VERITÀ'
e LEGGENDA si mescolano talmente nella storia di
San Fiacre che non è facile stabilire
quale sia il punto nel quale la realtà storica
cede il campo alla fantasia popolare.
Fu
figlio di Eugenio IV° di Scozia e nacque intorno al
600; fin da giovanissimo disprezzò le vanità del
trono paterno; abbandonò la Scozia per la Francia attrattovi
dalla fama del vescovo di Faron della diocesi di Meaux, al
quale esternò i suoi propositi di ritirarsi dal mondo
e di affidarsi completamente alla volontà di Dio.
Probabilmente il vescovo intuì in quel giovane principe
la santità; lo mandò comunque in un luogo ritirato
della foresta di Breuil perché potesse vivervi secondo
la sua vocazione.
E fin qui è storia. Dopo di che si entra nel campo incontrollabile
della leggenda, ma di una leggenda cosi gentile e poetica che
ci piace di raccontarla come se si trattasse di fatti scrupolosamente
accertati.
Secondo una promessa del vescovo di Meaux, Fiacre avrebbe potuto
avere nella foresta di Breuil tanta terra quanta ne entrasse
nella linea di confine che egli stesso riuscisse a tracciare
nello spazio di una notte; e il giovane eremita ebbe cosi un
bel pezzo di terra perché quando, pregando, si mise
al lavoro, la vanga miracolosamente entrò nel terreno
con la velocità della folgore. In quella sua terra ottenuta
per intercessione divina Fiacre creò rigogliosi giardini,
orti e frutteti.
I
prodotti li donava ai poveri che attratti dalla sua fama
di carità e di bontà correvano a lui, insieme
agli ammalati, per essere curati nel corpo e nello spirito.
A questo scopo costruì un ospedale attiguo alla sua
umile cella ed alla cappelletta che fin dal suo arrivo aveva
eretta in onore della Vergine Maria e che teneva sempre piena
di fiori. Magnifici fiori da lui coltivati, i quali, ne siamo
certi, non erano insidiati né dagli afidi, né dalle
malattie crittogamiche, né dalle cocciniglie, né dai
malanni di tanti generi che affliggono giardini di noi peccatori.
La sua vita di lavoro e di preghiera,
alternati alla predicazione del Vangelo che gli ottenne molte
conversioni, continuò così per
molti anni, e quando un triste giorno del 670 le campane di
Meaux suonarono per dare l'annuncio della sua morte, la fragranza
dei fiori nel giardino del Santo si fece così penetrante
che tutta l'aria intorno ne fu saturata.
Dal momento della sepoltura nella sua stessa cella cominciarono
i pellegrinaggi alla tomba, e in anni più vicini a noi
il movimento dei pellegrini da tutte le parti di Francia si
fece così intenso che nel 1620 un certo Nicole Sauvage
pensò di unire gli interessi materiali a quelli spirituali
provvedendo un servizio regolare di speciali mezzi di trasporto
che conducessero da Parigi alla tomba del Santo.
Quei mezzi di trasporto presero addirittura il nome di "fiacre",
tanto che ancora oggi così viene chiamato un certo tipo
di carrozze pubbliche ben note. Ma salendo su quelle simpatiche
carrozzelle sempre più rare pochi
certamente sanno di doverle proprio al Santo Patrono dei Giardinieri!
Si dice ancora che ogni anno nell'anniversario della sua morte
i fiori che Fiacre coltivava compaiono nuovamente emanando
una fragranza cosi forte da riempire tutta l'atmosfera dove
egli visse e lavorò; verso sera il profumo svanisce
e i fiori chinano le loro testine verso il sacro luogo del
riposo del Santo nella foresta di Breuil.
Nota
aggiunta da Rita Oliva (del Vivaio Le Rose di Piedimonte) |
L'inzaffardatura
(acqua, letame e terra) dove vengono immerse, prima
dell'impianto, le rose
a radice nuda
si chiama "unguento
di San Fiacre". Io faccio sempre questa
operazione prima di spedire i miei rosai, ma anche
prima di consegnarli
ai miei clienti in vivaio, spiegando appunto che
questa "poltiglia" non
proprio odorosa fu preparata per la prima
volta dal frate francese. Mi pare quasi di metterli
sotto
la sua tutela e non ultimo, amo diffondere la sua fama. |