Considerazioni
in margine al convegno "Le rose coprisuolo e tappezzanti:
una proposta per l'arredo del verde urbano" svoltasi
a Minoprio lo scorso marzo
Il
diffondersi dell'utilizzo di rose coprisuolo a scopo paesaggistico
in ambiente urbano comporta la necessità di selezionare
varietà con elevate caratteristiche di resistenza alle
principali avversità biotiche ed abiotiche. Questo
si presta ad interessanti considerazioni anche per l'impiego
in ambito privato. La Fondazione Minoprio, nell'ambito
del Progetto di Sperimentazione Regionale sul Florovivaismo,
ha avviato da un
anno un'attività sperimentale sulle rose coprisuolo
che ha portato alla costituzione di un campo catalogo di 48
cultivar di rose tapezzanti nel parco di Villa Raimondi.
Su queste rose non è stato effettuato nessun intervento
antiparassitario. Proprio sul tema della difesa fitoiatrica
si è svolto un interessante confronto che ha visto
protagonisti il dottor Thomas Proll, ibridatore della
W. Kordes Sohne di Klein Offenseth, Sparrieshoop (Germania),
il dottor Frangi della Fondazione Minoprio e
diversi rappresentanti delle
ditte italiane produttrici.
SELEZIONE
DI NUOVI TIPI DI ROSE PER L'ARREDO VERDE
II dottor Proll ha spiegato come la sua ditta operi
dal 1886 nel settore delle rose da giardino,
serra, fiore reciso. Dopo la seconda guerra mondiale la vendita
delle rose ha mantenuto fino a tutti gli anni Settanta un
trend positivo raggiungendo i 4 milioni di rose vendute. Negli
anni Ottanta però la mutata coscienza ecologica dei
cittadini tedeschi ha portato ad un crollo delle vendite.
La rosa, diva capricciosa, richiedeva infatti mille attenzioni
e riguardi, bellissima ma delicata costringeva chi l'aveva
in giardino a un utilizzo di fitofarmaci ritenuto eccessivo
per l'ambiente. Il mercato tedesco si orientò allora
verso altre specie più rustiche. Negli anni Novanta,
rinnovato il gruppo dirigente, la W. Kordes
Sohne prese una decisione coraggiosa, e solo in apparenza
folle, interruppe tutti i trattamenti in campo sia con fungicidi
che con insetticidi. Immediatamente dopo, una delle principali
malattie fungine, la ticchiolatura (black spot, Diplocarpon
rosae) fece strage in vivaio. Ben poche piante sopravvissero
ma furono quelle che crearono il materiale genetico di base
per nuove varietà resistenti. Un'ulteriore sperimentazione
è stata attuata tre anni fa, trapiantando in vivaio
le piante senza una concimazione di base.
Queste
nuove cultivar, grazie ad un'attenta opera di selezione,
hanno
raggiunto non solo un elevato standard di rusticità
e resistenza alle malattie ma competono alla pari di quelle
coltivate tradizionalmente per bellezza e profumo. Ne è
prova il gran numero di premi vinti in Germania e all'estero.
In Italia l'unico inconveniente è che il sole, troppo
forte per piante selezionate in Germania, tende a far scolorire
i fiori.
Il dibattito successivo ha fatto emergere un'altra ancor
più delicata differenza.
E'
stato chiesto al dottor Proll se intendesse, parlando
di rose resistenti, riferirsi solo alle malattie fungine o
anche agli attacchi di insetti fìtofagi in particolare
tripidi e afidi; inoltre l'interlocutore, il dottor Verga
dei Vivai Nord, chiedeva di specificare la differenza
fra tolleranza e resistenza.
Il dottor Proll specificava che in realtà bisognerebbe
parlare di piante tolleranti e non resistenti, in effetti
le malattie si sviluppano ma in maniera molto limitata e ben
tollerata dalla pianta, l'importante è non rompere
l'equilibrio della pianta. Le cultivar di cui parlava sono
allevate in pieno campo in vivaio e non subiscono attacchi
di tripidi perché questi insetti in Germania riescono
a vivere solo in serra e non determinano danni all'esterno.
Per quel che concerne gli attacchi di afidi questi sono controllati
biologicamente da insetti predatori. Il clima anormalmente
caldo dello scorso anno ha poi determinato degli attacchi
di acari ma anche in questo caso le piante sane sono in grado
di tollerare questi attacchi.
Da questa risposta del dottor Proll nasce nello scrivente
una considerazione.
LA
RICERCA E SPERIMENTAZIONE ITALIANA
Fermo
restando l'importanza di un equilibrio ecologico fra specie
utili e dannose, attuabile solo se l'ambiente viene protetto,
conservando le zone rifugio e non colpendo indiscriminatamente
l'entomofauna, occorre comunque tenere ben presente
le differenze climatiche fra Italia e Germania e come queste
determinino problematiche diverse in ordine alla difesa fitoiatrica.
In Germania, come negli altri paesi transalpini, i nemici
principali delle piante ornamentali sono i funghi, nei paesi
mediterranei acquista invece un peso molto maggiore la presenza
d'insetti fitofagi. Allo stesso modo la selezione italiana
punta a cultivar resistenti alla siccità estiva più
che a ristagni idrici. Le rose coprisuolo, utilizzate nel
verde pubblico in Italia, devono essere in grado di vivere
con poca terra, stress idrico, elevata insolazione, infestanti
a sviluppo più rapido nelle
prime fasi di crescita, elevati rischi di attacchi da parte
d'insetti fitofagi. Da qui l'importanza di una ricerca italiana
che adatti le sperimentazioni europee alle nostre condizioni
creando varietà rustiche che necessitino di poca manutenzione
ma conservino quelle pregiate virtù che fanno della
rosa la regina dei fiori. Le 48 cultivar sperimentate a Minoprio
e provenienti dalle più importanti aziende del settore
- Antologia, El Roser, Nino Sanremo, Vivai Nord, Vivai
Saldini - sono il segno positivo di un'attenzione che
fin d'ora dà i suoi buoni frutti.
FONDAZIONE
MINOPRIO
CAMPO SPERIMENTALE
ROSE COPRISUOLO
|
Anno
impianto
|
2003
|
Numero
di cultivar
|
48
|
Ditte
fornitrici
|
Antologia
(Noack)
El Rosér (Tantau)
Nino Sanremo (Meilland)
Vivai Nord (Poulsen)
Vivai Saldini (Kordes)
|
Superficie
parcelle
|
4
mq
|
Densità
impianto
|
4
piante/mq
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Trapianto
nel mese di giugno su tessuto pacciamato
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Posa
di strato superficiale di corteccia di conifere.
Non sono stati effettuati trattamenti antiparassitari.
La sperimentazione è effettuata con finanziamento
della Regione Lombardia - Direzione Generale Agricoltura
- e del Consorzio Florovivaisti Lombardi, nell'ambito
del "Progetto di Sperimentazione Regionale
sul Florovivaismo" (d.g.r. n. 7/13077 del
23 maggio 2003).
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