Lontano dagli occhi, lontano dal cuore

(The Garden, novembre 2007)

Articolo di Andi Clevely
Traduzione di Mariangela Barbiero

Sebbene spesso non siano visibili, le radici sono indispensabili alle piante quanto foglie e fiori.
Andi Clevely ci svela come si siano evolute in una molteplicità di forme
così da adempiere a diverse funzioni specialistiche


Molte radici vivono sotto il terreno e restano nascoste alla vista, cosicché la loro importanza viene spesso sottovalutata, almeno finché polloni, cedimenti, invasioni di infestanti o qualche malattia che le debiliti, ci rammentano la loro esistenza. Anche così, pochi giardinieri sono consapevoli del ruolo cruciale che esse giocano nella vita di una pianta.
Le radici rappresentano uno dei grandi balzi in avanti dell'evoluzione: il mondo preistorico diventò verde quando un clima congeniale permise alle piante marine di strisciare sulla terra e barattare un'esistenza alla deriva nel mare con una dimora stabile grazie a delle radici ben fissate sul posto. Sulla terraferma potevano godere di più luce solare, che a sua volta favoriva un aumento delle dimensioni e la mutazione nei numerosi generi di piante che oggi vediamo attorno a noi.
Questo accadeva nel periodo Siluriano, tra 408 e 438 milioni di anni fa. Da allora le piante hanno colonizzato quasi ogni parte del globo e hanno sviluppato un armamentario di radici specializzate per adattarsi a svariati habitat.

Funzioni principali
L'ancoraggio rimane una delle attività primarie delle radici. Nel momento stesso in cui un seme dormiente si affaccia alla vita, la massa di cellule sollecitate ne fa scoppiare il rivestimento e libera - significativamente - innanzitutto un'immatura radice che si allungherà verso il basso e sosterrà il seme pronto a far emergere il germoglio.
Questa radice primaria, o "radichetta", può crescere di 2 cm al giorno, e la punta è protetta da spesse cellule contro il danneggiamento. Dietro a questa cuffia radicale c'è un'area di cellule che si dividono e si allungano velocemente, simili a quelle della punta di un germoglio attivo. Alcune cellule sono sensibili alla gravità e guidano la radice verso il basso; altre, dietro alla punta, sviluppano una zona di peli radicali su una superficie enorme che, entrando in stretto contatto con le particelle del suolo, aumentano enormemente la capacità delle radici di assorbirne i nutrienti.
Localizzare e assorbire cibo e acqua per dar vita ai processi della pianta è l'altro ruolo fondamentale delle radici. Ogni pianta è sostanzialmente una "raffineria di combustibile" con un efficiente sistema di distribuzione. Con l'aiuto della clorofilla (il pigmento verde senza il quale nessuno di noi sarebbe qui), le foglie trasformano la luce solare in energia chimica sotto forma di zuccheri, che vengono trasportati lungo gli steli per fornire energia alle radici durante la loro ricerca di acqua e di nutrienti disciolti, i quali a loro volta vengono pompati verso l'alto per supportare il metabolismo delle parti aeree della pianta.
Per funzionare al 100% comunque una pianta ha bisogno di ben più che della singola radice primaria. Talvolta la radichetta affonda sempre più in profondità, come una radice a fittone che s'ingrossa e ramifica man mano che si allunga per esplorare il suolo circostante. Questo è il tipico sistema radicale delle dicotiledoni, piante come pelargoni e denti di leone, che formano due foglioline (cotiledoni) dal seme. Quelle che hanno una sola fogliolina dal seme, le monocotiledoni, come graminacee e orchidee tra le altre (e anche qualche dicotiledone come le fragole), rimpiazzano le loro radici provvisorie con un sistema di radici fibrose e ramificate delle stesse dimensioni che crescono dalla base dello stelo.

