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LIQUIDAMBAR
Alberi color dell'oro
di Maria Cristina
Zaza, foto di Ferruccio Carassale
(Gardenia,
ottobre 2007)
Slanciati,
armoniosi ed eleganti,
diventano
stupefacenti in autunno,
quando le loro foglie
trascolorano in
giallo, arancio
e porpora.
Per grandi
e piccoli spazi
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L. styraciflua 'Rotundiloba' |
L. styraciflua 'Burgundy' |
L. styraciflua 'Anja' |
A inizio
autunno, quasi all'improvviso, si vestono con i colori del
tramonto: rosa, gialli, arancio, rossi. E il saluto
che i Liquidambar rivolgono
alla bella stagione dai viali di città come dai giardini di
tutta Italia. Una sinfonia di sfumature
estremamente variabile, non solo da pianta a pianta, ma
anche su uno stesso esemplare. Le tinte infatti dipendono dalla
temperatura (bruschi abbassamenti intensificano le tonalità rosse),
dalle piogge, che ne smorzano l'intensità, dalla posizione
sulla pianta, perché le foglie maggiormente esposte
ai raggi solari si tingono di porpora, mentre quelle in penombra
conservano sfumature giallo-verdi.
Ma i Liquidambar in questa stagione si fanno notare anche
per un profumo particolare, simile a quello della cannella,
che avvolge chi li avvicina.
Il responsabile è lo "storace",
un succo balsamico e vischioso presente nella corteccia, che
ha ispirato il nome scientifico del genere: da liquidus, liquido,
e ambar, ambra.
Utilizzato in farmacologia come antipiretico
e antidolorifico, e nell'industria dolciaria come additivo
del chewing-gum, rende il legno aromatico, tanto che i
cinesi lo utilizzano per confezionare le scatole che contengono
il tè da esportazione.
L. styraciflua 'Stella'
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L. formosana monticola
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Una storia lunga cinque secoli
Apprezzati in tutto il mondo per la loro rusticità,
oltre che per la bellezza, i Liquidambar furono citati per
la prima volta agli inizi del Cinquecento dall'esploratore
Bernal Dias del Castillo, compagno di Cortez in Messico. Lo
spagnolo raccontò come le foglie fossero abitualmente
mescolate al tabacco, forse per aromatizzarlo, e fumate in grosse
pipe. E solo nel 1681, però, che la specie Liquidambar styraciflua fu introdotta in Europa, in un giardino nei pressi
di Londra. Per lungo tempo comunque questi alberi furono spesso
confusi con gli aceri, nonostante le foglie palmate dei primi
siano alterne, mentre quelle dei secondi sono opposte.
Attualmente, sgombrato ogni dubbio sistematico, il genere è suddiviso
in quattro specie, dalle quali, grazie alla facilità di
ibridazione, sono state ottenute numerose varietà.
Liquidambar acalycina, alto sino a 30 metri, è un albero
maestoso e dalla crescita rapida, che proviene dalla Cina.
Le sue foglie trilobate, porpora intenso in marzo, poi verdi,
si colorano di giallo e porpora-marrone in autunno. L.formosana,
originaria di Taiwan, è la specie meno rustica delle
quattro, poiché si sveglia presto in primavera, esponendosi
così alle gelate tardive. Vira al rosso dal tardo
autunno a dicembre. La varietà spontanea monticola,
originaria di altitudini maggiori, è più resistente. L. orientalis è un piccolo albero alto non più di
7 metri, lento nella crescita, che proviene dall'Anatolia.
Si distingue per avere il tronco fortemente suberificato e
foglie dai lobi affusolati, di un rosso molto intenso
in autunno.
Le varietà: rosse e gialle sino a dicembre
La
quarta e ultima specie, L. styraciflua, è la più conosciuta
e ibridata. Spontanea in Florida e Messico, dove raggiunge
i 40 metri di altezza, da noi non supera i 20, ha tronco
molto suberificato e foglie divise in cinque-sette lobi. Tante
le cultivar da essa originatesi: 'Andrew Hewson' ha lamine profondamente incise, dalle tenui
sfumature autunnali; 'Anja', molto scura, quasi nera a fine
settembre, e 'Thea', con foglie spesso striate e marginate,
arrivano dalla Nuova Zelanda;
'Burgundy' non cambia colore prima di dicembre; 'Palo
Alto', una tra le cultivar più utilizzate e diffuse,
stupisce per i giovani getti porpora; 'Variegata' ha foglie
spruzzate di giallo che diventano rosa e rosso intenso;
'Stella' e 'Stared', simili tra loro, hanno fogliame molto
frastagliato e infiorescenze femminili rosso brillante in primavera; 'Rotundiloba', infine, è curiosa per la spiccata somiglianzà con
un acero campestre.
