SIGNORE
IN ROSA
di
Michela Mollia (Il Giardino Fiorito, maggio 2005)
Foto di Michela Mollia e Rose Barni
E'
dal 1882 che il nome Barni significa Rose, in particolare Rose
Italiane.
Ma dietro questo nome di famiglia si è celato,
molte e molte volte, il nome di una donna,
Anna Medici,
che con la sua passione e intuito ha dato la luce a quasi una
settantina di varietà.
Non
sono molte le donne ibridatrici. Ci viene in mente Ann
Bentall, moglie di John, giardinieri
entrambi del Reverendo Joseph Pemberton. La
coppia era ben affiatata ed efficiente e Ann
apprende, oltre a tutte le tecniche di giardinaggio, anche quelle
relative alla coltura, propagazione e ibridazione delle rose.
Dopo la morte di Pemberton e di sua sorella Florence, avvenute
negli anni '20, i Bentall avviano il loro proprio
vivaio - Brokenbacks Nursery, nel medesimo villaggio
di Havering-atte-Bower, nell'Essex.
ANN
BENTALL
Ann continua a ibridare e sue sono
la famosissima 'The Fairy' (1932) che sembra anticipare di almeno
sessantanni le successive varietà
tappezzanti; la deliziosa 'Buff Beauty' (1939), una favorita
tra le rose arbustive che non ha perso posizioni neanche se
confrontata con le nuove e numerosissime varietà successive;
'Ballerina' (1937), che così tanta discendenza ha avuto
a cominciare, tra le più note, da 'Yesterday' (1974)
e 'Marjorie Fair' (1977) entrambe di Harkness
oltre a molte arbustive dell'ibridatore belga Louis Lens.
E ancora, 'Belinda' (1936) che porta il nome della figlia di
Ann; 'Nancy' dai mazzi di fiori rossi con il centro bianco e
'Rosaleen'(1933), rosso scuro, non più disponibili per
noi, oggi.
Il
vivaio Brokenbacks Roses è ancora attivo, gestito
da Anastasia Carter interessata a raccogliere tutte le rose
di Pemberton e di Bentall (1).
MARIE-LOUISE SCHWARTZ
In
Francia, la vedova Schwartz, Marie-Louise Trievoz (1852-1938)
promette, al marito morente Joseph Schwartz (1846-1885),
di prendersi carico del futuro della ditta di famiglia oltre
che naturalmente dei suoi due figli, Louise e André -
nati da un precedente matrimonio di Joseph - e del loro figlio
Joseph, appena nato.
Aveva 33 anni. Priva di un suo proprio status, a stento riconosciuto
dalla società patriarcale e misogina dell'epoca, nonostante
che la maggior parte delle mogli degli ibridatori di rose prendessero
parte attivamente e con successo alla conduzione delle proprie
aziende, Marie-Louise non si abbatte.
Dobbiamo
ricordarci che ci troviamo a Lione. Fin dagli inizi
dell'800, questa città diventa un punto di riferimento
importantissimo grazie, tra l'altro, a Joséphine de Beauharnais,
moglie di Napoleone, che amava particolarmente questa città,
sostenendo fortemente la creazione, nel 1793, del famoso Jardin
des Plantes, alla Croix-Rousse.
Il clima poi, così favorevole alla coltura delle rose
e la possibilità di usufruire di grandi appezzamenti
di terreno, fecero affluire e prosperare un numero considerevole
di orticoltori, tanto da assegnare a Lione l'appellativo di
"Capitale delle rose".
Forse nessun'altra città al mondo vide una tale concentrazione
di rosaisti la cui lista non sembri noiosa, ma che vale la pena
recitare per dare un'idea della situazione: da Plantier a Bèluze,
da Guillot-père e Guillot-fìls a Ducher, da Liabaud
a Luizet, da Nérard a Pelissier, da Gonnot a Mille-Toussaint,
da Bonnaire a Lambert, da Levet a Schmitt, da Lacharme a Croibier,
da Pernet-père a Pernet-Ducher, da Mermet a Chambard,
da Alégatière a Lille, da Rambaux a Dubreuil,
da Avoux e Crozy a Gamon, da Bernaix a Demaizin, da Reymond
a Richardier, da Bel a Bonnet-Perrnet, da Siret-Pernet a Laperrière,
da Pelissier a Poncet e da Gaujard a Orard...(2)
A Madame Schwartz non mancava determinazione
né personalità. Le prime varietà che mette
sul mercato sollevano ammirazione ed entusiasmo.
