'Sensation'
Vivastella (HT) (Aicardi,1936) 'Julien Potin1 x 'Sensation'
Savoia (HT) (Aicardi,1937) 'Julien Potin' x 'Sensation'
Sabinia (HT) (Aicardi,1940) Julien Potin' x 'Sensation'
Taurinia (HT) (Aicardi,1942) 'Julien Potin' x 'Sensation'
Principessa
delle rose (HT) (Aicardi,1953) 'Julien Potin' x 'Sensation'
Sfinge (HT) (Aicardi,1954) 'Julien Potin' x 'Sensation'
Crepuscolo (HT) (Aicardi,1955) 'Julien Potin' x 'Sensation'
Nova Lux (HT) (Aicardi,1955) 'Julien Potin' x 'Sensation'
Tabella
10 - GIUSEPPE BORGATTI
Tottie
(FI) (Borgatti,1961) 'Alain' x 'Fashion'
Ilaria (FI) (Borgatti,1962) 'Cinnabar' x 'Fashion'
Saonara (HT) (Borgatti,1962) 'Baccarà' x 'Peace'
Su-Spantu (FI) (Borgatti,1962) 'Alain' x 'Independence'
Tabella 11 - GIUSEPPE CAZZANIGA
Sabaudia
(HT) (Cazzaniga,1934) Ibr. di R. foetida x 'Harrison's
Yellow'
Vanessa (Cazzaniga,1940) Ibr. R. moyesii
Cetonia (Cazzaniga,1943) Ibr. di R. Mutabilis
Gloria di Roma clg (Cazzaniga,1943)
Amica (HT) (Cazzaniga,1966) 'Coup de Foudre' x 'Lampo'
Prof. Alfred Doufour (FI) (Cazzaniga,1969) 'Paprika'
x 'Coup de Foudre'
Enzo Fumagalli (FI) (Cazzaniga,1966) 'Mount Shasta' x
'Papillon Rose'
Tiziana (FI) (Cazzaniga,1969) 'Papillon Rose" x
"Gay Paris'
Cingallegra (HT) (Cazzaniga,1968) 'Golden Scepter"
x 'Crimson Glory'
Ennio Merlotti (FI) (Cazzaniga,1973) 'Fashion' x 'Queen
Elizabeth'
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