VENNERO, VIDERO, GIARDINARONO
di Maureen Carroll (The Garden, giugno 2003)



A metà del primo secolo d.C. la (relativa) pace della tribale Britannia fu infranta dalla conquista romana. Forse più noti per aver costruito strade, città e terme, gli antichi
Romani diedero ad Albione anche i suoi primi giardini ornamentali.
Maureen Carroll passa al setaccio le tracce rimaste.



Tradizionalmente l'archeologia si concentrava soprattutto sulle rovine degli edifici; tuttavia a mano a mano che nuove scoperte archeologiche sono venute alla luce negli ultimi decenni, si è capito che l'applicazione di tecniche di ricerca avanzate avrebbe potuto fornire nuove interessanti informazioni. Così è successo appunto con lo studio degli antichi giardini, che ha aiutato a meglio collocare gli edifici nel contesto originale.

La creazione di giardini è una tradizione estremamente antica in alcune parti del mondo; in Mesopotamia e in Egitto, per esempio, abbiamo prove fisiche e documentali dell'esistenza di giardini già nel terzo millennio a.C. In queste antiche società, però, i giardini erano o privilegio esclusivo di un'élite, o pertinenti a luoghi sacri, quali i templi. Nel primo millennio a.C. anche molte città dell'antica Grecia avevano parchi o giardini pubblici all'esterno delle mura, mentre erano rari i giardini privati. I giardini nel nostro paese, invece, sorsero comparativamente molto tardi: furono i romani a introdurre da noi il concetto di giardino ornamentale dopo la loro conquista nel 43 d.C.

Ricostruzione di un piccolo giardino interno, d'epoca romana, I sec. a.C., presso il Corinium Museum di Cirencester



Natura delle prove

Anche se la maggior parte degli studi archeologici sui giardini dell'antica Roma sono stati fatti in Italia - in particolare a Pompei, Ercolano e in altri luoghi rimasti sepolti sotto l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., negli ultimi due decenni una maggiore comprensione delle potenzialità delle indagini archeobotaniche ha portato a una ricerca mirata di prove fisiche dell'esistenza di giardini di epoca romana nell'Europa continentale e in Inghilterra.
Nell'archeologia dei giardini, agli scavi tradizionali si accompagnano tecniche sofisticate come l'esame biostratografico. L'esplorazione scientifica del terreno molto spesso rivela i resti sepolti di giardini mai menzionati da fonti storiche. I resti di antiche buche d'impianto, tracce di vegetazione, quali radici, foglie, steli, semi e frutti, possono tutti fornire una significativa testimonianza dell'esistenza di un giardino. Sono venuti alla luce elementi come aiole, fosse d'impianto, vasche, arredi per esterno, e anche pitture murali di giardini.

L'impatto romano è stato visto principalmente in termini di imprese militari, costruzione di strade, città, ville, terme e anfiteatri, ma gli antichi romani erano anche insaziabili giardinieri e ben presto dopo la conquista introdussero l'arte dei giardini, le relative tecniche orticole e molte piante esotiche.

Prima del I secolo d.C. non si ha notizia dell'esistenza nel nostro paese di niente di simile ai giardini ornamentali delle ville romane, con parchi pieni di fiori, alberi, arbusti, fontane e statue. Le tribù dell'Età del Ferro, soggiogate dall'Impero Romano, praticavano con successo l'agricoltura e coltivavano quasi certamente piante utili, ivi comprese erbe alimentari e medicinali, ma non risulta che abbiano mai creato giardini ornamentali. Per converso, durante tutto il periodo imperiale, giardini ornamentali e orti erano parte integrante delle abitazioni romane, tanto in città quanto in campagna.
Dal numero di giardini e dal fatto che non fossero prerogativa di una ristretta élite (anche se le loro dimensioni e complessità variavano notevolmente a seconda della ricchezza personale) quella dell'antica Roma forse può essere considerata la prima società in cui l'arte del giardinaggio fosse relativamente diffusa.

Modello della Villa Romana di Fishbourne, I sec. d.C. Studi più recenti fanno
supporre che i giardini interni più piccoli fossero d'impianto meno formale.


Allo stesso modo che nella loro patria di origine, anche da noi i giardini erano di solito strettamente legati all'architettura degli edifici. Alla Casa Romana di Fishbourne, nel Sussex, per esempio, gli scavi hanno prodotto testimonianze, sotto forma di trincee d'impianto di siepi (probabilmente di bosso), sentieri, vasche d'acqua e canali di irrigazione - sufficienti a ricostruire il disegno originale del grandioso cortile interno risalente agli anni 70 d.C. Le siepi a lato dei sentieri non solo rispecchiavano e rafforzavano lo schema architettonico della villa, ma anche plasmavano lo spazio aperto, guidando il visitatore che vi entrava. A questo tipo lussuoso di residenza, gli autori latini si riferivano come a 'proprietà di piacere' e 'ville grandi e costose'.