Eccone
alcune: 'Jean-Baptiste Casati' e 'Monsieur Mathieu Baron', entrambe
Ibridi Perenni del 1886 conservati a Sangerhausen; 'Mademoiselle
Marie Drivon' (1887) una borboniana nata da seme da
un'altra rosa Bourbon, 'Apolline di Verdier 'e 'Monsieur Auguste
Perrin'(1887).
E'
lei che "innesta" nel figlio André l'amore
e la tecnica dell'ibridazione, per metterlo in grado di perpetuare
il lavoro del padre che, nella sua pur breve esistenza, aveva
creato rose favolose come 'Reine Victoria', Bourbon
del 1872 ; 'Comtesse Riza du Parc', Tè del 1876;
'Madame Alfred Carrière', Noisette del 1872
e l'Ibrido di Setigera, 'Bijou des Prairies' del 1880,
solo per citarne pochissime.
Marie-Louise, per nulla intimidita da una platea
maschile così competente, lavora indefessamente e altre
varietà si aggiungono all'ammirazione del pubblico tra
cui 'Madame Ernest Calvat' (1888) e 'Roger Lambelin' (1890).
(3)
A 48 anni, ancora piena di energia, lascia che André,
allora venticinquenne, si prenda carico del destino della famosa
azienda lionese. Offrendo una discreta, ma consistente assistenza,
rese sicuramente ad André il compito meno gravoso.
E
la presenza femminile continua anche nella famiglia di André.
Cécile, la fanciulla che André
sposa nel 1911, non sarà da meno. La chiamata inesorabile
degli uomini alle armi, lascia la giovane moglie sola a sostenere
la famiglia e l'azienda. Mentre il marito le sarà lontano
per ben due anni, un giornale locale di Lione rende pubblica
l'ammirazione per questa donna con queste poche righe: "Madame
Schwartz pianta, semina, innesta, mantenendo nelle migliori
condizioni il suo immenso roseto. Ecco un altro esempio di come
le donne francesi possano adattarsi al lavoro che era unica
prerogativa degli uomini. Siamo stati a vedere le rose: esse
non sono mai state così belle, come se fossero orgogliose
di fiorire sotto le cure di una donna."
ANNA
MEDICI
Anche Anna Medici, moglie di Vittorio
Barni, fa dell'ibridazione oltre che una passione,
una fonte di soddisfazioni.
Il pistoiese è una zona di terra fertile e generosa.
Qui la tradizione vivaistica nasce nei cosiddetti "orti".
Landa di contadini e braccianti, "ortolani" così
come si definivano, forniva Firenze, ma non solo. La prima coltura
vivaistica a Pistola è data dall'acero selvatico, chiamato
"testucchio", pianta compatta che veniva
allevata ad ombrello e utilizzata nella regione del Chianti
per sostenere le viti.
E i famosi pini di Roma, dipinti, disegnati, persino resi musica
da Ottorino Respighi con il suo famoso poema sinfonico, "I
pini di Roma" (1924), provenivano da qui.
Ma è con la politica fascista che Pistola si trovò
a dover far fronte alle richieste e quindi ad aumentare considerevolmente
la sua produzione. Le leggi protezionistiche proibivano infatti
l'importazione di qualsiasi prodotto, comprese piante e fiori.
Le rose, prima di questo divieto, provenivano per la maggior
parte da Lussemburgo, Belgio e Francia: un catalogo del 1936
elenca tutte varietà provenienti da questi Paesi - per
la quasi totalità Ibride di Tè.E
se tutto doveva essere italiano, doveva esserlo completamente
per cui anche i selvatici utili come portainnesti venivano prodotti
in Italia; gli astoni per gli alberelli venivano tagliati nei
boschi e poi successivamente innestati.