Coltiviamoli
così
con i consigli di Stefano Peroni - disegni di Linda Pellegrini
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Stefano Peroni
Laureato in agraria, coltiva per passione nel suo giardino
di Castelbolognese (Ra), visitabile solo su appuntamento,
ampie collezioni di Hemerocallis, Acer e Liquidambar. |
ESPOSIZIONE E CLIMA
Richiedono sole o mezz'ombra. Resistenti in genere al caldo
e al freddo intensi, vicino al:
mare soffrono per i venti salmastri.
TERRENO
Dovrebbe essere leggermente acido o neutro, privo di calcare,
sempre piuttosto fresco.
IMPIANTO
I liquidambar possono essere piantati in ogni momento dell'anno,
purché il suolo non sia gelato e il clima caldo e secco.
Acquistate piante alte 70-80 cm, si scava una buca di almeno
40 cm di lato e si pone sul fondo uno strato di terriccio universale
mescolato a humus o letame, in modo da 'creare un substrato
in grado di trattenere l'umidità. Estratta la pianta
dal vaso, la si inserisce con tutto il pane di terra, senza
disturbare le radici.
INNAFFIATURE
Bagnare subito dopo la piantagione, creando attorno alla base
del fusto uno scavo dove far confluire l'acqua, evitando inutili
dispersioni. In seguito, irrigare un paio di volte alla settimana,
a lungo, in modo che l'acqua penetri a fondo nel terreno:
irrigazioni frequenti ma scarse provocano infatti la risalita
delle radici in superficie, con conseguenti, possibili danni
a pavimentazioni, strade e manufatti in genere.
CONCIMAZIONI: nei primi anni dopo l'impianto, è utile
somministrare a fine inverno un prodotto granulare a lenta
cessione, oppure stallatico maturo.
POTATURA
I liquidambar non andrebbero mai potati, salvo qualche sporadico
taglio che elimini i rami secchi o storti, per non rovinare
il portamento naturale. Se si desidera che la chioma
parta da una certa altezza,
nei primi anni di vita bisogna tagliare tutti i rami sino a
2 m di altezza.
PROPAGAZIONE
Si riproducono piuttosto facilmente per seme. I semi, marroni,
lunghi 2-3 mm e forniti di una piccola ala, sono racchiusi
in capsule di forma tonda che vanno raccolte in autunno,
alla caduta delle foglie. Le capsule devono essere ancora
verdi e prive di fori (segno che i semi sono ancora all'interno);
dopo la raccolta, vanno poste ad asciugare in casa, sopra
un foglio di giornale, per circa una settimana. Quando compaiono
numerose piccole aperture, le capsule, ormai secche, vanno
chiuse in recipienti di vetro, da agitare con energia per
farne uscire i semi. Eliminate le capsule vuote, si riempiono
i vasi di vetro con acqua tiepida e si lascia riposare per
5-6 giorni.
Quindi si filtra, si asciugano i semi e li si sparge a spaglio
in una cassetta riempita con una miscela di torba e sabbia
al 50 per cento, arricchita con un po' di cornunghia (seguire
le dosi indicate sulla confezione).
Dopo aver bagnato, si sistema la cassetta all'aperto, in un
luogo riparato, tenendo sempre umido il substrato; le piantine
nasceranno all'inizio della primavera. A fine inverno seguente,
raggiunti i 7-8 cm di altezza, andranno trapiantate singolarmente
in vasi di circa 16 cm di diametro, riempiti con un terriccio
per vasi arricchito di concime a lenta cessione. Nella primavera
successiva gli alberelli, alti 70-80 cm, vanno piantati in
piena terra. Attenzione durante i trapianti a non danneggiare
le radici.
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Chi sono: al genere Liquidambar, famiglia delle Hamamelidaceae,
appartengono quattro specie; L. acalycina originaria della
Cina; L. formosana di Cina e Taiwan; L. orientalis dell'Asia
sud-occidentale e L. styraciflua, di Stati Uniti e Messico.
Caratteristiche:
sono alberi alti sino a 30 m e più,
decidui, con chioma piramidale e tronco eretto.
Fiori: riuniti in infiorescenze monosessuali, ovvero femminili
e maschili sulla stessa pianta; poco appariscenti, sono
presenti nei mesi di marzo e aprile.
Foglie: lunghe circa 15 cm, sono palmate e divise in 3-7 lobi.
Verdi in primavera, cambiano colore nel corso dell'autunno. |
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L. acalycina |
L. orientalis |
L. styraciflua 'Stared' |
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la collezione di Stefano Peroni:
via Alberazzo, 401 - 48014 Castelbolognese (RA), tel. 0546/656960 -
fax 0546/654090, www.ungiardinotraicampi.com
I vivai
Pépinières Adeline: route d'Henry, 18140 Chapelle
Montlinard (Francia)
tel. 0033 2 48795151, www.adeline-pepinieres.fr
vivai Margheriti: loc. Torri Chiusine - 53043 Chiusi (SI),
tel 0578 227686 - fax 0578 21411 www.margheriti.it
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