Radici modificate
I tipi di radice sono spesso influenzati dallo specifico habitat o dal meccanismo di crescita. Gli alberi sviluppano vigorosi fittoni per estrarre enormi quantità d'acqua ogni giorno; le piante che vivono nei ghiaioni spesso hanno fittoni profondi che resistono ai movimenti del terreno; e molti cactus sviluppano un esteso apparato radicale quasi in superficie per captare rapidamente la rugiada e la rara pioggia. Le piante padroneggiano le situazioni difficili con un sistema radicale altamente specializzato.
Il tipo di radice gioca un ruolo fondamentale nel determinare il successo o il fallimento in un particolare habitat. Persino la graziosa felce galleggiante Azolla dipende da radici fluttuanti sottili come capelli che assorbono le sostanze nutritive disciolte nell'acqua sviluppando in poco tempo nuove piante che ricoprono densamente la superficie; e le piante carnivore, con il loro ingegnoso sistema alimentare alternativo dovuto alla scarsità di nutrienti nel terreno, hanno comunque bisogno di ancorarsi.
La maggior parte delle radici non si vedono mai. Quando si estirpa una pianta, la gran parte dell'apparato radicale resta dov'è e rivela ben poco delle funzioni o dimensioni, che possono essere enormi: in un celebre esperimento, una pianta di segale di quattro mesi aveva una lunghezza radicale di 622 km, con un'area di peli radicali stimati in più di 10mila km. Le specie di Liatris possono penetrare per 5 m nel loro habitat; le tamerici possono scendere fino a 50 m, mentre equiseto e convolvolo comune possono essere trovati nei giardini a più di 2 m di profondità.
Ad ogni modo, già essere consapevoli di quanto le radici siano diverse e di quanti ruoli dinamici esse giochino, ci aiuterà ad apprezzare il fatto che anche la pianta più semplice è un trionfo di organizzazione e che merita tutti i nostri sforzi nell'aiutarla a radicarsi con successo nel nostro giardino.


Radici respiratorie

L'aria è importante per tutte le radici, che assorbono ossigeno in cambio di anidride carbonica. Le piante come le mangrovie sopravvivono in acquitrini e paludi producendo i pneumatofori, cioè radici che respirano: strutture erette che sporgono dal terreno dove avviene lo scambio tra gas e atmosfera. Il "cipresso calvo" (Taxodium distichum) ha "ginocchia" nodose: pneumatofori affusolati e spugnosi alti 3 metri, mentre gli apici delle radici sommerse delle piante acquatiche, come il trifoglio d'acqua (Menyanthes trifoliata), contengono "spazi" pieni di ossigeno fornito dalle foglie.



Radici aeree
Non tutte le radici si trovano nel terreno; alcune trascorrono la loro intera vita in aria. Le epifite sono piante, come le felci del genere Platycerium, filodendri, molte orchidee tropicali e bromeliacee, appollaiate sui rami degli alberi, che si fissano in loco grazie ad una rete di radici che intrappolano i detriti delle foglie, usandoli come sostituti del terreno. Radici specializzate verde-argento pendono in grappoli, lunghi diversi metri, dalle orchidee scevre di foglie come la Taeniophyllum. Qui le radici non solo assorbono acqua durante i frequenti temporali tropicali, ma hanno completamente rimpiazzato le foglie svolgendo la fotosintesi clorofilliana al posto loro. Spesso queste radici aeree sono anche inguainate in cellule isolanti che si induriscono nelle stagioni secche così da proteggere i tessuti assorbenti sottostanti.


Radici parassite

Si tratta di piante semiparassite come il vischio e la cresta di gallo minore (Rhinanthus minor) e di piante totalmente parassite, cioè tutte le piante a cui manca la clorofilla, incapaci quindi di produrre da sé il proprio cibo (orobanche e crucifere, per esempio). Si nutrono invadendo la pianta ospite con radici modificate chiamate "austori", le quali penetrano il sistema vascolare della pianta ospite per poi succhiare l'acqua e i nutrienti che vengono pompati dalle radici. Con il tempo un austorio può circondare lo stelo o la radice infettati con una struttura di tessuto simile al legno, saldata permanente; così fa per esempio il vischio, pianta semiparassita in grado di fare la fotosintesi, ma che ruba comunque acqua e nutrienti all'albero che lo ospita.


Radici simbiotiche
Il parassitismo vegetale è una relazione a senso unico, mentre la simbiosi porta vantaggi reciproci. Le radici di molte leguminose sono invase da batteri incapaci di prosperare da soli, ma che così invece stimolano la crescita dei noduli radicali in cui vivono e "fissano" l'azoto che prendono dall'aria, con beneficio per entrambi. Una relazione simile esiste tra piante come orchidee + molte specie di alberi + funghi, i quali formano una rete di tessuti chiamati micorrize (letteralmente, dal greco, "radici dei funghi") attorno e dentro le radici dell'ospite; tali micorrize aiutano ad assorbire i nutrienti dal suolo in cambio di cibo. Le orchidee fantasma (Dendrophylax lindenii) hanno carenza di clorofilla e fanno esclusivo affidamento sui compagni fungini.