Pietro
Barni iniziava così a fine '800, ma quando il figlio
Vittorio incontra nel 1939 uno dei più famosi ibridatori
del mondo, Francis Meilland, inizia anche la sua carriera di
rosaista. La guerra non da tregua, ma le alleanze tra gli uomini
non conoscono regole. E da Lione verso Pistola parte una cassetta
con le preziose pianticelle di 'Gioia', ottenuta
nel 1939 da Francis Meilland, proprio alcune settimane prima
dello scoppio della guerra. L'accordo era che un gruppo di vivaisti
europei, tra cui anche Vittorio Barni rappresentante per l'Italia,
l'avrebbe moltiplicata e messa a disposizione del pubblico nel
1942. Nell'impossibilità di avere contatti in tempo di
guerra, questa rosa divenne 'Madame A. Meilland' in
Francia, 'Gloria Dei' in Germania e 'Gioia' in Italia.
Conquistò l'America in occasione della Conferenza di
San Francisco (29 aprile 1945) e ribattezzata 'Peace' perché
servì ad adornare la tavola dei ministri che discutevano
la resa della Germania.
Ma torniamo ad Anna Medici che, come ci racconta,
aveva lei iniziato ad ibridare le rose, in famiglia. Prima per
puro divertimento, sugli alberetti, poi una cassettina di rose
sul terrazzo e poi Vittorio che, passando, dice "che bella
rosa!"...
Quando arrivarono i premi, non poterono fare a meno di prenderla
sul serio, metterle a disposizione una serrettina, per procedere
con più ordine e non in pieno in campo. La serretta
era un po' sgangherata, ma le ricerche erano più mirate
e da lì esce 'Rinascimento' (1989), una rifiorente
floribunda dalle bellissime striature rosa fragola scuro su
sfondo bianco rosato. Premiata al Concorso Internazionale
di Monza nel 1990 come la più bella rosa italiana,
nasce del tutto inaspettatamente. Tra una collezione di miniature
c'è 'Stars 'n' Stripes' (1975) una lillipuziana di Ralph
Moore che fece epoca per le sue minuscole corolle perfettamente
a strisce.
Il polline di questa varietà viene donato ad una Ibrido
di Tè bianco, non in commercio. Dai semi si cominciarono
a vedere i primi risultati, ma i colori non si distinguevano
bene, si intuiva la stilatura, ma il colore non era uniforme.
La seconda generazione viene allora incrociata con una miniatura
rossa che dà decisamente una vera variegata, tanto che
molti furono indotti a pensare che si fosse utilizzata la 'Variegata
di Bologna' come genitore.
'Rinascimento'
continua ad essere un riferimento importante per ottenere altre
discendenze, come 'Rosita Missoni' (1999) un Ibrido di Tè
in cui, dopo anni di incroci, viene finalmente ottenuta la felice
combinazione di giallo e rosso.
Un'altra capostipite è 'Antico Amore' (1988) che fa parte
dell'ormai folto gruppo de "Le Toscane",
le "nuove" classiche a grandi fiori, che nella loro
denominazione richiamano naturalmente e precisamente la regione
di appartenenza. Sono varietà che associano alla forma
antica del fiore la rifìorenza e la vigoria della rosa
moderna. 'Antico Amore' fu un grande successo, dato
il fascino particolare del color rosa carne, soffuso di albicocca,
unito al profumo dolce. E' una
varietà che nasce da due Ibridi di Tè - e non
dall'incrocio di una rosa antica con una moderna! - che
non erano stati messi in commercio perché uno di essi
rivelava una "malformazione": veniva a quarti, scartato
quindi perché non aveva il bel bocciolo turbinato richiesto.
E invece ecco una rosa di successo a cui aggiungere 'Bella diTodi'
(1999), 'Stile '800' (1999), 'Roberto Capucci' (2000), 'Dorada'
(1998)... E
Anna Medici non ha mai smesso di mietere successi.
Basterà ricordare per esempio 'Rita Levi Montalcini'
e 'Suni' due Floribunde premiate con la Rosa d'Oro al Concorso
di Ginevra del 1991 e del 1993. Ancora nella primavera 2004,
una sua creazione, una stupenda rampicante dai fiori grandi
semplici, leggeri come farfalle, vince il primo premio a Roma,
Monza, Barcellona. Con la giovane Beatrice Barni,
figlia di Enrico, la creatività rimarrà
ancora al femminile. I suoi studi in Scienze Naturali, ma soprattutto
il respirare e l'aver respirato rose fin dalla prima infanzia,
le hanno già permesso di cimentarsi con suoi programmi
di ricerca e con la sua fantasia.
