Le Bordure Merton
all'Orto Botanico di Oxford |
(da The Garden, luglio 2017)
Autrice: Mary Keen
Fotografie: Marianne Majerus
Traduzione di Mariangela Barbiero
"Niente irrigazione, niente concimazione e niente sostegni.
Il diserbo è limitato all'inizio della bella stagione ... "
Risalente al 1621, l'Orto Botanico dell'Università di Oxford è il più antico centro britannico per la conoscenza botanica. E, sebbene la collezione di piante sia importante, lo è anche la spinta impressa alle ricerche su temi fondamentali per i giardinieri del XXI secolo. Il cambiamento climatico e la biodiversità ci riguardano tutti e a Oxford i Merton Borders forniscono una ricca fonte d'informazione per questi fattori critici.
Nel 2011 James Hitchmough, cattedratico di Ecologia Orticolturale all'Università di Sheffield, e Nigel Dunnett, cattedratico di Architettura del Paesaggio, erano impegnati nella progettazione del London Olympic Park. Dopo due anni di esperimenti, i Giochi si aprirono su uno spettacolo mozzafiato di fiori. Ma sempre nel 2011, nello stesso momento in cui i progetti per i Giochi Olimpici venivano realizzati, l'Orto Botanico di Oxford contattò Hitchmough per avere il suo aiuto: gli chiesero di preparare un progetto per una vasta area triangolare nel Lower Garden dove alberi e arbusti erano stati abbattuti nel 2008. Le istruzioni erano di creare "una nuova installazione artistica - uno spazio con caratteristiche contemporanee, ma in grado di parlarci del cambiamento climatico e di cosa questo potrebbe significare per le piante usate nei giardini di Oxford, in futuro".
Comunità di piante
Il progetto fu sviluppato per includere tipi di piante provenienti da tre aree geografiche: piante delle praterie nordamericane, piante euroasiatiche e - quelle più complicate da gestire e da far acclimatare - le piante sudafricane. È opinione assai diffusa che per incoraggiare la biodiversità dovrebbe essere piantata solo flora autoctona, ma questo non è ciò che è stato dimostrato da Hitchmough nella sua esaustiva ricerca (né da altre istituzioni).
Le varie comunità sono tenute separate, per poi confluire e mescolarsi in aree triangolari che si ripropongono per tutta la lunghezza della bordura. È interessante confrontare l'aspetto dei Merton Borders con quello di una tradizionale bordura erbacea a ridosso di un muro nella stessa zona.
Oggigiorno le aiole non prevedono un ordine gerarchico con le piante alte sullo sfondo e le più piccole che vadano digradando in ordine di altezza. Anzi, alte graminacee come la Stipa gigantea hanno specie più piccole che crescono proprio sotto di loro. L'impianto appare spazioso, arioso e naturalistico. Ma ciò che non si può misurare visivamente è la differenza tra la gestione intensiva delle bordure erbacee tradizionali e i minimi interventi richiesti dalle nuove bordure prative. Non c'è bisogno d'irrigazione, di concimazione e di sostegni. Il diserbo è limitato alla prima parte dell'anno, prima che le piante inizino a mescolarsi e la potatura annuale di febbraio è l'unica incombenza una volta che queste bordure siano mature. Tollerante alla siccità, quest'impianto evolverà a modo suo, pressoché inalterato. I Merton Borders non sono così esigenti come sembrerebbe a prima vista.
Ciò che potrebbe spaventare un giardiniere medio è la grande preparazione richiesta nelle prime fasi per ottenere una bordura autosufficiente. Il curatore del giardino, Tom Price, coinvolto nel progetto fin dagli inizi, rimarcò quanto fosse importante partire da un terreno perfettamente pulito. Una volta eliminati alberi e arbusti, furono rimossi i primi 7,5 cm del terreno e sostituiti con un uguale spessore di sabbia, che fu livellata, rastrellata e rullata. I semi, indicati da Hitchmough, furono pesati e messi insieme in precise quantità per ognuna delle tre regioni che rappresentavano; furono mescolati con segatura e seminati a spaglio da Hitchmough in un giorno di novembre leggermente ventilato. La ragione per cui si usa la segatura è perché in questo modo si può vedere quali aree siano state coperte (nel giardino di casa molti di noi usano a questo scopo la sabbia). Dopo la semina, l'area venne rastrellata e coperta con una tela di juta ancorata al suolo. Alcune specie, come Ferula communis e Stipa gigantea, invece che seminate,
vennero interrate come piantine già formate.