Radici avventizie

Molte radici producono getti a intervalli regolari per tutta la loro lunghezza (ecco perché infestanti come la gramigna e il convolvolo si rigenerano facilmente da frammenti residui di radice). Le radici avventizie nascono dai posti più impensabili, quali foglie o talee di steli, e da piante rampicanti come l'edera e la vite americana, sulle quali possono spuntare ovunque un getto tocchi il muro, aiutando la pianta ad aggrapparsi alla superficie. Il rigonfiamento iniziale su queste radici è talvolta visibile, in condizioni di umidità, su steli di pomodori, di salici o di Hoya carnosa, ma si presenta anche su orchidee terrestri, benché nascoste nel terreno, dal momento che queste sviluppano tuberi.

Radici a sperone
Come suggerisce il nome, queste sono radici che sostengono piante dall'apparato radicale superficiale come mais, alberi tropicali come il kapok (Ceiba pentandra) e molti Ficus. Nascono, al pari delle avventizie, da steli e tronchi e poi scendono diagonalmente, formando strutture a forma di tavola o di tipì di pali. Il Ficus benghalensis sviluppa da branche ramificate radici che si dirigono dritte giù verso il basso e che, una volta saldamente stabilitesi nel terreno, si ingrossano fino a diventare tozze colonne; i Ficus strangolatori della Florida (Ficus aurea) radicano nella canopia delle loro vittime, poi le radici scendono giù fino al livello del suolo e alla fine sopprimono l'ospite impedendo al suo tronco di espandersi.



Radici contrattili
Bulbi maturi e cormi crescono al meglio in profondità dove sono protetti da intemperie e da erbivori, mentre le loro plantule si affacciano alla vita in prossimità della superficie. Vengono poi trascinati giù gradualmente fino al giusto livello da radici contrattili, organi specializzati la cui estremità superiore s'ispessisce e si contrae una volta che la punta si è ancorata al terreno. Tulipani, narcisi e giacinti sono tutti dotati di queste radici elastiche, così come hoste, hemerocallis, fragole e le piantine di ranuncolo strisciante (Ranunculus repens). Le radici contrattili di alcune specie di Oxalis subtropicali possono trascinare giù la pianta anche di 20 / 60 cm in una stagione.

 


Radici di immagazzinamento
Forse le radici modificate più conosciute sono quelle delle carote e delle pastinache, che accumulano zuccheri e amidi, sostanze che servono a rianimare la pianta dopo il periodo di dormienza, come potrebbe essere l'inverno per le biennali e le perenni, o una siccitosa estate per i ravanelli (Raphanus sativus) e le carote selvatiche (Daucus carota), diffusa ovunque nelle nostre campagne e nei Downs, catena di colline calcaree nell'Inghilterra del sud. Pastinache e barbabietole, al pari di tarassachi e romici, sono tutti esempi di radici a fittone di immagazzinamento; dalie e ciclamini hanno radici di immagazzinamento a tubero, con un germoglio in punta e radici fibrose che si dipartono dalla base. Mentre i tuberi delle patate in verità non sono radici di immagazzinamento, ma carnosi steli sotterranei.




La zona delle radici a Wisley
Sotto la cascata della Glasshouse, nel giardino dell'RHS a Wisley, c'è un'area che rivela molto più sulle radici di quanto potreste mai scoprire con una vanga, ufficialmente aperta da Sua Maestà la Regina nel giugno 2007.
La Zona delle radici illustra gli svariati modi in cui le radici di una pianta interagiscono col suolo.
La stanza è dominata dal modello di un enorme impianto radicale che penzola dal soffitto mentre le pareti sono rivestite da monitor touchscreen e campioni di radici reali: i video mostrano filmati in 'accelerato' dei sistemi di radicazione e attraverso degli oblò si può avere qualche idea dei prodotti ricavabili dalle radici tra cui cibo, medicine, tinture, spezie e aromi...
Concepita come struttura educativa, l'esposizione mette in mostra anche poemi e citazioni: "Sappiamo più del moto dei corpi celesti che del suolo sotto i nostri piedi” è di Leonardo da Vinci e la quintessenza dello scopo di quest'area.