ALCUNE
ROSE DI ANNA MEDICI
|
La
lista delle varietà ibridate da Anna Medici sarebbe
veramente lunga: contando anche le rose non più
in commercio, si arriverebbe a oltre 70. Ecco le varietà
più famose:
Ibride
di Tea: 'Revival' (1979), 'Ametista' (1985),
'Antico Amore' (1988), 'Eros' (1990), 'Helen Keller' (1991),
'Tuscia' (1993), 'Meridiana' (1994), 'Beatrice' (1995),
'Carezza' (1996), 'Hot Point' (1998), 'Rosita Missoni'
(1998), 'Dorada' (1998), Teodora' (2002), 'Bella diTodi'
(1999), 'Dolce Luna' (1999), 'Stile '800' (1999), 'Roberto
Capucci' (2000), 'Susanna Tamaro' (2003), 'Anna Fendi'(2003)...
Floribunde: 'Ambra' (1982), 'Fiocco Bianco'
(1988), 'Rita Levi Montalcini' (1991), 'Suni' (1993),
'Sans Souci' (1995), 'Tempi Moderni' (1996), 'Silvina
Convito' (2001), 'Forever Yellow' (2003), 'Liolà'
(2003), 'La Rossa' (1998), 'Tramonto Estivo' (2003), 'Demetra'
(2002), 'Clara' (2003), 'Dionisia' (2002), 'Romeo' (2000),
'Flash'(1999)...
Arbustive: 'Calliope' (1985), 'Rinascimento'
(1989), 'Dafne' (1995), 'Ranger' (1996), 'Meriggio' (1997),
'Olympus' (1998), 'Mizar' (1998), 'Mistral' (1995)...
Striscianti e ricadenti: 'Castore' (1987),
'Polluce' (1987), 'Berenice' (1993), 'Flaming Star' (1993),
'Primo Passo' (1995), 'Supernova' (2002), 'Andromeda'
(2002)... :
|
NOTE
(1)
Una acquisizione recente è 'Havering Rambler', ibrido
di Multiflora del 1920 e 'Cham' una Moschata del 1929,
entrambe attribuite a Pemberton.
(2) E' interessante venire a
sapere che altre donne francesi, rimaste vedove, si impegnarono
a condurre le aziende nonostante il peso della loro vedovanza.
A Lione, oltre alla più significativa Mme Schwartz,
troviamo la vedova Ducher e la vedova Rameau.
Possiamo citare la vedova Leroy ad Anger, Eugénie
Leloup a Le Mans, Mme De Chamois di Sezanne in
Brie, Mme Chaussée di Le Havre, la vedova
Desfossés di Orléans.
(3)
Le altre varietà sono: 'Monsieur Trievoz' (1888) dedicata
a suo padre; 'Madame Charles Frédéric Worth',
Ibrido di Rugosa del 1889; 'Madame Veuve Menier', Ibrido
di Tè del 1891; 'Madame Henri Perrin, Ibrido
Perenne del 1892; 'Docteur Rouges, Tè del
1893; 'Souvenir de Lucie', Noisette del 1893 e conservata
a Sangerhausen; 'Mme J.F. Trievoz (1889), dedicata a sua madre;
'Duc de Caylus' (1896); 'Mlle Anna Charron, Tè
del 1896; 'Aurore', Cinese del 1897; 'Souvenir d'Aimée
Terrel des Chenes' Ibrido Cinese del 1897 e conservata
a Sangerhausen; 'Souvenir de Mlle Marie Drivon' (1898); 'Souvenir
de Rose Terrel des Chenes' (1898); 'Georges Schwartz' (1899)
dedicata a suo figlio; 'La Favorite (1899); 'Joseph Schwartz'
(1899) dedicata a suo figlio; 'La Tosca' (1900); 'Charles Metroz'
(1900); 'Petite Madeleine (1900); 'Madame Ernest Perrin (1900)...
BIBLIOGRAFIA
Hazel Le Rougetel:"Lady Rosarians", The Rose, Spring
l996 .
Gerard Petit:"La saga des Schwartz", Roses Anciennes
en France, Automne, 2002