Manutenzione minima
Per aiutare la germinazione, per la prima stagione le aiole furono annaffiate con irrigatori sospesi; nelle due stagioni successive, ogni erbaccia che appariva sul terreno nudo a inizio anno fu rimossa a mano. Una volta che le piante hanno colonizzato l'area, vengono rimosse solo le erbacce visibili in alto. A parte occasionali denti di leone, oramai le infestanti sono poche.
Tom Price ammette che alcune piante del progetto sono diventate invasive. Eryngium è un "teppistello" per cui Tom preferisce rimuoverne i fiori morti; anche Echinops minaccia di prendere il sopravvento. Invece quando appaiono le piantine di Echinacea, queste sono le benvenute! Altre piante, come le sudfafricane Diascia sono scomparse. Tom Price ritiene che nel complesso le piante del Sud Africa siano state quelle che hanno dato più incertezze. Considerato lo scarso successo rispetto alle altre due sezioni, di queste piante che sono più lente a germinare e richiedono più tempo per irrobustirsi suggerisce di ridurne l'area.
Visitando i Merton Borders a inizio anno, ho trovato che le euforbie si susseguono nelle aiole con un ritmo piacevole tanto da richiamare il mio interesse. Ho anche potuto ammirare molte piante sconosciute.
Nella sezione nordamericana, Geum triflorum è un'intrigante e piccola stranezza mai vista prima. Berkheya purpurea è contenta di disseminarsi in luoghi caldi e ben drenati, ma mi sono trovata a pensare che potrebbe essere scoraggiata da specie più grandi, come le nerine.
Nel mio giardino starei attenta a che le rarità non fossero sopraffatte da piante più forti, per quanto l'uso di un suolo povero potrebbe ridurne il vigore. Mi chiedevo se col tempo, nel culmine vegetativo, le "teppistelle" non avrebbero preso il sopravvento tanto da compromettere la raffinatezza del progetto. E qui ci deve soccorrere l'istinto del giardinere.
Nei Merton Borders si usa un modo di scegliere e organizzare le piante, talmente diverso dal controllo manipolatore che la maggior parte di noi ancora pratica. James Hitchmough ha dedicato anni di ricerca a temi come questi e sarà affascinante vedere cosa succede quando le aiole saranno più mature. E nel mentre, lo spettacolo estivo dei Merton Borders è emozionante quanto i prati al Queen Elizabeth Olympic Park di Londra.
Al Giardino Botanico, ondate di colore di penstemon, malve e salvie vestono le aiole tutta l'estate. Le echinacee sembrano cavarsela bene. Le Kniphofia, di tutt'e tre le regioni, offrono accenti verticali.
Le fioriture si susseguono ininterrottamente senza necessità di inserire nuove piante né di rimuovere i fiori appassiti.
I visitatori amano le nuove aiole che trovano irresistibili da fotografare, ma ciò che rende più felici i giardinieri dell'Orto Botanico è che anche uccelli, api e farfalle amano queste bordure: - una tecnica d'impianto che fornisce un habitat a una moltitudine anche di altri insetti.
Onde di colori ... attraversano le aiole tutta l'estate
Carta d'identità dei Merton Borders
Indirizzo: University of Oxford Botanic Garden, Rose Lane, Oxford OX1 4AZ;
Tel. 01865 286690; sito botanic-garden.ox.ac.uk
Terreno: alluvionale, sabbioso
Età delle aiole: cinque anni
Aspetto: aprico
In sintesi: bellissimo e ricco di biodiversità, con un occhio di riguardo al tema dei cambiamenti climatici
Stagioni migliori: da maggio ad ottobre
Aperture: ogni giorno tutto l'anno, con variazioni stagionali. Consultare il sito o telefonare per avere maggiori informazioni.
Accesso: l'Orto Botanico è completamente accessibile anche alle sedie a rotelle.
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